CELLULLARE: buono anche per combattere l’Alzheimer

di Flavio Fabbri |

VINCITORI

Per molto tempo si è discusso sugli effetti delle onde elettromagnetiche sul cervello e quindi sui possibili danni causati dall’utilizzo intenso del telefonino non solo nei soggetti adulti, ma soprattutto sui più piccoli. Dall’Università della Florida Meridionale però uno studio rivoluzionario cambia le carte in tavola e apre alla possibilità di sviluppare una nuova impensabile cura contro l’Alzheimer e altre forme di demenza precoce.

Ad affermarlo è il ricercatore Gary Arendash che, in base a precedenti studi condotti in laboratorio, in cui dei topolini sono stati esposti ad onde elettromagnetiche per diversi mesi, ha dimostrato una certa correlazione negativa tra demenza degenerativa e utilizzo del cellulare. In un’intervista a Reuters ha detto inoltre: “Che le cavie, al contrario di quanto fino ad ora pensato, sono state protette dal cellulare stesso nell’esposizione alle onde elettromagnetiche, permettendo di prevenire l’aggregazione delle cattive proteine del cervello“.

Arendash ha inoltre spiegato che: “La scoperta è intrigante, perché apre un campo completamente nuovo nelle neuroscienze, sugli effetti a lungo termine dei campi elettromagnetici sulla memoria e sui processi di costruzione della beta amiloide, proteina alla base dell’Alzheimer“. Sarà davvero così? Forse è un pò presto per lasciarsi andare a facili entusiasmi e probabilmente è d’obbligo una certa cautela, soprattutto in tempi di crisi economica.
 

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