VINCITORI
Forse sono solo rumors di rete, ma da molti blog cinesi arrivano conferme di un possibile riavvicinamento tra il motore di ricerca Google e il governo di Pechino. A dare indicazioni in tal senso è stato lo stesso Kai-Fu Lee, ex-ad di Google China, che ieri sera, in un’intervista ad un blog cinese, ha sottolineato quanto il governo stia apprezzando gli sforzi di Google per il monitoraggio della rete e l’utilizzo del filtro anti-pornografia.
Come noto, dallo scorso mese di luglio, Google si era visto imputare da Pechino la responsabilità della circolazione in rete della maggior parte dei contenuti a sfondo pedo-pornografco, con il conseguente blocco a livello nazionale degli accessi al motore di ricerca. A quanto pare, ma non c’è ancora niente di ufficiale, alcune azioni censorie intraprese nei mesi scorsi sembra però siano state parzialmente revocate e diversi responsabili degli uffici centrali a Beijing sono a favore di una ripresa dei colloqui con Google, sostiene sempre Kai-Fu Lee in un altro blog. L’ex-ad di Google China, che solo una settimana fa aveva lasciato il suo incarico, ci tiene inoltre a sottolineare che la sua uscita dalla compagnia non è in nessun modo da collegarsi alle vicende dei mesi scorsi, tanto da aver prolungato la sua presenza ben oltre la scadenza naturale dei termini contrattuali.
Affermazioni che trovano parziali conferme nel fatto che i filtri di rete sembrano funzionare, anche oltre i termini imposti da Pechino su materiali pornografici, visto che digitando la parola ‘Tien-an-men’, denunciano alcuni attivisti di rete, compaiono ‘solo’alcuni risultati accettati dalla censura, eliminando tutti gli altri liberamente accessibili in occidente. Dallo scorso luglio, inoltre, ogni pc in Cina è sotto il controllo di “Green Dam”, il filtro politico voluto da Pechino proprio per impedire ai giovani internauti cinesi di accedere a determinati contenuti, soprattutto relativi agli eccidi di venti anni fa avvenuti a Tien-an-men.
Saranno attendibili le affermazioni di Kai-Fu Lee? Da Montain View non ci sono ne conferme, ne smentite, mentre è di agosto una nota Google riportata su alcuni siti di informazione americani relativa all’importanza, come global company, di “Rispettare le norme di uno Stato e di aderirvi rigidamente, soprattutto in termini di politiche e regolamenti locali“. Una mano tesa a Pechino?