VINCITORI
L’Isp tedesco ha vinto in appello la causa che lo vedeva contrapposto ai numerosi azionisti privati che si erano opposti alla fusione con Deutsche Telekom. Un’Alta Corte regionale tedesca, infatti, ha deciso che T-Online non deve aspettare di risolvere le controversie tra i soci, come stabilito dal Tribunale di Darmastadt, per poter perfezionare la fusione. Lo scorso fine novembre il Tribunale di Darmstadt aveva respinto l’istanza, presentata da Deutsche Telekom, che chiedeva “di rendere efficace con procedimento d’urgenza la fusione per incorporazione della controllata T-Online International“, nonostante le querele presentate dagli azionisti privati, che ritenevano l’offerta di DT non vantaggiosa. In base a quanto deciso dal Tribunale la fusione per incorporazione poteva essere effettata solo dopo che le parti coinvolte avrebbero raggiunto un accordo. Deutsche Telekom, il 9 novembre 2004, aveva firmato un accordo di massima per acquistare le azioni di T-Online International ancora non in suo possesso, prendendone il pieno controllo e, quindi, rafforzare la propria posizione sul mercato della banda larga. DT aveva offerto 8,99 per azione. L’offerta è stata ritenuta dagli azionisti privati di T-Online inferiore al reale valore della società e inferiore al prezzo di collocamento fissato da DT (27 euro a titolo) nel 2000 quando aveva quotato in Borsa il 26.1% di T-Online.