COMUNICATO STAMPA
Si è concluso il 7 novembre scorso il progetto eAware promosso dall”Unione Europea per diffondere la cultura della sicurezza informatica tra i cittadini e le imprese. Partner italiano il CLUSIT, Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica.
Sicurezza e privacy dovranno essere sempre più legate se si vorranno tutelare interessi e diritti dei cittadini e delle imprese. Questo é in estrema sintesi il messaggio più importante emerso dall”incontro finale di Roma del progetto eAware. Progetto che ha coinvolto le nazioni europee (Estonia, Germania, Grecia, Italia, Olanda, Polonia, Regno Unito) in un”azione di informazione e sensibilizzazione sui diritti e le responsabilità connessi con l”uso delle tecnologie informatiche e di Internet.
Sette Paesi europei, 10 eventi, 900 partecipanti tra politici, rappresentanti di ministeri, comuni, uffici governativi, comunità IT, università, media e cittadini in generale.
Molte le tematiche trattate nel corso del progetto. In Italia si é discusso di rischi per i minori che navigano in Rete e dei modi per salvaguardarli e proteggerli, nel corso del convegno “Internet e minori: esperienze internazionali e nuovi orizzonti in Italia”, organizzato da CLUSIT nel maggio ”03 a Milano; e di Firma Elettronica e carte elettroniche del cittadino nel corso del convegno “eGovernment e servizi per i cittadini quale sicurezza?”, organizzato da CLUSIT nel giugno ”03 a Roma.
Tra le altre, sicurezza e privacy nel voto elettronico, rischi provenienti dall”uso delle tecnologie e misure da adottare per proteggersi, uso sicuro e responsabile di Internet, fino all”illustrazione delle esperienze Internazionali e Sfide per il Futuro del convegno conclusivo del 7 novembre a Roma.
Stefano Rodotà, in qualità di presidente dell”Autorità Garante per la protezione dei dati personali, ha sottolineato, nel corso dell”appuntamento romano, che l”assenza di sicurezza è un rischio per la privacy e nello stesso tempo in nome della sicurezza può essere richiesta la sospensione delle tutele individuali. Trovare un equilibrio tra i due elementi è l”impegno dell”Europa che nella sua Carta dei diritti fondamentali ha inserito la protezione dei dati personali. Un nuovo punto fermo, per evitare che in nome della sicurezza ci sia un abbassamento dell¹attenzione sulla privacy, si raggiungerà con il codice che entrerà in vigore nel gennaio 2004.
Secondo Danilo Bruschi, presidente del Clusit, Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica, procedere sulla strada del progresso tecnologico implica la consapevolezza dei rischi che si corrono. La sfida è quella di disporre di prodotti rispettosi della privacy e, nello stesso tempo, sicuri.
Si può lavorare anche dal punto di vista della politica e le autorità per la privacy possono intervenire contro le tecnologie che ledono i diritti individuali.
Altrettanto importante è la crescita di consapevolezza degli utenti, privati e aziende. Persone informate possono utilizzare in modo più sicuro la tecnologia.
La sicurezza e la fiducia sono ancora più importanti quando un governo decide di ricostruire il proprio rapporto con il cittadino attraverso strumenti di e-gov. Dal 1987 in poi abbiamo visto sistemi appartenenti alle più disparate organizzazioni (governative, banche, aziende private) essere vittime di attacchi informatici che in alcuni casi si sono limitati a ridicolizzare i siti visitati, in altri casi a bloccarne l”utilizzo per qualche ora o per intere giornate, in altri a distruggerne il contenuto. Se un”azienda od un privato, dopo un”attenta valutazione, può decidere di correre il rischio di attacchi informatici, ciò non è possibile per le applicazioni di e-gov dove la sicurezza è un MUST assoluto, perché è in gioco la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.