World Community Grid: l’Università italiana aderisce all’innovativo progetto di ricerca

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Oltre 500mila i pc in tutto il mondo che contribuiscono al progetto promosso da IBM.

COMUNICATO STAMPA


La Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Pavia e il Dipartimento di Information and Communication Technology dell’Università degli Studi di Trento aderiscono al progetto World Community Grid.
L’iniziativa, promossa dalla IBM Corporation nel 2004, impiega la capacità di elaborazione inutilizzata dei computer di aziende, università, associazioni non profit e privati, per creare una rete di calcolo distribuito a livello mondiale. L’obiettivo è risolvere problemi sanitari e sociali complessi che richiedono grandi potenze di calcolo, quali l’analisi del proteoma umano e la ricerca di nuove cure per malattie come l’AIDS, il cancro e la distrofia muscolare.

“Il progetto si basa sul Grid Computing, una tecnologia in grado di connettere molti computer in maniera flessibile, ovunque essi siano, e di utilizzarli come se fossero un unico sistema con un’elevata potenza di calcolo” spiega Angelo Failla, Direttore della Fondazione IBM Italia, responsabile del progetto per IBM nel nostro paese. “Grazie agli oltre 500.000 computer di imprese pubbliche e private o anche di singole persone, che sostengono il progetto World Community Grid, programmi di ricerca che richiederebbero molti anni di elaborazione vengono sviluppati in pochi mesi e producono risultati estremamente utili per la comunità scientifica. La potenza di calcolo resa disponibile dal World Community Grid si colloca al quinto posto nella graduatoria dei più grandi supercomputer del mondo”.

Per aderire al progetto è sufficiente installare dal sito www.worldcommunitygrid.org  un agente di rete che permette di stabilire un canale di scambio con il server del World Community Grid. Nei momenti di inattività, ogni computer sarà così in grado di richiedere al server i dati da elaborare, effettuare i calcoli e rimandare i risultati, in un flusso continuo di nuovi calcoli e obiettivi. Le potenzialità del progetto sono enormi poiché ogni utente della rete, in qualsiasi parte del mondo, può contribuire alla ricerca, semplicemente scaricando un software: ad oggi, oltre 500.000 computer hanno aderito al progetto.

I progetti da sostenere sono selezionati dall’Advisory Board del World Community Grid, un organismo autonomo che valuta le proposte presentate da enti di ricerca e organizzazioni non profit; i progetti attualmente in corso sono 5: Human Proteom Folding, per identificare il proteoma umano e comprendere cause e potenziali cure di malattie quali la malaria e la tubercolosi; FightAIDS@Home, per ricercare nuove cure contro l’AIDS; Help Defeat Cancer, per mettere a punto nuovi strumenti diagnostici e possibili trattamenti per il cancro; Genome Comparison, per migliorare l’interpretazione dei dati biologici e sviluppare nuovi medicinali, vaccini e procedure diagnostiche; Help Cure Muscular Dystrophy, per creare nuove molecole in grado di contrastare quelle che generano la malattia.

“Il coinvolgimento di due prestigiose istituzioni universitarie, aperte ad esperienze internazionali di rilievo, come la Facoltà di Ingegneria di Pavia e il Dipartimento di Information and Communication Technology di Trento – con cui già IBM intrattiene rapporti di ricerca e di didattica congiunta – sarà sicuramente d’esempio per altre università italiane che vogliano aderire al progetto” afferma Carla Milani, responsabile delle Relazioni con le Università per IBM Italia. “Il World Community Grid è un esempio d’innovazione collaborativa a favore della ricerca, uno dei temi chiave nella strategia IBM”.

“L’idea di World Community Grid – afferma il Rettore dell’Università di Pavia, Angiolino Stella mi ha evocato da subito il concetto di universitas, di comunità interdisciplinare aperta al mondo e alle sue istanze. L’Università di Pavia ha aderito con grande favore al progetto di IBM, apprezzandone le finalità sociali, umanitarie e soprattutto gli aspetti di innovazione tecnologica, del tutto in linea con i nostri obiettivi di Research University. Grazie quindi a IBM per averci scelto ancora una volta come partner di un progetto di grande innovazione, al quale speriamo di poter dare un contributo importante.”

“L’Università degli Studi di Trento – spiega il Rettore Davide Bassiè un ateneo giovane e, proprio per questa sua caratteristica, è naturalmente portato a sostenere progetti all’avanguardia e di alto profilo in campo europeo ed internazionale. Il World Community Grid rappresenta quindi la tipologia di progetti a noi più congeniale. L’adesione del Dipartimento di Informatica e Telecomunicazioni ad un progetto tanto innovativo quanto utile dal punto di vista umanitario e sociale, rappresenta per noi ulteriore banco di prova per rafforzare ulteriormente la sinergia già esistente tra IBM e Università degli Studi di Trento”.

La IBM Corporation ha donato l’infrastruttura tecnologica e promuove attivamente l’ampliamento su scala mondiale del progetto. Nel nostro paese l’iniziativa è seguita dalla Fondazione IBM Italia.

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