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Vodafone Italia: bilancio 2006-2007

COMUNICATO STAMPA


Vodafone Italia chiude l’anno fiscale al 31 marzo 2007 raggiungendo i 27.366.000 clienti con un balzo del 13.8% rispetto al 31 marzo 2006. Molto positive anche le attivazioni nette superiori a 3.300.000 unita’. In particolare i clienti abbonati aumentano del 16.9%.

I ricavi da servizi sono pari a 7.834 milioni di euro, con una sostenuta crescita organica del 3,6% ed un ulteriore miglioramento nel secondo semestre, +3,8%, nonostante la perdita causata nell’ultimo mese dell’anno fiscale dall’eliminazione dei contributi per la ricarica delle carte prepagate introdotta dal Decreto Bersani da marzo 2007. La riduzione delle tariffe di interconnessione, insieme alla revisione del trattamento contabile di alcune tipologie di ricavi (2) ha portato ad una riduzione nominale dei ricavi da servizi dell’1.5% (+0.5% nel secondo semestre) e dei ricavi totali del 2,2% (8.145 mln di euro).

Forte la crescita registrata dal traffico dati e multimedia: i ricavi sono aumentati dell’8.4% a 1.443 milioni di euro e la loro incidenza sui ricavi da servizi e’ arrivata al 18,4% contro il 16,7% di marzo dello scorso anno, raggiungendo il 20.4% nel trimestre a marzo 2007. Ottima la performance dei ricavi da messaggistica, + 7.6%, con forte accelerazione nel secondo semestre (+10.2% rispetto al semestre a marzo 2006), grazie al successo dell’offerta Infinity che incentiva l’uso dei messaggi da parte dei clienti. Significativa anche la crescita dei ricavi dati esclusa la messaggistica +10.8%, grazie all’aumento dell’utilizzo delle Vodafone Mobile Connect Card e dei Vodafone Internet Box. Al 31 marzo 2007 i telefoni e le connect card UMTS registrate sulla rete Vodafone erano 4.895.000 (+67%).

Significativa anche la crescita dei volumi di traffico voce, che grazie alle nuove tariffe, alle offerte dedicate a specifici segmenti di clientela e al focus sui clienti ad alto valore registra un +9.5%. I ricavi da traffico voce si attestano a 6.387 milioni di euro.

Il decreto Bersani ha inciso solo sull’ultimo mese dell’anno fiscale. La misura ha invece significativamente ridotto il valore dell’azienda. A seguito della revisione del piano economico-finanziario di lungo periodo di Vodafone Italia, secondo i principi contabili internazionali (IFRS) il Gruppo Vodafone ha dovuto svalutare la sua partecipazione nell’azienda italiana per un importo di circa 5,1 mld di euro. (La revisione di valore segue quella gia’ resa nota a novembre 2006 di 2,08 miliardi di euro dovuta al rialzo dei tassi di interesse).

L’EBITDA si attesta a 4.123 milioni di euro, in calo del 4.9% a causa di alcuni effetti straordinari come la riduzione delle tariffe di interconnessione, la separazione contabile delle attivita’ del Data Center Sud Europa e l’abolizione dei contributi per la ricarica delle carte prepagate. Per gli stessi effetti straordinari l’EBITDA in percentuale dei ricavi per l’anno che si e’ concluso e’ pari al 50,6%. L’EBIT (utile prima degli oneri finanziari e tasse) e’ diminuito del 5.3% attestandosi a 3.028 milioni di euro.

“L’azienda ha reagito con forza alla maggiore competizione sul mercato e alla crescente pressione regolatoria ha commentato l’Amministratore Delegato di Vodafone Italia, Pietro Guindani I buoni risultati di quest’anno, ma soprattutto le nostre prospettive, hanno risentito dell’applicazione del decreto Bersani. La misura ha ridotto il valore della nostra azienda di 5,1 miliardi di euro a motivo dell’effetto negativo atteso in futuro sui nostri risultati, nonostante il parziale recupero di ricavi tramite i maggiori volumi di traffico conseguenti alla abolizione dei costi di ricarica. Proseguiamo – spiega Guindani – nelle nostre strategie di crescita: abbiamo aperto il mercato ai virtuali ed abbiamo siglato accordi con i colossi di Internet per portarli sul mobile. Ora puntiamo ad entrare decisamente nel mercato dei servizi integrati fisso-mobile: il Ministero delle Comunicazioni ha riconosciuto la legittimita’ dei servizi di telefonia fissa via radio, attendiamo solo il via libera definitivo dall’Autorita’ per le Comunicazioni”.

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