COMUNICATO STAMPA
Il richiamo alla necessità di una più stretta “vigilanza sulle trasmissioni radiofoniche e televisive a livello locale“, che trattando di temi sportivi e in particolare calcistici, a tutti i Comitati regionali per le comunicazioni (Corecom) è venuto direttamente dal Presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Corrado Calabrò, dopo la morte dell’Ispettore di Polizia Filippo Raciti a Catania.
Radio e televisioni, secondo il presidente dell’Autorità, devono evitare ogni tipo di interventi che “per animosità di toni (…) risultino antitetici o discordanti rispetto alla finalità di diffondere i valori di una competizione sportiva leale e rispettosa dell’avversario”.
“In realtà non si tratta – come spiega Franco Del Campo, presidente del Corecom FVG – di nuove normative, ma di rispettare principi già espressi dall’Autorità, che si richiama, tra l’altro, a “criteri di correttezza del linguaggio e del comportamento” e alla necessità di evitare “rappresentazioni di violenza fisica e verbale”.
“Il Corecom FVG nei suoi monitoraggi – continua Del Campo – ha sempre rivolto particolare attenzione alla tutela dei minori, specie quando si parla di sport, che ha un’influenza importante sui giovani, che dovrebbero essere educati più con l’esempio che con le prediche alla tanto citata cultura sportiva”.
Eventuali trasmissioni radiotelevisiva che contengano “incitamenti all’odio comunque motivato” e che “possano nuocere allo sviluppo fisico, psichico o morale dei minori”, incorrono nelle sanzioni previste dal Testo unico della radiotelevisione e possono portare, come ha precisato il Ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, all’esclusione dalle provvidenze economiche stabilite dalla legge per il settore.
“Va comunque sottolineato – spiega il presidente del Corecom FVG – che in questi anni di monitoraggio a livello regionale, non sono stati rilevati episodi di violazione alle norme esistenti. Il mondo della comunicazione e dell’informazione locale, a differenza di quello nazionale, si è sempre dimostrato particolarmente attento e rispettoso delle norme e della buona educazione comunicativa, forse perché – conclude Del Campo – nella nostra regione la pratica sportiva è diffusa in tutte le discipline e a tutti i livelli, e chi fa sport in prima persona, adeguandosi alla fatica e rispettando arbitri e regole, difficilmente si abbandona alla violenza fisica e verbale”.