COMUNICATO STAMPA
Questo il titolo dell’articolo pubblicato sull’ultimo numero di “Vivaverdi“, la rivista della Siae, che riporta 4 interventi in tema di musica e cinema digitale, tra cui quello di Davide Rossi, Presidente dell’Univideo, “Contro la forfaitizzazione e le licenze collettive“:
“Per quanto riguarda il fenomeno del download illegale su Internet di opere protette dal diritto d’autore, sono contrario in linea di principio a tutte le logiche di forfaitizzazione e di licenze collettive che vedo difficilmente applicabili al P2P. Va considerato infatti che con l’attività di P2P, viene meno, sin dall’inizio, il presupposto del controllo della qualità e della legittimità dei contenuti che vengono veicolati online.
Gli interessi in contrasto con l’attività di scambio illegale di opere intellettuali sono molteplici e non di scarsa entità, basti pensare alla tutela dei minori; i contenuti manipolati ed utilizzati spesso in modi diversi rispetto alle intenzioni del creatore stesso dell’opera, possono essere messi in Rete con finalità differenti da quelle per le quali sono stati creati. L’autore inoltre subisce un danno gravissimo, vedendo venir meno l’autenticità della propria creazione e subendo una lesione al diritto, universalmente riconosciuto, alla tutela dell’originalità del proprio lavoro.
Punterei dunque a mettere in evidenza che è in primo luogo un diritto morale quello che è minacciato dal download illegale di contenuti e poi un diritto economico legato allo sviluppo e alla tutela degli interessi commerciali connessi al lavoro degli autori e degli operatori del settore. Basterebbe questo per essere legittimati a proibire il P2P. In questo sistema di scambio illegale di contenuti protetti da copyright, mancano dunque le garanzie necessarie per mettere in circolazione dei prodotti legali di qualità, dietro ai quali ci sono delle persone che lavorano e investono per fornire al pubblico un servizio valido e completo sotto il profilo qualitativo.
Con l’utilizzo delle nuove tecnologie ognuno può prendere dei file audio/video e riprodurli in mille versioni senza consultare gli autori, i fonici, i tecnici che lo hanno realizzato. Immettendo nel mercato prodotti di così scarso valore si arreca un immenso danno alla cultura che conduce inevitabilmente ad un imbarbarimento dei consumi culturali e della nostra civiltà. Per quanto riguarda il settore dell’audiovisivo, inoltre, forse più che per la musica, è impossibile riprodurre supporti video e dvd qualitativamente validi come l’opera originale. Le logiche di forfaitizzazione, legate alla richiesta di compensi per autori e produttori agli Internet Service Provider e alle compagnie telefoniche nazionali e internazionali che beneficiano dell’espansione del business dell’online, tendono ad abolire la figura dell’editore, che oltre ad esser la controparte commerciale dell’autore, è il suo più grande alleato.
Nel P2P l’editore scompare e così scompare anche la funzione fondamentale di garanzia rispetto alla qualità dei contenuti messi in circolazione. Anche il ruolo dell’autore, verrebbe svilito dal pagamento di compensi forfaitari che difficilmente arrivano all’effettivo riconoscimento del valore creativo di un’opera intellettuale. E’ un modo di svendere la cultura, così la civiltà e il pensiero declinano verso forme di ‘cultura di seconda mano’ destinata inevitabilmente a ripiegarsi su se stessa“.