COMUNICATO STAMPA
A seguito dell’appello al Ministro Bersani pubblicato il 14 Febbraio scorso su Il Sole 24Ore nel quale l’Univideo chiedeva l’abrogazione del bollino Siae sui DVD, la Società Italiana degli Autori ed Editori replica sul proprio sito definendo il contrassegno in questione uno strumento indispensabile per la lotta alla contraffazione. Davide Rossi, Presidente dell’Univideo, in una dichiarazione pubblicata ieri sul sitodi Duessecontrobatte quindi alla replica. Riportiamo a seguito entrambe le posizioni:
SIAE. Il testointegrale della news è ricavato direttamente dall’Homepage del sitodella Siae:
L’Univideo (Unione Italiana Editoria Audiovisiva) ha pubblicato su un quotidiano un avviso a pagamento in cui si richiede l’abrogazione del contrassegno Siae sul dvd audiovisivo. A questo proposito, la Siae, attraverso il proprio Ufficio Legislativo, fa presente che già nel 1998, l’UE, col “Libro verde sulla lotta alla contraffazione e alla pirateria nel mercato interno” (Commissario Mario Monti), definiva il contrassegno “strumento di garanzia e di autenticazione” per prodotti oggetto di transazione. In linea con quanto auspicato dall’Unione Europea, il contrassegno Siae sui supporti musicali e audiovisivi, è un elemento di immediata riconoscibilità dei prodotti leciti. E ciò vale sia per i consumatori, sia per le Forze dell’Ordine che operano sul territorio, ma anche per la Magistratura, cui è demandato l’accertamento delle responsabilità civili e penali. Per questa ragione la legge antipirateria n.248 del 2000, definisce il contrassegno Siae “segno distintivo di opera d’ingegno” agli effetti dell’applicazione della legge penale. Inoltre in Italia, tutte le Forze dell’Ordine (Guardia di Finanza, Carabinieri, Polizia di Stato, Polizie Municipali) hanno più volte sottolineato l’indispensabile ruolo che il contrassegno della Siae riveste nello svolgimento del loro lavoro quotidiano di contrasto all’abusivismo ed alla contraffazione, ritenendolo elemento indispensabile (come, del resto, il sostegno tecnico degli stessi ispettori della Siae, che rivestono la qualifica di ausiliari di Polizia Giudiziaria) anche per la lotta contro organizzazioni criminali (non solo di stampo mafioso o similare, ma anche, in taluni casi, con finalità terroristiche). Da qualche tempo, negli stessi Stati Uniti d’America l’Fbi sta praticando, sulla falsariga di quanto già avviene nel nostro Paese, l’apposizione sugli stessi supporti musicali e audiovisivi, di uno speciale sticker anticontraffazione. Il che sta a significare, ancor più, l’innegabile necessità di uno strumento di controllo della circolazione di questo tipo di prodotti di consumo culturale, per impedire al fenomeno della pirateria di dilagare in modo incontrollabile a danno non solo degli autori e dell’intera industria culturale, ma anche dello Stato per l’ingente evasione fiscale.
UNIVIDEO. Davide Rossi, Presidente dell’Univideo, nella dichiarazione pubblicata ieri sul sito di Duesse:
“Siae fa riferimento a un libro verde sulla lotta alla contraffazione (che anche l’Univideo ha contribuito a scrivere insieme a tante altre associazioni dell’audiovisivo nazionali ed europee) pubblicato nel 1998, ma discusso tra il 95 e il 97.
Da allora sono passati 10 anni di travolgente e rivoluzionario progresso tecnologico e bisogna tenerne conto. Non farlo, riproponendo schemi superati, è un segnale di miopia.
Quanto alla notizia del “Bollino FBI” che negli Stati Uniti si starebbe usando e avrebbe le stesse funzioni del “Bollino Siae”, non ne sono a conoscenza, ma se fosse realmente così mi preoccupa questa escalation, non vorrei vedere un giorno “Bollini CIA e “Bollini KGB”.”