COMUNICATO STAMPA
Abbiamo letto con soddisfazione ed un certo stupore, gli articoli apparsi sul Sole 24 Ore di ieri 9 giugno e su Libero di oggi, in cui Corrado Calabrò, presidente di AGCOM, finalmente mostrava di volere cambiare rotta ed assumere un atteggiamento incisivo per superare il problema della assenza sostanziale di concorrenza nell’accesso a larga banda in Italia, proponendo una soluzione sul modello di quella adottata da Ofcom (l’Authority inglese delle Comunicazioni) verso British Telecom, separando in due divisioni con management diverso, l’azienda inglese, di cui la parte rete con manager indicati da Ofcom stessa, per garantire parità di trattamento verso tutti gli operatori.
Purtroppo, ci è meno gradita la smentita. In merito all’intervista del Presidente Corrado Calabrò pubblicata ieri dal Sole 24 Ore, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha infatti precisato che la conversazione con gli autori del servizio giornalistico si è svolta sul modello inglese che Calabrò ha ritenuto intellettualmente interessante ma con luci ed ombre. Nessun riferimento preciso è stato fatto alla situazione italiana, dove peraltro il Presidente ha sottolineato che la tecnologia e le regole sono tra le più avanzate del mondo. L’Autorità ha infine precisato che nessuna ipotesi di separazione della rete Telecom Italia è all’esame dell’AGCOM.
L’intervento di Calabrò è quindi da leggersi come un puro esercizio intellettuale, non orientato in alcun modo ad una azione concreta sul caso italiano, diverso e quindi da risolvere con i metodi già efficacemente, a suo parere, messi in campo dalla italianissima AGCOM.
Male. Avremmo preferito il Calabrò in versione più aggresiva. La separazione di Telecom Italia è un’ istanza sollevata da molteplici ed eterogenee voci e del settore. Consumatori ed operatori su questo tema sono d’accordo, e già questo dovrebbe essere elemento di riflessione. L’AGCOM avrebbe il dovere di prendere quanto meno in esame questa ipotesi, invece di zittirla.