AIIP commenta la nuova offerta Bistream

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AIIP COMMENTA LA NUOVA OFFERTA BITSTREAM. BUONI GLI SFORZI DELL’AUTORITA’. VERIFICARE SUBITO L’ORIENTAMENTO AL COSTO DEI NUOVI PREZZI ALL’INGROSSO

COMUNICATO STAMPA


Stream

La Delibera AGCom n. 133/07/CIR del 21 dicembre 2007 ha migliorato l’offerta all’ingrosso di Telecom Italia relativa al servizio Bistream – commenta AIIP, l’Associazione Italiana degli Internet Provider.

AIIP apprezza molto gli sforzi compiuti dai Commissari e dalla struttura dell’Autorità, soprattutto in relazione all’applicazione di metodologie alternative per il calcolo dei costi.

In ragione di quanto espresso dalla stessa Autorità nella delibera richiamata, AIIP ritiene che residui ancora una differenza importante fra i prezzi ed i costi e per queste ragioni, confida che nella prossima revisione dell’offerta di riferimento, prevista per il 2008, si arrivi al vero orientamento al costo, così come giustamente sancito dall’Autorità stessa, come rimedio per far fronte alla dominanza di Telecom Italia.

Inoltre, AIIP segnala la presenza di numerose ed importanti criticità anche nelle modalità tecniche e commerciali dell’offerta (ad es. per la rete ATM: SHDSL e i profili a consumo; per la rete Ethernet: la gestione della Qualità del Servizio e l’implementazione del Multicast).

“Il punto non è di quanto siano scesi i prezzi all’ingrosso, ma se e di quanto essi siano superiori ai reali costi” – ha dichiarato Marco Fiorentino, presidente di AIIP. “Con il servizio bitstream la regolamentazione a priori viene indebolita, ed il principale baluardo contro il potere dell’operatore dominante è che ci sia un reale orientamento al costo dell’offerta all’ingrosso. AIIP quindi, vuole lanciare un campanello d’allarme – continua FiorentinoE’ importante che la revisione dell’offerta per il 2008 orienti strettamente i prezzi ai costi del servizio perché in caso contrario, si penalizzerebbe lo sviluppo della larga banda in Italia e della stessa IPTV. Senza contare che vi sarebbe un’inferiore discesa dei prezzi al pubblico rispetto a quella necessaria, e che per questi motivi la quota di mercato dell’operatore dominante, che già oggi non ha pari nei Paesi europei più sviluppati, aumenterebbe anzichè diminuire. Tutto ciò costringerebbe ancora una volta gli operatori alternativi a continuare ad investire in nuove infrastrutture parallele a quelle già esistenti nelle zone ricche, invece di investire nelle zone di digital divide”.

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