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L’Università di Pavia vince l’IBM Faculty Award 2006. Premiato il progetto di services science

COMUNICATO STAMPA


L’Università di Pavia, grazie al programma di Scienza dei Servizi proposto dalla Facoltà di Ingegneria, si è aggiudicata l’IBM Faculty Award 2006, un premio di 18.000 dollari che, si legge nella motivazione,  “riconosce la qualità del vostro programma e la sua importanza per la nostra azienda“.

Ogni anno le più prestigiose università del mondo concorrono per l’IBM Faculty Award; i vincitori della 2a edizione 2006 sono 16: 8 in Europa (il Federal Institute of Technology di Losanna e le Università di Augsburg, di Cambridge, di Praga e di Delft), di cui 3 in Italia (il Politecnico di Milano e la SDA Bocconi, oltre all’Università di Pavia). Fuori dall’Europa sono stati premiate la Indian School of Business e le University of North Carolina e University of San Jose (USA).

Il Preside della Facoltà d’Ingegneria, Prof. Virginio Cantoni, sottolinea come “l’Università di Pavia si conferma come fortemente competitiva, attenta a raggiungere l’eccellenza“. Un giudizio confermato anche dai dirigenti IBM nel corso delle visite degli scorsi mesi, che hanno portato all’assegnazione del premio IBM 2006: Paul Maglio, responsabile della ricerca del centro IBM di Almaden (USA), e Paul Kontogiorgis, Services Science Ambassador, hanno espresso giudizi di grande eccellenza sui laboratori e sulla didattica.

Pavia è la prima università in Italia a proporre un programma undergraduate dedicato alla Scienza dei Servizi – dichiara Carla Milani, responsabile delle relazioni con le Università di IBM Italia – una disciplina di cui c’è grande bisogno e alla quale IBM guarda con molto interesse: in tutto il mondo, nei prossimi 10 anni, serviranno 50.000 nuovi ingegneri dei servizi “. Il premio sottolinea la novità e l’importanza strategica di una disciplina come la scienza dei servizi sulla quale l’ateneo pavese, grazie ai progetti della Facoltà di Ingegneria, ha deciso di investire. E’ già attivo, infatti, uno specifico indirizzo di studi che dal prossimo anno accademico diventerà un corso di laurea della Facoltà di Ingegneria il cui obiettivo, come spiega il Prof. Gianmario Motta, è “elaborare programmi di informatica applicata che vadano incontro ai bisogni dell’industria: gli ingegneri dei servizi saranno infatti capaci di creare ed erogare un servizio in armonia con le esigenze dell’economia, della società e della persona.”    

 

Nell’ambito della Scienza dei Servizi vengono sviluppati processi gestionali grazie ai quali le aziende di servizi (finanza, pubblica amministrazione, sanità, logistica) e le industrie possono erogare al meglio i loro prodotti. “I nostri studenti – continua il prof. Motta – sono direttamente coinvolti nella progettazione di un iter grazie al quale è possibile diminuire costi e tempi e migliorare l’efficienza, con l’ausilio di tecnologie informatiche“. Uno dei primi progetti elaborati riguarda l’ottimizzazione del processo del servizio di Senologia dell’I.R.C.C.S. Fondazione Salvatore Maugeri di Pavia: un iter che parte dal medico di famiglia e consente, poi, la prenotazione di servizi e l’erogazione di avvisi ai pazienti.

 

L’ingegneria dei servizi consente quindi di sviluppare un approccio sistematico all’innovazione dei servizi, per sviluppare e implementare le applicazioni tecnologiche affinché aziende, governi e organizzazioni  possano migliorare i loro processi ed esplorare aree totalmente nuove. Questa nuova disciplina accademica – che la Harvard Business Review ha definito “Services Science“, una delle “Breakthrough Ideas for 2005” – integra la tradizionale componente della computer science con la ricerca operativa, l’ingegneria industriale, la strategia di business, le scienze di management, le scienze sociali e la giurisprudenza, per sviluppare le competenze richieste da un’economia guidata dal settore dei servizi. Aziende ed università collaboreranno, integrando gli approcci di varie discipline per sviluppare un approccio sistematico alla creazione, all’erogazione e alla misurazione dei servizi.

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