COMUNICATO STAMPA
L¿editoria italiana? Vende sempre più diritti all¿estero, in particolare nei settori dei libri per bambini e ragazzi, dei libri illustrati, dei libri religiosi, della saggistica e della narrativa. E, sorpresa, con un crescente successo sui nuovi mercati emergenti.
E¿ quanto risulta dall¿indagine sull¿import ¿ export dei diritti d¿autore in Italia, proposta dall¿Associazione Italiana Editori (AIE) e realizzata dall¿Istituto Doxa per conto dell¿Istituto nazionale per il Commercio Estero (ICE), all¿interno delle attività previste dall¿Accordo di Settore, con la collaborazione del Ministero delle Attività Produttive.
L¿indagine, condotta da Doxa e presentata oggi, 25 marzo, a Milano dal presidente Ennio Salamon, si è basata su un campionamento di 700 editori sull¿universo delle 2.541 case editrici italiane che nel 2002 hanno pubblicato almeno una novità.
Quanto si esporta e si importa: Il 15% degli editori italiani ha acquistato e/o venduto diritti all¿estero negli ultimi tre anni: in media si può stimare che, sempre negli ultimi tre anni, l¿editoria italiana importi circa 5700 titoli ogni anno e ne ceda per 2100. Un trend in crescita, visto che tra 2001 e 2003 è cresciuto del 32,2% l¿export (passando da 1800 titoli ceduti nel 2001 ai 2380 del 2003) e del 7,4% l¿import (si è passati da 5070 titoli acquistati nel 2001 ai 5800 nel 2003).
Cosa si esporta: L¿export è dominato per il 30% dai titoli di libri per bambini, con una leggera crescita (era il 27% nel 2001), seguito poi, per il 20%, dai libri religiosi e per il 19% dal settore dei libri illustrati (d¿arte, fotografici, ecc.).
E cosa si importa: Nell¿acquisto di diritti la narrativa per adulti ha un peso importante, (29%), seguita dalla saggistica (26%) e dai libri per ragazzi (21%). Seguono i libri illustrati (5-6%) e i libri religiosi (4-5%). Nel complesso la narrativa per adulti, i libri per bambini e ragazzi e la saggistica coprono tre quarti (76%) delle importazioni, seguono la saggistica (11%) e la narrativa per ragazzi (11%).
I Paesi interessati: Negli ultimi tre anni due terzi dei diritti sono stati acquistati dagli editori italiani in Paesi di lingua inglese. Per l¿export, quattro quinti degli accordi (79%) sono fatti dagli editori italiani in Europa e un quinto (21%) negli altri continenti. Per gli acquisti di diritti dall¿Italia in Europa guidano Spagna, Francia, Polonia e gli altri Paesi dell¿Est, con una tendenza all¿aumento per questi paesi, negli ultimi anni.
I commenti: ¿Questa ricerca, commissionata dall¿Istituto nazionale per il Commercio Estero e dall¿AIE, è una delle poche che sono state condotte in Europa sull”import-export dei diritti d”autore ¿ ha detto il presidente dell¿ICE, Beniamino Quintieri – L¿Ice, per assicurare alle aziende italiane tutte le informazioni utili per una migliore conoscenza dei mercati esteri in un settore in cui esistono notevoli margini di miglioramento, mette a disposizione il know how e l¿esperienza della sua rete estera. Consideriamo importante sostenere la presenza di stand italiani alle fiere italiane ed estere, palcoscenici importanti su cui i nostri attori hanno la possibilità di far valere le qualità che più ci contraddistinguono: la nostra fantasia, la nostra creatività, il gusto italiani. Occorre poi realizzare strategie articolate a seconda dei diversi contesti geografici, della tipologia di libri e della dimensione delle imprese italiane, all¿interno di una visione strategica unitaria definita nell¿ambito dell¿Accordo di settore tra l¿Ice, il Ministero delle Attività Produttive e l¿AIE¿.
¿La ricerca ¿ ha sottolineato il presidente degli editori italiani, Federico Motta – colma una lacuna conoscitiva ponendoci tra i paesi più avanti in Europa sotto questo profilo: non sono molte le esperienze simili negli altri paesi. Ma, in particolare, evidenzia un quadro di luci ed ombre che ci permettono di avere consapevolezza tanto dei punti di forza quanto di quelli di debolezza. Questa è la base per determinare le strategie di azione delle nostre singole imprese, dell¿Associazione e delle politiche pubbliche¿.