COMUNICATO STAMPA
“Il cinema italiano ha bisogno di nuove sale per aumentare la sua penetrazione sul mercato”. Con questa consapevolezza, espressa dal Presidente dell’ANICA, Riccardo Tozzi, si è aperto oggi il convegno “Cinema & Territorio”, organizzato da ANICA e La Biennale di Venezia, secondo appuntamento di ANICA Incontra, la serie di approfondimenti sull’industria del cinema che si sta svolgendo al Lido di Venezia nello spazio Digital Expo reso fruibile all’Hotel Excelsior da Expo Venice e Biennale.
In una sala ricca di presenze istituzionali e di pubblico si è dipanato un dibattito sulle sale che si è rivelato strettamente connesso con quello del territorio e della sua riqualificazione, come ha ben rilevato il Presidente della Biennale, Paolo Baratta: “I cinema sono un punto essenziale della ricomposizione del territorio e delle città, un segno necessario dell’intervento dell’architettura sul tessuto sociale. Potremo discuterne l’anno prossimo in un appuntamento congiunto con la Biennale Architettura attraverso un evento collaterale che tratti il tema della sala inserita nel territorio”.
I film italiani sono riusciti a raggiungere quote di mercato molto alte: il Presidente Tozzi rivela che a fine anno si raggiungerà una percentuale del 40-45% per le pellicole nazionali. La quota più alta del mondo, che però, secondo Tozzi, “potrebbe aumentare ancora se si costruisse un circuito di sale più ampio ed equilibrato seguendo tre direttrici essenziali: la pianificazione territoriale, ossia inserendo la riqualificazione delle sale nei piani urbanistici e nell’edilizia pubblica; la riqualificazione delle sale di città; la costruzione di sale polifunzionali digitalizzate nei piccoli centri“.
Dei seimila schermi esistenti in Francia, il 25%, cioè 1500 sale, sono di proprietà dei comuni . In Italia questa è una strada da intraprendere con decisione: a fronte dei poco più di tremila schermi esistenti sul territorio nazionale, stiamo assistendo ad un depauperamento della presenza di sale nei centri urbani e nei piccoli centri che può essere recuperato attraverso una politica di incentivi, ma anche di una maggiore presenza degli enti locali nella riqualificazione del sistema di sale.
“Il digitale abbassa la soglia di accesso dei film nelle sale e la sua diffusione sul territorio –ha affermato in conclusione Riccardo Tozzi – e grazie all’apporto degli enti locali può costituire la più grande opportunità per la vita sociale”.
A Tozzi hanno risposto positivamente Cristina Scaletti, Assessore alla Cultura della Regione Toscana; Massimo Zanello, Sottosegretario alla Presidenza della Regione Lombardia con delega al cinema; Angelo Tabaro, Segretario alla Cultura della Regione Veneto ed Enrica Serrani, vice presidente del Coordinamento delle Film Commission italiane.
Particolarmente incoraggiante l’intervento di Alberto Versace, presidente di “Sensi Cinema”, la struttura interministeriale che incentiva la costituzione di strutture per il cinema nel territorio.
Il Presidente dell’AGIS, Paolo Protti è intervenuto, confermando sostanzialmente l’analisi di Tozzi, richiamando però all’attenzione della platea elementi di preoccupazione relativi alle ripercussioni negative e depressive sul settore derivanti dalla manovra del governo.
“Le sale cinematografiche devono entrare nei piani regolatori regionali per lo sviluppo dell’edilizia pubblica”: è stata la proposta di Mario Caligiuri, Coordinatore della Commissione Beni Culturali della Conferenza delle Regioni, che ha concluso il convegno. La proposta si associa a quella di costituire un fondo di garanzia regionale per la qualificazione dei centri storici: “i cinema non devono chiudere, così come le librerie –ha affermato convinto Caligiuri – e anzi ne devono aprire di nuovi, con l’obiettivo di avere almeno uno schermo per ogni comune”.