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Rai: indici di qualità. Gianni Celata (Roma Wireless), ‘Iniziativa pregevole del Ministro Gentiloni, occasione sprecata dal Comitato Scientifico’

INTERVISTA


Sulle conclusioni del Comitato Scientifico istituito dal Ministro Gentiloni e di cui Key4biz ha parlato nei giorni scorsi (Leggi articolo), abbiamo voluto sentire l’opinione del prof. Gianni Celata docente di economia della comunicazione a La Sapienza e alla LUISS, uno dei maggiori esperti di qualità televisiva.

 

 

K4B. Cosa ne pensa delle conclusione del Comitato Scientifico istituito dal Ministro Gentiloni sulla qualità televisiva?

 

Celata.   Iniziativa importante e pregevole del Ministro, occasione sprecata dal Comitato Scientifico.

 

 

K4B. Perché?

 

Celata.   Dalle cose che ho letto su Key4biz siamo in una linea di continuità con il glorioso IQS della Rai del 1993, presieduto dal mai sufficientemente compianto Jader Jacobelli e con i risultati della Commissione istituita dal Governo di centro destra nel 2003, presieduta da Roberto Caravaggi e composta per la Rai da Giancarlo Leone e Benito Benassi.

 

 

K4B. Cosa vuol dire?

 

Celata.   Che l’ambito su cui ha lavorato il Comitato Scientifico del Ministro Gentiloni è lo stesso su cui si era già mossa la Commissione del centro destra del Ministro Maurizio Gasparri. E lo stesso vale per le sue conclusioni. In entrambe, ciò che viene proposta è una indagine sulla qualità percepita/attesa dello spettatore. Aspetto rilevante, strategico, ma parziale e, se lasciato solo, inutile.

 

 

K4B. Può spiegarci meglio?

 

Celata.   Quello che percepisce lo spettatore è il risultato di un processo produttivo e tecnologico, svolto con risorse date che, se non indagate nello stesso tempo e in correlazione con la qualità attesa/percepita dallo spettatore, fa rimanere il tutto appeso al nulla. Non solo, ma le connessioni e i feed-back tra questi aspetti non possono coinvolgere solo l’opinione dello spettatore, che in ogni caso rimane centrale, ma devono coinvolgere anche chi produce i programmi, cioè i dipendenti Rai, le imprese fornitrici di contenuti e tecnologie e, aspetto non irrilevante, le condizioni economiche finanziarie in cui si svolge il loro lavoro.

Dicendo questo, non invento nulla, ci sono tonnellate di letteratura scientifica, di sperimentazioni e di modelli ampiamente applicati, non solo in Europa, di cui il Comitato Scientifico pare, dalle cose che ho letto, non aver tenuto conto.

 

 

K4B. Quindi cos’è quella proposta dal Comitato Scientifico?

 

Celata.   Un’indagine di mercato. Certamente sofisticata, comunque molto interessante, ma niente di più, niente di meno.

 

 

K4B. Ci sono somiglianze o differenze rispetto alle conclusioni del Comitato del centrodestra?

 

Celata.   Delle somiglianze ho già detto, anche se ce n’è una che personalmente mi preoccupa. Entrambe fissano dei valori cui deve ispirarsi il servizio pubblico. Ora, in questo campo o ci si riferisce ai dieci comandamenti o a qualcosa del genere, altrimenti si rischia di evocare regolamentazioni del comune senso del pudore e della buon costume o, all’estremo opposto, vocazioni polpottiane. Nel caso più probabile indicazioni e sensibilità della maggioranza di governo.

Ovviamente non era questa l’intenzione della Commissione e non è quella del Comitato Scientifico. Ma il nostro è un paese strano, in cui nessuno impara, nessuno ascolta e tutti pretendono di insegnare agli altri cosa fare, come comportarsi, come consumare. Ogni volta che vedo l’ombra di qualcosa del genere mi preoccupo. Ma in questo caso neppure di ombre si tratta. E’ una mia esagerazione.

 

 

K4B. E le differenze?

 

Celata.   Le conclusioni del Comitato introducevano, in misura parziale e limitata, anche le variabili messe in campo dal broadcaster Rai. Ricordo a memoria indici che rimandavano alla sperimentazione, alla rincorsa dell’audience, ai meccanismi linguistici. Non so che fine abbiano fatto, se sono state solo enunciazioni o se hanno prodotto qualcosa di reale. Mi sembravano spunti molto interessanti che non vedo ripresi dal Comitato Scientifico. Peccato!

 

 

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