INTERVISTA
Il WiMax è una tecnologia unica, capace di fornire connessioni a internet a banda larga sia fissa che mobile. Si tratta di un complemento indispensabile all’Adsl e al cavo per l’accesso fisso e di un concorrente importante del 3G per l’internet mobile. Abbiamo discusso con Alberto Lotti, Direttore Marketing, Strategie e Tecnologie Alcatel Italia delle prospettive di questa promettente tecnologia e degli ostacoli che essa ancora incontra sul mercato italiano.
K4B. Quali sono i vantaggi della tecnologia WiMax “2005” Universale rispetto alle altre?
Lotti. La tecnologia WiMax “2005” Universale non è una tecnologia Alcatel , ma è ormai lo standard di riferimento internazionale di WiMax. Alcatel non ha fatto altro che puntare a questa versione “universale” di standard fin dall’inizio dei propri sforzi di ricerca e sviluppo su WiMax, senza disperdere le proprie energie su soluzioni transitorie quali lo standard “2004”, limitato solo ad applicazioni fisse e nomadiche.
K4B. Quali le prospettive della tecnologia WiMax rispetto alle evoluzioni tecnologiche delle comunicazioni mobili (3G, Hsdpa)?
Lotti. L’evoluzione delle tecnologie mobili verso la cosiddetta quarta generazione, utilizzerà molte caratteristiche già presenti nello standard WiMax “2005”Universale. Questi temi sono ben conosciuti a livello di standardizzazione internazionale e si sta lavorando ad una traiettoria evolutiva in cui non ci saranno vincitori e vinti, bensì un progressivo miglioramento delle possibilità offerte dalla tecnologia, secondo un approccio di complementarietà delle tecnologie.
K4B. Quale sarà il posizionamento della tecnologia WiMax “2005” Universale nel contesto delle comunicazioni wireless a banda larga?
Lotti. Per quanto riguarda il posizionamento di questa tecnologia rispetto alle altre citate, dipende tutto dalla situazione esistente nell’area geografica considerata. Il posizionamento ideale di WiMax è relativo alle aree dove non c’è ancora disponibilità di larga banda su rete fissa o su rete mobile.
Questo vale per le aree a rischio di digital divide, ma anche per quelle già coperte da larga banda fissa o mobile, destinata, sulla spinta dei nuovi servizi, a essere insufficiente.
I maggiori costruttori di chipset, tra cui Intel, hanno già programmato lo sviluppo di chipset WiMAX da integrare nei PC già in fabbrica. Questo perché ci si aspetta una grande diffusione di WiMAX per applicazioni di tipo portabile/mobile in aree densamente popolate dove è già disponibile l’accesso a larga banda sulla linea di casa o dell’ ufficio.
Alcuni operatori di accesso a larga banda fisso (ADSL o FTTH) stanno programmando un’offerta WiMAX per aggiungere la prestazione della mobilita’/portabilita’ alla loro offerta.
Per quanto riguarda invece il confronto con altre tecnologie wireless a banda larga, come Wi-Fi e hyperlan, WiMax presenta molti vantaggi tipici di uno standard pensato fin dall’inizio per interconnessioni geografiche: vasta area di copertura, particolare attenzione alle problematiche di security, semplicità e operabilità.
K4B. Sul WiMax l’Italia accumula ritardo e rischia forti penalizzazioni. Vi sono solo ostacoli amministrativi relativi al possesso delle frequenze o crede che vi siano anche ostacoli di altro genere?
Lotti. Mi limito a constatare che , se c’è volontà “politica”, gli ostacoli amministrativi si superano facilmente perchè ci sono tante soluzioni a questi ostacoli.
K4B. Su quali criteri finanziari e tecnologici si dovrebbe basare secondo lei l’assegnazione delle licenze per il WiMax?
Lotti. Da un punto di vista tecnologico a parer mio l’unica precauzione da seguire è quella di non porre inutili vincoli al progresso tecnologico. Mi spiego: se si volesse condizionare l’assegnazione delle licenze all’utilizzo di uno standard di transizione come il WiMax “2004” (un tempo chiamato revisione “D”) e si impedisse l’utilizzo della nuova tecnologia WiMax “2005” (un tempo chiamato revisione “E”) allo scopo di tranquillizzare l’ansia di qualche operatore o di qualche fornitore, si farebbe una scelta che a medio termine si rivelerebbe come l’esclusione dell’Italia dall’utilizzo di una nuova tecnologia, che presenta vantaggi superiori. Tra l’altro, il WiMax “2005” rispetto al “2004” ha costi di implementazione più bassi, soprattutto per i CPE outdoor.
Da un punto di vista finanziario, credo che sia necessario in alcune zone , soggette a digital divide , ricorrere a incentivi pubblici per lo meno in fase iniziale, perché le regole di mercato da sole non sono sufficienti a giustificare il rischio di impresa e perché sono le aree dove la larga banda può facilitare l’accesso dei cittadini anche ai servizi pubblici. Mi sembra che ci sia questa tendenza in atto in tutta Europa; non dobbiamo confondere la sostanza (gli incentivi sono necessari) con la forma (le regole sugli incentivi al mercato devono essere all’interno del quadro di regole dell’Unione Europea).
K4B. Crede che, dopo gli ingenti esborsi per le licenze 3G, saranno molte le società che concorreranno per aggiudicarsi una licenza WiMax?
Lotti. In mancanza di incentivi pubblici, prevedo che il numero di società che concorreranno sarà molto limitato, anche considerando che il costo delle licenze in Italia non superi la media Europea, dove l’aggiudicazione delle frequenze sta comportando esborsi tra qualche centinaio di migliaia di euro e pochi milioni.
K4B. Prevedibilmente le licenze per il WiMax costeranno molto, ma molto meno di quelle 3G. Ci sarà una sollevazione da parte degli operatori mobili o saranno loro i primi a lanciarsi sul mercato?
Lotti. Ogni opportunità va considerata in modo distinto dagli investimenti passati: “investment done is gone”. Ad ogni modo, anche per gli operatori mobili il WiMAX è una tecnologia complementare e non alternativa rispetto ad altre, soprattutto verso l’utenza business, nei confronti della quale si potrebbe passare da un’offerta “dual mode” GSM/WiFi, come quella attuale, a una più performante UMTS/WiMAX.
K4B. Una volta lanciato il WiMax, crede che davvero le aziende investiranno nelle aree svantaggiate del Paese oppure tenderanno a concentrare i loro investimenti solo nelle aree più popolose?
Lotti. Ogni azienda si farà i propri business cases, naturalmente. Tocca alla governance pubblica far sì che i business cases includano dei parametri di incentivo che permettano l’abbattimento progressivo del digital divide e, contemporaneamente, la diffusione di nuove tecnologie nel nostro Paese.