INTERVISTA
A cura di Raffaele Barberio
Come rivitalizzare la strategia di Lisbona? Come ridare competitività all’Europa attraverso le ICT? Come far crescere produttività, innovazione e ricerca per ridare slancio alla economia della nuova Europa? Come costruire valore per dare benessere ai cittadini e migliorarne la qualità della vita?
Questi i temi di un confronto che si sta sviluppando da qualche mese in tutta Europa.
Anche in Italia, come è testimoniato dal seminario ¿Rethinking the European ICT Agenda¿, che si tiene stamani a Roma, presso la Sala del Cenacolo della Camera dei Deputati, e che vede insieme istituzioni, università ed imprese a confronto per discutere sul futuro dell’Agenda europea dell’ICT e sulle nuove politiche necessarie alla costruzione della Società dell’Informazione.
Il seminario, organizzato da Puntoit e Key4biz, prende spunto dall’iniziativa della Presidenza olandese della Ue che presenterà tra due giorni ad Amsterdam il Rapporto di PriceWaterhouseCooper ¿Rethinking the European ICT Agenda¿.
Su questi temi abbiamo sentito l’opinione di Luigi Gambardella, presidente di Puntoit, associazione impegnata ormai da cinque anni nella promozione del dibattito nazionale sui temi strategici della creazione della Società dell’Informazione.
Ne è venuto fuori un quadro complesso, da cui emergono criticità e molte opportunità, che vi riproponiamo.
K4B. Ripensare l’Agenda europea per il settore ICT è ormai un obbligo ineludibile. Da Bruxelles arrivano segnali forti. Come Puntoit vi siete sempre occupati di sviluppo della Società dell’Informazione, promovendo questi temi tra addetti ai lavori e opinione pubblica nazionale. Perché questa necessità, ora, di riconfigurare tappe ed obiettivi europei?
R. Siamo convinti che, oggi, una riflessione comune sulle priorità dell’agenda comunitaria per lo sviluppo del nostro settore debba essere affrontata innanzitutto interessando tutti gli attori coinvolti. E questo ripensamento s¿impone per due ragioni principali, strettamente collegate tra loro.
La prima riguarda la sfida per tutti gli Stati membri dell’Unione europea di tener fede agli impegni di Lisbona 2010, cioè la costruzione di un¿Europa capace di competere su scala mondiale attraverso un¿economia dinamica e basata sulla conoscenza.
La seconda è l’identificazione delle priorità strategiche per il raggiungimento di tale ambizioso obiettivo.
K4B. Detta così, sembra un obiettivo a portata di mano. E quali direzioni dovrebbe prendere la revisione dell’Agenda europea per il settore?
R. Le nuove istituzioni comunitarie e gli Stati membri, quindi anche l’Italia, devono porsi il problema di come migliorare tutte le politiche che tendono al raggiungimento degli obiettivi di Lisbona e, in particolare, di come perfezionare le politiche che regolano i settori-chiave per il raggiungimento di un¿economia competitiva su scala internazionale.
E¿ un dato accertato che il settore delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione gioca un ruolo chiave nella creazione di valore, contribuendo, con la pluralità d’imprese che operano nei suoi diversi segmenti, alla crescita della produttività dell’economia.
K4B. Creazione del valore e crescita della produttività sono obiettivi strategici. E allora, quali i dati che confermano il ruolo strategico dell’ICT nella crescita della produttività?
R. Nell’Europa occidentale, il volume del mercato ICT nel 2003 era pari a 592 miliardi di euro (cioè il 3,1% del PIL, impiegando il 7% della forza lavoro business).
Le attese di crescita del settore nel suo complesso per la fine del 2004 registrano un tasso pari al 12,3%. l’impatto del settore sull’economia in generale va ben oltre il suo contributo diretto al PIL, esercitando effetti sia sulla crescita della produttività del lavoro sia sull’innovazione (la stessa Commissione europea ha stimato che, nella seconda metà degli anni Novanta, l’ICT ha contribuito per il 40% alla crescita complessiva della produttività del lavoro in Europa).
Il contributo del settore all’aumento della produttività deriva soprattutto dall’effetto economicamente rilevante che l’utilizzo di applicazioni ICT ha sull’integrazione funzionale delle attività lungo la catena del valore e sulla diminuzione dei costi di transazione (la cd. Multi-factor productivity) .
Nell’analizzare la crescita della produttività negli USA nel periodo 1995-2002, il US Council of Economic Adviser ha segnalato che la crescita complessiva è avvenuta per il 75% grazie agli investimenti nell’ICT.
Sempre negli USA, gli investimenti in ICT, che nel 2001 hanno raggiunto il 30 % del totale, hanno determinato una maggiore crescita del Prodotto Interno Lordo di quasi un punto percentuale all’anno. Dalla seconda metà degli anni Novanta, la produttività americana ha registrato un¿accelerazione senza precedenti e tale aumento è rimasto elevato anche nelle fasi di crescita più lenta.
Ora, gli investimenti nel settore hanno riflessi positivi non solo sul business, ma anche direttamente su altre aree che contribuiscono alla crescita globale di un¿economia (si pensi ai vantaggi dell’eGovernment per i cittadini e le pubbliche amministrazioni, all’eLearning per garantire i requisiti di aggiornamento e formazione continua, all’eHealth per il miglioramento della qualità della vita ecc.).
K4B. In tal caso, sembra del tutto evidente che il dibattito appena avviato sulla riformulazione delle politiche Ue sia quindi non solo opportuno, ma anche necessario. O sbaglio?
R. A distanza di qualche anno dallo scoppio della ¿internet bubbole¿, l’Europa deve accelerare il passo e sfruttare al meglio le potenzialità che il settore può offrire, accanto a politiche industriali e macroeconomiche tese ad una crescita sostenibile, nella realizzazione degli obiettivi di Lisbona.
Questo ambizioso obiettivo è stato riconosciuto dalle istituzioni comunitarie: il Presidente designato Barroso ha dichiarato che Lisbona rimane prioritaria nel programma della nuova Commissione.
Valutiamo molto positivamente, in questa direzione, anche l’istituzione, da parte del Consiglio europeo dello scorso marzo, del Gruppo di lavoro ad alto livello presieduto da Wim Kock (e di cui fa parte per l’Italia il prof. Luigi Paganetto) che ha il compito di supportare la Commissione nell’ambito del processo di revisione delle strategie di Lisbona.
Bisogna riconoscere, inoltre, i successi che si sono registrati in Europa in questi ultimi anni e trarre esempio da tali successi.
La telefonia mobile, ad esempio, ha registrato altissimi tassi di crescita e ottime prospettive si stanno delineando per il mercato del 3G.
Un altro esempio di mercato in forte espansione è quello della banda larga, che nel corso del 2003 ha registrato in Europa tassi di crescita record, pari a quasi il 100%.
I dati disponibili per il 2004 mostrano, infine, che la crescita continua a ritmi sostenuti, che gli operatori continuano ad investire e che i mercati sono sempre più competitivi.
K4b. Certo, si percepisce da qualche tempo l’indebolimento della capacità competitiva dell’Europa. Vi è il rischio che l’Europa non stia al passo nel mercato globale?
R. La stretta relazione fra investimenti in ICT e crescita sostenuta della produttività, evidenzia che ad oggi i progressi compiuti dall’Europa non sono ancora sufficienti e che l’UE non marcia allo stesso ritmo di USA e Giappone.
Le ICT non hanno ancora pienamente dispiegato i loro effetti positivi sulla crescita (tra il 1996 e il 2001 hanno contribuito in media per 0,8 punti percentuali alla crescita annua del Pil statunitense, nei Big Five europei solo per 0,4 punti percentuali) e sulla produttività, che è cresciuta al ritmo medio del 2,3% negli Usa contro l’1,7% nell’Ue tra il 1995 e il 2001.
Appare quindi necessario che l’Europa, nel percorso verso gli obiettivi di Lisbona, assegni allo sviluppo dell’ICT una posizione di primo piano nella propria Agenda politica.
K4B. Quali, fra le azioni indicate dallo Studio di PriceWaterhouseCoopers, sono quelle prioritarie per lo sviluppo del settore ICT?
R. Credo che sia possibile identificare due azioni prioritarie: la prima consiste nella realizzazione della visione “Any content, any time, anywhere, any platform“, vale a dire l’incentivo alla diffusione dei contenuti in un ambiente multipiattaforma;
La seconda riguarda la rimozione delle barriere, anche regolatorie, che frenano la crescita dell’ICT, la crescita degli investimenti e lo sviluppo delle reti di nuova generazione.
K4B. Provo a semplificare: più contenuti sulla rete e meno vincoli allo sviluppo del mercato?
R. E¿ fondamentale che i consumatori possano accedere ai contenuti su tutte le nuove piattaforme. E¿ questo un problema largamente dibattuto e riconosciuto in sede europea.
Uno dei motori dell’industria ICT è lo sviluppo di reti e servizi a banda larga e uno dei requisiti del successo della banda larga risiede nella disponibilità di trasmettere contenuti attraenti ed innovativi ai consumatori.
Sono chiarissime, a questo proposito, le parole pronunciate recentemente dal Commissario Monti: ¿Gli investimenti nel settore delle telecomunicazioni non sono sufficienti; lo sviluppo dell’industria del broadband dipende in modo cruciale dall’assicurare l’accesso a contenuti attraenti. E¿ riconosciuto che nel futuro la distribuzione del contenuto può diventare la fonte principale di ricavi per gli operatori a banda larga¿
Naturalmente, deve essere sottolineato che una sempre maggiore circolazione dei contenuti sulle nuove piattaforme deve essere accompagnata da un¿adeguata tutela dei diritti di proprietà intellettuale.
E¿ fondamentale quindi che l’Agenda europea per lo sviluppo del settore ICT identifichi chiaramente questo problema e che misure appropriate vengano adottate (garantendo accesso competitivo) affinché il problema della disponibilità dei contenuti non costituisca una barriera allo sviluppo dei nuovi mercati emergenti.
Il successo della concorrenza nel mercato del broadband ci fa capire che deve essere garantita concorrenza anche nel mercato dei contenuti, in modo da sostenere la realizzazione della visione “Any content, any time, anywhere, any platform“.
K4B. Quanto e in che modo l’intervento normativo può contribuire allo sviluppo dei mercati ICT?
R. La regolamentazione è uno degli elementi chiave delle politiche per il settore ICT.
Una sempre crescente innovazione, tuttavia, richiede un sistema di regole. semplici e coerenti, che facilitino l’assunzione di rischi da parte degli operatori del mercato. Un sistema di regole, in altre parole, che consenta al mercato di crescere rapidamente e di sfruttare al pieno le proprie potenzialità.
Tutti i paesi devono trovarsi su un piano di parità e perciò è importante che si persegua un elevato grado di armonizzazione.
Il nuovo quadro europeo per le comunicazioni elettroniche offre l’opportunità di soddisfare queste esigenze e nella sua applicazione devono essere rispettati i principi ai quali si ispira.
l’intervento regolatorio deve essere basato sui principi del diritto della concorrenza, deve essere proporzionato e deve incoraggiare gli investimenti, evitando che regole troppo rigide costituiscano possibili barriere a mercati caratterizzati da forte innovazione.
In particolare, è necessario che l’esercizio di regolamentazione compiuto in sede comunitaria e nazionale identifichi l’esistenza di nuovi possibili ostacoli al processo di convergenza delle piattaforme e allo sviluppo delle reti di nuove generazione, elementi determinanti nel cammino verso il raggiungimento degli obiettivi che l’Europa ha delineato a Lisbona.
K4B. Allora, il dibattito è aperto?
R. Lavoriamo per questo obiettivo.
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