Government on-line: intervista a Laura Simeoni, TNS ABACUS

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INTERVISTA


eGovernment

Intervista a cura di Pierluigi Sandonnini 
 

 

Il rapporto annuale ¿Government on-line¿ realizzato da Taylor Nelson Sofres si prefigge di mettere in luce importanti aspetti del rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione per quanto riguarda l’utilizzo di servizi online. Abbiamo chiesto a  Laura Simeoni, Associate Sales & Marketing Director di TNS Abacus di commentare i dati relativi all’ultimo sondaggio effettuato e diffuso.

 

 

Come è stata realizzata, in pratica, la ricerca? Quali le difficoltà incontrate?

 

Grazie alla presenza del gruppo in molti Paesi del mondo, nel 2002 l’indagine è stata realizzata in 31 Paesi (28 nel 2001) per un totale di 28.952 persone intervistate.

l’utilizzo dello stesso identico questionario e della stessa metodologia di raccolta delle informazioni garantisce la confrontabilità dei dati e quindi le analisi sugli stessi: tutte le interviste sono state infatti realizzate telefonicamente a campioni rappresentativi della popolazione di 14 anni e oltre di ciascun paese, in un periodo compreso fra giugno e settembre 2002.

Precisamente, in Italia sono state effettuate 800 interviste a persone rappresentative della popolazione di 14 anni e oltre, secondo quote di sesso, età, area geografica e ampiezza dei centri. La rilevazione ha avuto luogo l’11 e il 12 luglio 2002.

Grazie alla competenza di tutti gli Istituti di ricerca coinvolti, non si sono riscontrate difficoltà nella realizzazione dell’indagine.

A tutti gli intervistati sono state poste sostanzialmente tre domande:

  • utilizzo di Internet nell’ultimo mese in generale;
  • utilizzo di Internet nell’ultimo anno per:
    – avere informazioni sulla PA (information seekers);
    – stampare moduli della PA (downloaders);
    – fornire informazioni personali alla PA (providers);
    – effettuare pagamenti alla PA (transactors);
    – esprimere un punto di vista alla PA (consulters).
  • giudizio sul livello di sicurezza a fornire informazioni personali alla PA


Perché, secondo il suo giudizio, l’Italia è indietro in questo settore (rispetto alla penetrazione totale di Internet)?
 

Il dato dell’Italia sull’eGovernment (il 20% della popolazione ha utilizzato Internet per avere contatti con la PA, ovvero ha effettuato nell’anno almeno una delle attività indicate alla domanda ¿b¿) colloca il nostro paese al 21° posto nella lista dei 31 paesi analizzati.

Si tratta di un dato che deve essere considerato non negativo anche se ben inferiore rispetto alla media internazionale pari a 30%.

Bisogna infatti considerare il contesto e l’evoluzione degli ultimissimi anni, ovvero:

 

  • la forte crescita della penetrazione di Internet in Italia negli ultimi 2 anni ha consentito all’Italia di raggiungere solo nell’ultimo anno i maggiori paesi europei (passando dal 17% degli italiani di 14 anni e oltre che avevano utilizzato Internet nell’ultimo mese prima della rilevazione del 2000, al 30% del 2001): l’Italia ora si attesta al 39% con Germania e UK al 42% mentre Francia e Spagna seguono.
  • recenti sono gli investimenti e la spinta all’evoluzione da parte dell’amministrazione centrale italiana nei confronti dell’eGovernment.

Inoltre, l’analisi di Spagna, Francia, Germania e UK evidenzia che nei paesi del Centro Europa il valore generale di utilizzo dell’eGovernment nell’anno è intorno al 23/24% (UK solo 13%): l’Italia non è quindi così lontana.

Altro invece è parlare del Nord Europa e di altri paesi leader nel mondo, quali Canada, Australia e USA: la penetrazione dell’eGovernment supera il 40% raggiungendo, nel caso della Norvegia e della Svezia, rispettivamente il 56% e il 57%.  

 

La loro leadership deriva soprattutto dalla penetrazione di Internet, con valori che nella maggior parte dei casi superano nel 2002 il 60% della popolazione e che risultano alquanto elevati già da qualche anno. Una variabile comune fra questi paesi è la bassa densità della popolazione: Internet e l’eGovernment sono strumenti indispensabili per rendere più semplici le relazioni.  

Il dato dell’Italia garantisce quindi una buona partenza: il futuro sarà determinato dalla qualità dei servizi offerti e ovviamente anche dalla crescita del web.

 

 

Il problema della sicurezza sembra predominante (solo il 23% si sente sicuro). Cosa si può fare per superarlo?

 

Considerando tutti i 31 paesi, mediamente ben il 63% degli intervistati dichiara di ritenersi ¿insicuro¿ o ¿molto insicuro¿ a fornire informazioni personali (ovvero per es. numero di carta di credito o il proprio reddito).

Bisogna considerare però anche altri aspetti:

  • una tendenza a fidarsi di più: chi si riteneva ¿sicuro¿ o ¿molto sicuro¿ nel 2001 era pari al 14%, mentre nel 2002 abbiamo raggiunto il 23%;
  • accedere ai siti della PA non vuol dire solo fornire informazioni personali ed effettuare pagamenti, ma anche cercare informazioni, scaricare modulistica che verrà poi inviata con altri mezzi (ritenuti magari più sicuri) ed anche dialogare con la PA.

Nonostante tali considerazioni – che ne attenuano l’impatto – la sicurezza è e rimane una barriera all’utilizzo appieno di tutte le potenzialità dei siti della PA ed è importante sottolineare che tale aspetto accomuna la PA all’e-commerce.

Inoltre l’Italia è fra i paesi con una maggiore percezione negativa (ben il 72% della popolazione si ritiene insicura) e si tratta di un aspetto che negli ultimi tre anni non ha consentito di incrementare la % degli user Internet italiani che effettuano e-commerce (valore stabile al 7% dal 2000 ¿ dati dell’indagine Global E-commerce realizzata nel 2000-2001 e 2002 dal gruppo Taylor Nelson Sofres e da TNS Abacus in Italia).

Tutta la Rete deve quindi strutturarsi al fine di garantire livelli di sicurezza sempre più elevati, ma si dovrà anche agire sugli atteggiamenti: Internet offre sostanzialmente gli stessi sistemi di sicurezza in tutto il mondo, eppure la percezione è ampiamente più positiva nei paesi che usufruiscono maggiormente dei servizi della Rete e anche dei siti della PA (¿sicura¿ si ritiene oltre il 30% della popolazione, sino ad arrivare al 40% della Danimarca).

 

 

Come si spiegano i differenti dati rilevati fra i due sessi ?

 

l’ eGovernment riflette l’utilizzo generale della Rete che, per ora, vede ancora gli uomini prevalere sulle donne (46% degli uomini contro il 38% delle donne).

Chi accede a Internet ha quindi la possibilità di consultare anche i siti della PA, ma ovviamente fondamentale è l’interesse per farlo: infatti differenze si registrano considerando l’età dove la forte presenza di user Internet fra gli under 25 (media dei 31 paesi pari al 65% delle persone con età fra i 14 e i 24 anni; si tratta della percentuale maggiore fra tutte le classi di età considerate: 53% fra i 25 e i 34 anni e 48% fra i 35 e i 44 anni; le altri classi ottengono valori ampiamente inferiori) si traduce in un eGovernment sostanzialmente in linea con le due classi attigue cioè fino ai 44 anni.

Anzi sono questi ultimi, i 35-44enni, insieme ai 55-64enni a far registrare il maggior incremento rispetto all’anno passato: la Rete li ha ¿raggiunti¿ e loro giustamente la utilizzano per le necessità tipiche della loro età. 

 

 

Cosa pensa del ¿digital divide¿, il divario che separa i diversi strati della popolazione?

 

l’accesso alla Rete e al corretto e ampio utilizzo dei siti della PA crescerà e migliorerà nel tempo ma non raggiungerà ancora per molto l’intera popolazione. È quindi importante ricordare la funzione pubblica di tali siti e dei servizi che offrono, i quali per molto tempo dovranno essere quindi ancora erogati anche nei modi tradizionali.

 

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