Europa
A giugno 2003, circa l¿8% degli europei aveva un accesso a servizi a larga banda. Una percentuale raddoppiata negli ultimi dodici mesi. L¿Italia si trova abbondantemente al di sotto di questa media: appena l¿1,9%.
La tecnologiax-DSL è la più utilizzata, con il 56% degli abbonati. Secondo una indagine condotta da Forrester Research, il 64% degli europei che scelgono la larga banda lo fanno per avere la linea telefonica libera, il 58% per avere una connessione più veloce, il 49% per esserealways on.
Il piano d¿azione eEurope
Il piano d”azione eEurope 2002, sottoscritto al Consiglio europeo di Feira del giugno 2000, è un elemento centrale della strategia di trasformazione dell”economia europea (riferimenti, documenti e risultati dell¿eEurope benchmarking: http://europa.ue.int/eeuropee ).
Al Consiglio europeo di Lisbona, l”Unione Europea si è posta l”obiettivo di diventare entro il 2010 l”economia fondata sulla conoscenza più dinamica al mondo. Scopo generale dell”iniziativa eEurope è mettere quanto prima possibile l”Europa on-line. Nel perseguire tale fine, il piano d”azione si focalizza su tre settori:
accesso a Internet più economico, rapido e sicuro;
investire nelle risorse umane e nelle competenze;
promuovere l”utilizzo di Internet.
Il piano d”azione eEurope è costruito su una metodologia che prevede l”adozione in tempi rapidi delle misure giuridiche, il riorientamento dei programmi di sostegno finanziario esistenti e un”analisi comparativa.
La Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento Europeo, al Comitato Economico e Sociale e al Comitato delle Regioni del 5 febbraio 2002, contiene una analisi comparativa dei progressi dell¿iniziativa eEurope.
Il Consiglio europeo di Lisbona ha stabilito di monitorare i progressi compiuti nella realizzazione dell”economia della conoscenza attraverso un “metodo di coordinamento aperto” incentrato sull”analisi comparativa delle prestazioni nazionali. La Commissione ha presentato una rassegna dei progressi complessivi realizzati nell”ambito della strategia di Lisbona (“La strategia di Lisbona – Produrre il cambiamento”).
Agli inizi del 2002 è stato adottato un nuovo pacchetto normativo per i servizi di comunicazione elettronica che rafforzerà ulteriormente la concorrenza una volta recepito negli ordinamenti degli Stati membri (di norma entro luglio 2003, in pratica con molte deroghe a questa data).
eEurope 2005
Il 28 maggio 2002 la Commissione Europea ha pubblicato un nuovo piano d¿azione, denominato “eEurope 2005: una società dell¿informazione per tutti¿. Il documento, composto da 23 pagine, è stato redatto in vista del Consiglio Europeo di Siviglia del 21 e 22 giugno 2002.
L¿obiettivo di questo nuovo piano d¿azione della Commissione Europea è fornire un ambiente favorevole per gli investimenti privati e per la creazione di nuovo lavoro, incrementare la produttività, modernizzare i servizi pubblici e dare a tutti l¿opportunità di partecipare alla società dell¿informazione globale.
eEurope 2005 si prefigge inoltre di stimolare la sicurezza di servizi, le applicazioni e i contenuti basati su un¿ampia disponibilità di infrastrutture a banda larga.
Il piano nasce dalla richiesta del Consiglio Europeo di Barcellona alla Commissione di delineare un¿azione focalizzata, oltre che sulla diffusione della banda larga e la sicurezza delle reti, sullo sviluppo di eGovernment, eLearning, eHealth ed ebusiness.
eEurope 2005 mette gli utenti al centro. Si propone, cioè, di rafforzare la partecipazione, attraverso misure di eInclusion su tutte le linee di azione. Per ottenere è importante assicurare la fornitura di servizi multipiattaforma. È noto, infatti, che non tutti i cittadini europei dispongono di un computer; è dunque necessario assicurare, in special modo per i servizi pubblici on line, che l¿erogazione avvenga su differenti terminali, come televisori o telefoni mobili, affinché ci sia realmente una inclusione di tutti i cittadini.
La larga banda
Nella comunicazione indirizzata al Consiglio di Barcellona, la Commissione ha riconosciuto l”importanza dell”accesso a Internet a banda larga in quanto “fattore chiave per il miglioramento delle prestazioni dell”economia (“La strategia di Lisbona – Produrre il cambiamento”, COM (2002) e documento di lavoro a sostegno di tale relazione, SEC(2002) 29 del 15.1.02)
Secondo la Commissione Europea, la lentezza di Internet comporta seri problemi per il suo rapido utilizzo a fini commerciali, per due motivi: il tempo necessario per la ricerca in diversi siti web molto strutturati costituisce un deterrente in termini di scomodità o di spesa; in secondo luogo, la televisione ha abituato le persone alla ricchezza di contenuti multimediali e audiovisivi. Attualmente Internet non è in grado di offrire altrettanto.
La dorsale Internet è generalmente molto veloce e utilizza anelli sotterranei in fibra ottica. Il problema è costituito dalla tradizionale rete a banda stretta che la collega alle abitazioni. Il problema si sta risolvendo gradualmente grazie alla tecnologia ADSL che, insieme alla Tv via cavo, rappresenta un primo passo verso i collegamenti a larga banda. Stanno inoltre prendendo forma altre alternative come il collegamento satellitare, la Tv interattiva digitale, l”accesso fisso senza fili a larga banda e il collegamento in fibra ottica fino alle abitazioni; ma fino a oggi la loro incidenza è stata trascurabile.
Le cifre disponibili sul numero di collegamenti residenziali a larga banda indicavano che l”adozione di tale tecnologia varia notevolmente a seconda degli Stati membri.
A dominare la classifica dell”accesso a Internet tramite cable modem sono i Paesi con le reti televisive via cavo più sviluppate (in Belgio e in Olanda oltre l”85% delle famiglie è collegato alla rete via cavo); questi stessi Paesi traggono inoltre vantaggio dalla concorrenza tra distributori di Tv via cavo e fornitori di servizi ADSL.
La liberalizzazione dell”ultimo miglio (unbundling) ha inciso in modo limitato sulla concorrenza nei servizi ADSL, ma alcuni operatori storici hanno optato per una strategia di marketing di promozione attiva dell¿ADSL per acquisire quote di mercato a scapito della concorrenza dell¿accesso via cavo.
Nel piano d¿azione eEurope 2005, la Commissione prende atto che i governi di tutto il mondo stanno sempre più accettando l¿idea che l¿accesso a larga banda sarà centrale per lo sviluppo economico dei loro Paesi. Tuttavia, gli investimenti per le infrastrutture a banda larga dovranno venire principalmente dal settore privato. Nelle sue linee guide di politica economica, la Commissione raccomanda che ¿gli Stati membri dovrebbero assicurare l¿effettiva concorrenza nelle reti locali di telecomunicazioni (local loop) allo scopo di accelerare lo sviluppo delle reti europee a banda larga¿. Ci si attende che la concorrenza guidi gli investimenti, generi innovazione e prezzi più bassi. La politica pubblica dovrebbe focalizzarsi laddove la concorrenza non sia effettiva o dove gli obiettivi politici (come la copertura omogenea del territorio) non siano assicurati.
Il nuovo quadro
Il nuovo quadro regolatorio, che dovrà essere applicato in tutti gli Stati membri dal luglio 2003, recepisce in pieno la natura convergente della banda larga. Incoraggiare gli investimenti in infrastrutture e promuovere l¿innovazione sono gli obiettivi dichiarati per i regolatori. Ciò implica di tenere conto della necessità per gli investitori di ottenere un adeguato ritorno sui loro investimenti, alla luce dei rischi che essi si assumono. Ciò significa anche che le incertezze nella regolazione devono essere ridotte il più possibile.
Nel più ampio contesto del progetto dell¿area della ricerca europea, la Commissione sta promovendo il pieno sviluppo delle reti a banda larga attraverso le comunità di ricerca.
Ciò proseguirà sotto il Sesto Programma Quadro, utilizzando i nuovi strumenti di priorità dei progetti di reti di eccellenza e integrate. In termini pratici, sarà supportato l¿aggiornamento e l¿efficienza delle tecnologie per le reti in fibra ottica, i servizi a banda larga wireless (3G), i sistemi di accesso a banda larga via satellite, la convergenza delle reti fisse e mobili, compresa la transizione alla prossima generazione del protocollo Internet (IPv6).
A riguardo, la Commissione ha già fissato i passi necessari nella comunicazione ¿Next Generation Internet ¿ priorità per l¿azione di migrazione verso il nuovo protocollo Internet IPv6¿ e quali raccomandazioni dovranno essere seguite.
La strategia per la banda larga presenta un quadro complesso, che coinvolge tutti i livelli: internazionale, europeo, nazionale, regionale e locale e attraverso una gamma di differenti players, nel settore privato e pubblico. La Commissione dovrà approfondire l¿analisi delle scelte di politica e degli ostacoli esistenti allo sviluppo della banda larga, in particolare con una visione di ampio accesso ai nuovi servizi attraverso piattaforme aperte per la televisione digitale e la 3G, in linea con le richieste del Consiglio Europeo di Barcellona.
Queste le azioni proposte da eEurope 2005:
politiche di spettro: la Commissione userà il nuovo quadro regolatorio per la politica sullo spettro radio per assicurare la disponibilità dello spettro per i servizi wireless (ad esempio W-Lan) e per cooperare con gli Stati membri riguardo l¿introduzione di questi servizi;
accesso a banda larga nelle aree sfavorite: gli Stati membri, in cooperazione con la Commissione, dovrebbero supportare, ove necessario, lo sviluppo in aree sfavorite e, dove possibile, poter utilizzare fondi strutturali e/o incentivi finanziari (senza pregiudizio per le regole della concorrenza);
ridurre le barriere allo sviluppo della banda larga: gli Stati membri dovrebbero facilitare l¿accesso ai diritti di passaggio e rimuovere le barriere legislative;
contenuti multi-piattaforma: le pubbliche autorità negli Stati membri e il settore privato dovrebbero aiutare a offrire i loro contenuti su differenti piattaforme tecnologiche, come Tv digitale interattiva, 3G, ecc. La Commissione intende appoggiare progetti di ricerca e sperimentazioni e dovrà identificare gli ostacoli di natura normativa all¿utilizzo della televisione digitale per i servizi interattivi;
passaggio al digitale: allo scopo di accelerare la transizione alla televisione digitale, gli Stati membri dovrebbero chiaramente indicare le condizioni richieste per il passaggio. Tra queste, una tabella di marcia, uno studio sulle condizioni di mercato, una possibile data per la fine delle trasmissioni analogiche terrestri, con conseguente riallocazione delle frequenze.
I piani nazionali di passaggio al digitale potrebbero anche essere un¿opportunità per dimostrare un approccio di piattaforma neutrale alla televisione digitale, tenendo conto degli strumenti di distribuzione (in primis il satellite, cavo e terrestre).
In dettaglio:
piano d”azione eEurope:GLI OBIETTIVI EUROPEI
Link
News
eEurope Benchmarking Report Published (06/02/02)
Comunicati stampa
eEurope: Taking stock of results and setting priorities for the Barcelona European Council (12/02/02)
Discorsi
The eEurope 2002 Action Plan (17/01/02)
eEurope: Challenges and Opportunities(11/10/01)
Wireless Communications in Europe: Present Challenges and Future Perspectives (15/06/01)
eEurope – An information society for all (19/04/01)