Italia
Con il decreto ministeriale 14 novembre 2001, pubblicato sulla G.U. 291 del 15 dicembre 2001, il ministro delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri, ha approvato il programma per lo sviluppo in Italia della radiodiffusione sonora in tecnica digitale, che segue l¿approvazione del decreto 24 luglio 2001 sul programma per lo sviluppo delle nuove tecnologie di trasmissione radiotelevisiva digitale su frequenze terrestri e da satellite e per l”introduzione dei sistemi audiovisivi terrestri a larga banda, previsto dal decreto legge n. 5 del 23 gennaio 2001, convertito, con modificazioni, con la legge n. 66 del 20 marzo 2001.
L”introduzione della tecnologia digitale, così come avvenuto per le trasmissioni televisive, interessa anche le trasmissioni radiofoniche, sia pure con diverse caratteristiche di sviluppo.
I principali sistemi di diffusione radiofonica in tecnica digitale si possono raggruppare in:
- diffusione audio via satellite (BSS)
- diffusione con trasmettitori terrestri a servizio di aree con visibilità quasi diretta dall”antenna al trasmettitore (T-DAB)
- diffusione con trasmettitori terrestri in onde medie e onde corte digitali (DRM)
Per la radiofonia da satellite, la Conferenza mondiale per le radiocomunicazioni (WRC) del 1992 ha reso disponibili bande a radiofrequenza negli spettri a 1,5 GHz, 2,3 GHz e 2,6 GHz, opportunamente regolamentate.
Le onde medie e corte hanno già applicazioni pratiche sia in Europa sia in altri continenti. In tutto il mondo vengono effettuati studi di propagazione in tecnica digitale.
Questa tipologia di onde radio è adatta alla copertura di vasti territori, per cui si sta studiando a livello mondiale, in seno all”Unione internazionale delle telecomunicazioni (Itu), la possibilità di determinare uno standard unico per la radiodiffusione digitale internazionale.
Lo standard T-DAB
Il T-DAB – Digital Audio Broadcasting ¿ è lo standard prescelto per la diffusione delle trasmissioni radiofoniche digitali sulle frequenze terrestri. A tale standard fanno riferimento le decisioni legislative assunte in molti Paesi dell”Unione europea, compresa l”Italia.
La possibilità di sperimentare le trasmissioni radiofoniche in tecnica digitale era già prevista in Italia dalla legge n. 249 del 1997, che riserva tale possibilità ai concessionari e agli autorizzati privati e alla concessionaria pubblica Rai. Per quest”ultima, il contratto di servizio prevede uno specifico impegno di copertura del territorio mediante impianti che diffondono servizi radiofonici in tecnica numerica T-DAB, in accordo con gli standard ETSI.
La legge n. 66 del 2001 ha determinato come standard tecnico per la radiodiffusione sonora digitale, il DAB (Digital Audio Broadcasting), che consente di offrire, oltre ai normali programmi radiofonici, prodotti e servizi multimediali anche interattivi. Inoltre, ha previsto la pianificazione delle frequenze terrestri per la radiodiffusione sonora in tecnica digitale e rinviato il piano nazionale di assegnazione delle frequenze in tecnica analogica a una data successiva alla effettiva introduzione del sistema digitale e allo sviluppo del relativo mercato.
Tuttavia, a differenza della diffusione digitale televisiva – per la quale la legge stabilisce il termine del 2006 per la totale trasformazione delle trasmissioni da analogico a digitale – nel settore radiofonico i tempi di sviluppo saranno più lunghi, in quanto i programmi radiofonici digitali terrestri sono irradiati su frequenze diverse da quelle attualmente utilizzate per le trasmissioni radiofoniche analogiche.
Nel settore radiofonico non è prevista dunque una data di switch-off, con il totale abbandono delle emissioni analogiche in favore di quelle digitali; lo sviluppo del mercato sarà perciò determinato dall”offerta di servizi nuovi in grado di stimolare l”interesse dell”utenza a dotarsi di ricevitori radiofonici digitali, la cui commercializzazione dipenderà molto anche dal costo.
Gli obiettivi del programma
Gli obiettivi che il programma approvato dal ministero delle Comunicazioni si propone di conseguire, sono:
a) incentivare lo sviluppo della domanda di programmi radiofonici digitali mediante la promozione dell”acquisto di ricevitori digitali da parte degli utenti;
b) favorire lo sviluppo di una capillare rete di promozione e distribuzione dei ricevitori;
c) favorire l”adozione di corrette politiche di marketing dei programmi radiofonici avanzati, adatti a sostenere la crescita del mercato;
d) rafforzare il settore degli investimenti in infrastrutture tecnologiche per la distribuzione di programmi radiofonici digitali, incoraggiando gli operatori ad investire in tecnologia digitale;
e) garantire, attraverso una opportuna regolamentazione, identiche possibilità di sperimentazione agli operatori in relazione all”effettiva disponibilità di frequenze e parità di condizioni di trasmissione in termini di qualità e quantità.
f) incoraggiare la diffusione di nuovi tipi di contenuti radiofonici adatti alla trasmissione in tecnica digitale e di un”ampia gamma di servizi multimediali;
g) incoraggiare la formazione degli operatori del settore radiofonico, in particolare nei settori dell”impiego delle nuove tecnologie, per la produzione e la distribuzione di programmi radiofonici ad alto valore aggiunto;
h) estendere al maggior numero di emittenti la sperimentazione delle tecnologie digitali, al fine di consentire in tempi rapidi lo sviluppo del relativo mercato, anche attraverso una opportuna e razionale pianificazione delle frequenze.
Conclusioni del programma
Il programma di sviluppo delle trasmissioni radio digitali terrestri si conclude con la considerazione che l”effettiva implementazione del servizio, i cui vantaggi sono notevoli per l”utenza e per il sistema Paese, può essere opportunamente promossa attraverso una serie di interventi a sostegno del settore, riguardanti sia lo sviluppo delle infrastrutture, sia lo sviluppo della commercializzazione dei ricevitori, attraverso lo sviluppo della domanda e dell”offerta di programmi.
Piano di assegnazione delle frequenze per la radiodiffusione sonora in tecnica digitale (DAB-T)
Il 31 luglio 2002, l”Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, su proposta del Commissario relatore Mario Lari, ha approvato il Piano nazionale di assegnazione delle frequenze per la radiodiffusione sonora in tecnica digitale (DAB-T), in base alle procedure e ai criteri previsti dalle leggi 249/97 e 66/01.
Destinati alla radiodiffusione sonora digitale venti blocchi di frequenze, così ripartiti:
- quattro blocchi nella banda VHF – III
- sedici blocchi nella banda UHF – L
Ai fini della pianificazione delle reti, il territorio nazionale è stato suddiviso in bacini di utenza nazionali e locali. I primi coincidono con un”area geografica che comprende almeno il 60 per cento del territorio e tutti i capoluoghi di provincia; i secondi con i territori delle regioni o delle province.
Le reti a copertura nazionale sono sette, così suddivise:
- tre nella banda VHF – III, di cui due di tipo SFN (Single Frequency Network
- a singola frequenza), non decomponibili a livello locale e una di tipo 2-SFN, decomponibile a livello regionale
- quattro nella banda UHF – L, del tipo 4-SFN, decomponibili a livello provinciale
Il numero delle reti a copertura locale varia da un minimo di 279 a un massimo di 344.
L”Autorità ha preso anche in considerazione l”eventualità di pianificare ulteriori reti, per un “Piano di secondo livello”, destinato alla migliore copertura delle aree urbane.