Italia
MCI (ex Worldcom) è la seconda società statunitense nel settore dei servizi long distance per l”utenza residenziale. Attualmente si trova sotto la protezione dal fallimento del Capitolo 11. Nell¿aprile 2003, il nuovo Ceo Michael Capellas ha presentato al competente tribunale degli Stati Uniti il piano di riorganizzazione della società, al fine di uscire dalla procedura fallimentare, piano che comprende anche il cambio di nome da Worldcom a MCI.
Profilo
MCI dispone del più esteso backbone IP mondiale del settore: copertura in sei continenti, 140 Paesi, oltre 2.800 città e oltre 4,500 Points of Presence (PoPs). Oltre 155.000 km di reti infibra ottica di proprietà gestite direttamente, inclusi collegamenti via cavo terrestri e sottomarini.
Ha una presenza in oltre 65 Paesi e un fatturato di 39 miliardi di dollari nel 2000 e 58.000 dipendenti in tutto il mondo. Opera in oltre 21 Paesi in Europa, Nord e Sud America e nell”area asiatica del Pacifico.
In un test condotto a marzo 2001, WorldCom è riuscita a portare a 3,2 Terabit al secondo la capacità di trasmissione di dati, video e voce su una singola fibra di rete, che rappresenta un primato nel settore. Ciò equivale a trasmettere oltre 3 milioni e 200mila connessioni a Internet ad alta velocità, ovvero 41 milioni di telefonate contemporaneamente su un”unica fibra.
A seguito dell”integrazione tra WorldCom e UUNET le due aziende sono oggi un”unica entità commerciale. Il marchio UUNET è stato mantenuto per la rete IP.
Cronologia
2003
6 agosto
Il tribunale fallimentare di Manhattan dà il via libera all¿accordo extragiudiziale concluso tra la SEC e MCI che prevede il versamento di 750 milioni di dollari come risarcimento per gli azionisti del gruppo attualmente sotto amministrazione controllata. In base all¿accordo, MCI dovrà versare 500 milioni di dollari in contanti e altri 250 milioni in azioni appena emergerà dalla protezione del Chapter 11.
Luglio
WorldCom riduce le previsioni per il triennio 2003-2005. L”operatore statunitense rivede al ribasso le previsioni delle attività e dei risultati nel triennio 2003-2005, con la motivazione che la competizione sui prezzi impedirà di raggiungere gli obiettivi finanziari fissati in precedenza. Prevede un giro d”affari di 24,5 miliardi di dollari per quest”anno, rispetto alla precedente previsione di 24,7 mld, di 24,6 mld per l”anno prossimo (contro 25,8 mld) e di 25 miliardi per il 2005 (contro 27,8 mld).
14 aprile
WorldCom presenta il piano di riorganizzazione presso il tribunale competente degli Stati Uniti. In seguito a questa decisione e ad altre modifiche della politica aziendale e gestionale, la società cambia il nome in MCI.
2002
28 agosto
L¿ex chief financial officer, Scott Sullivan è formalmente incriminato con l”accusa di aver orchestrato la maxi-frode, che ha portato WorldCom in bancarotta. A settembre, l”ex controllore David Myers si dichiara colpevole, seguito l¿8 ottobre da Buford Yates, già responsabile della contabilità di WorldCom, che si trova ora in amministrazione controllata. Rischia di finire in carcere per un massimo di 15 anni. Yates sostiene davanti al giudice Andrew Peck di aver seguito le istruzioni impartite da altri top-manager, fra i quali Sullivan e Myers. Questi ultimi avrebbero fatto in modo che i conti venissero ”truccati”, e di fronte alle obiezioni sollevate da Yates, avrebbero risposto che l”operazione era avallata ai massimi livelli dal management di WorldCom. Nei confronti di Yates, oltre alle accuse penali, pende anche una causa civile intentatagli dalla Sec. Sotto accusa anche l” ex Ceo Bernie Ebbers, uscito dalla società dopo aver raggiunto un accordo che prevede il pagamento a suo favore di una maxi-pensione da 1,5 mln di dollari annui. Lo stesso Ebbers, in base alle intese sottoscritte all”atto delle sue dimissioni (prima che WorldCom finisse in Chapter 11) si era impegnato a restituire a rate un prestito di circa 408 mln di dollari che aveva ottenuto dall¿azienda.
23 luglio
Worldcom fa richiesta per l”ammissione alla procedura fallimentare del ”Capitolo 11”. Rischia la più grande bancarotta (circa 104 miliardi di dollari), nella storia della finanza. Nel mese di luglio, infatti, 25 delle 27 banche (guidate da Deutsche Bank) che avevano prestato soldi alla compagnia (titolari di un credito pari a 2,65 miliardi di dollari), fanno richiesta a una corte di New York di congelare i prestiti elargiti (richiesta respinta). Il tutto in aggiunta alla causa legale intentata contro la stessa WorldCom, a fianco della quale peraltro si sono schierati Citigroup, J.P. Morgan Chase e GE Capital, il braccio finanziario di General Electric disposti ad accompagnare la società nella lotta per evitare il fallimento. Worldcom entra in amministrazione controllata.
Aprile
Si dimette il Ceo Bernie Ebbers.
12 marzo
La Sec, l”authority americana di controllo sulla Borsa, apre un¿inchiesta, richiedendo a WorldCom informazioni sui principi e le procedure generali in base alle quali vengono tenuti i conti e sui prestiti fatti dalla società ai suoi funzionari di alto livello. Una commissione della Sec fa richiesta formale dei documenti relativi ai contratti siglati, i conti sull”avviamento e la corrispondenza con la società di revisione Arthur Andersen.