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Buongiorno a voi tutti, vorrei innanzitutto spendere due parole di presentazione su BT Albacom, che si presenta con un fatturato di circa 750 milioni di euro e con la recente acquisizione di Atlanet, raggiunge circa 900 milioni di euro al 31 marzo 2006, operando esclusivamente sul mercato delle aziende.
Vorrei in questa sede parlare di tre argomenti. Il primo è il tema dell’ultimo miglio, in particolare vorrei affrontare il tema dell’uguaglianza d’accesso all’ultimo miglio.
Il problema dell’uguaglianza d’accesso all’ultimo miglio è riconducibile al fatto che l’unica infrastruttura esistente in Italia è quella di Telecom Italia ed è questa la vera problematica della liberalizzazione delle telecomunicazioni fisse in questo paese. In Italia non esiste una vera infrastruttura alternativa a Telecom Italia, che consente di raggiungere i clienti finali in modalità realmente interattiva. Questo rimane uno dei problemi più rilevanti, dal momento che Telecom Italia controlla ancora oggi circa il 95% dei collegamenti agli utenti finali.
Questa posizione sull’ultimo miglio più che dominante ha due implicazioni fondamentali fortemente collegate tra loro.
La prima è legata a quali processi e quali indicatori di performance siano necessari per assicurare agli operatori alternativi parità di accesso e livello di servizio rispetto alle divisioni commerciali di Telecom. La seconda, sulla quale si è dibattuto molto, è quale debba essere la struttura societaria in grado di assicurare un funzionamento equo e soprattutto trasparente nei processi cui prima accennavo.
Relativamente ai processi, a tutt’oggi la migrazione dalla piattaforma di Telecom Italia a quella degli operatori alternativi non funziona sempre nella maniera in cui dovrebbe funzionare e noi registriamo ancora oggi un livello di KO sia per i clienti in unbundling sia per i clienti in ADSL, che è dell’ordine del 30% e in molti casi con motivazione di KO, cioè di rifiuto di migrazione, non sempre trasparente.
E’ chiaro che questo è un processo complesso ma la domanda che pongo è: si può fare meglio? Spero di sì.
Da venerdì scorso nel Regno Unito la nuova struttura di BT Group Openreach ha introdotto un sistema informativo che rende disponibile a tutti gli operatori alternativi una piattaforma in grado di seguire l’andamento del proprio ordine in tutti gli step del processo, quindi conoscendo in dettaglio ed in ogni momento i tempi di attivazione e le eventuali criticità presenti nel processo.
Sulla struttura societaria non sta a me dire se la soluzione migliore sia quella inglese o quella italiana. Ci sono delle funzioni preposte a questo. Mi pare tuttavia che il Commissario europeo Viviane Reding si sia espresso a tal proposito sostenendo che la soluzione della separazione della rete sia una possibile risposta nel caso di pratiche monopolistiche.
Per me il messaggio era chiaro e diretto, ma probabilmente non è stato così per tutti, se la lettura di due conoscitori del settore come il Professor Luigi Prosperetti ed il dottor Massimo Mucchetti sul Corriere della Sera è stata opposta. Da parte mia ritengo che tutti i modelli possano funzionare e quindi può funzionare anche il modello che è stato sviluppato dall’Autorità in questo Paese, credo però che debba essere sostenuto da una capacità sanzionatoria elevata in grado di far rispettare le regole.
Il secondo argomento che volevo affrontare è la tematica del Wimax, che è direttamente collegata alla prima, in quanto il Wimax è una possibile infrastruttura alternativa capace di collegare l’ultimo miglio in Europa. Purtroppo l’Italia è il fanalino di coda sul collegamento Wimax, perché in Italia, a differenza del resto d’Europa, non sono ancora state rilasciate le licenze a 3.5 Ghz. E’ veramente un peccato, perché questa tecnologia è un’opportunità concreta per aggirare il vincolo dell’ultimo miglio e sopperire al problema del digital divide che ancora esiste in maniera significativa nel nostro Paese.
A questo proposito vorrei chiedere al Ministro Paolo Gentiloni come intende procedere per trasformare la prima fase di sperimentazione, a cui abbiamo partecipato, in un servizio commerciale vero e proprio e più in dettaglio i tempi di assegnazione, i costi e le modalità conseguenti.
Infine, il terzo argomento. Come operatore, è nostra intenzione offrire al mercato italiano un servizio convergente fisso-mobile analogo a quello che BT ha fornito nel Regno Unito a settembre dello scorso anno. Dal 27 marzo di quest’anno siamo stati autorizzati dal Ministero ad operare come un ESP (Enhanced Service Provider), quindi come acquirente di traffico all’ingrosso dagli operatori mobili.
L’esercizio di tale autorizzazione però è subordinato alla stipula di un accordo con un operatore mobile. Abbiamo aperto, già prima di ricevere la licenza, delle trattative con gli operatori mobili, ma ad oggi non abbiamo ancora ricevuto un’offerta che, per contenuti e costi, dimostri la volontà di concludere un accordo. Per uscire da questa impasse chiediamo che il Ministero e l’Autorità si adoperino come mediatori tra noi e gli operatori mobili, al fine di rendere possibile anche nell’ambito delle offerte integrate fisso-mobile lo sviluppo di offerte effettivamente concorrenziali e replicabili.
I tre temi che ho toccato hanno un unico filo conduttore: quello di cercare di migliorare ulteriormente in Italia le condizioni di effettiva concorrenza, perché è l’elevato livello di concorrenza a garantire la salute di questo settore e l’efficienza del sistema Paese.
(Testo ricavato da trascrizione audio)
Consulta il profilo Who is Who di Corrado Sciolla
Instant Meeting – Roma, 4 Luglio 2006
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