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Motorola nasce nel 1928, per opera dei fratelli Galvin a Chicago, con il nome di Galvin Manufacturing Company. La sua storia è stata caratterizzata innanzitutto dall’introduzione del brand Motorola nel ’36, divenuto successivamente il nome della società.
Oggi è una realtà complessa e completa e a questo proposito mi preme sottolineare il risultato del contratto appena siglato con Wateen Telcom in Pakistan, per la prima rete nazionale in standard WiMAX. Presente in 73 nazioni con 320 sedi, Motorola conta attualmente 68.000 dipendenti in tutto il mondo, con circa 31 mld di dollari di fatturato, di cui circa il 10% investiti in Ricerca e Sviluppo.
Opera in Italia dal ’66, contando oggi oltre 500 persone, 3 sedi (Milano, Torino e Roma) e 500 mld di fatturato. Sul territorio nazionale sono rappresentate le tre divisioni di Motorola: Connected Home, che si occupa soprattutto di set-top-box e di tutto quello che è l’evoluzione della domotica; la divisione Reti, sia pubbliche che private, e naturalmente la divisione Cellulari.
Si è parlato molto di investimenti in R&S in Italia, scelta che Motorola ha fatto nel 2000 e che ha portato alla creazione, a Torino, di un Centro di Ricerca che è uno dei quattro centri di eccellenza in tutta EMEA, oltre che il più vasto, articolato sostanzialmente nella divisione Mobile device che sviluppa prodotti di telefonia cellulare (ricordo che il primo cellulare UMTS di Motorola è uscito dai laboratori di Torino già interamente progettato, sia nell’hardware che nel software) e in una divisone che si occupa di sviluppo di Software e Applicazioni nell’area delle reti e delle applicazioni speciali (una delle prime collaborazioni, con Pininfarina, ha riguardato la realizzazione della prima auto cablata interamente in IP, con wireless router e applicazioni specifiche) e che vanta una collaborazione continuativa e molto stretta con il Politecnico di Torino, la Fondazione Boella e diverse università italiane.
Gli investimenti per il Centro di Ricerca e Sviluppo, in questi anni, sono stati di circa 28 mln di dollari e il suo attuale organico è di oltre 400 persone, a cui se ne aggiungono circa 120 a contratto.
Come punti di riflessione, da sottoporre ai rappresentanti del Ministero delle Comunicazioni, volevo innanzitutto sottolineare la richiesta di dare il via ad una Commissione di Lavoro per la ripianificiazione dello Spettro Radioelettrico ad uso dei Servizi Radiomobili Professionali. Nell’ambito di questo settore, infatti, l’Italia scontra un problema atavico, in quanto spettro dedicato a queste applicazioni è soltanto il 25-30% della media europea. Oggi ci sono delle bande di frequenza non utilizzate che potrebbero essere riutilizzate riqualificandole correttamente proprio per questi utilizzi.
Nell’ambito dei sistemi wireless broadband, poi, non posso che associarmi alla richiesta di dare rapido avvio alle regolamentazione di attuazione, a seguito delle sperimentazioni WiMAX effettuate e di cui è stato dato conto recentemente da parte del Ministero e della Fondazione Ugo Bordoni. Infine, chiediamo la definizione dei canoni dei sistemi WiFi & HyperLAN per dare certezze al mercato e agli operatori.
(Testo ricavato da trascrizione audio)
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Instant Meeting – Roma, 4 Luglio 2006
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