Internet governance: la proposta della Francia per superare l’ICANN

di Alessandra Talarico |

Il rapporto propone quindi di rifondare l’ICANN e trasformarlo in un World ICANN (WICANN), che sarebbe responsabile davanti al Consiglio Mondiale di Internet, che a sua volta dovrebbe sostituire l’Internet Governance Forum.

Europa


Web e tutele

L’Unione europea deve giocare un ruolo più incisivo nella governance di internet, per assicurarne l’indipendenza e la democrazia. Attributi che, allo stato attuale, sarebbero appannati da una gestione del web troppo Usa-centrica.

Lo sottolinea un rapporto presentato nei giorni dal Senato francese, parlando del quale il senatore Gaëtan Gorce evidenzia come “il caso Datagate sia arrivato come una benedizione” perché ha dimostrato la potenza delle grandi imprese d’oltreoceano, che immagazzinano nei loro server enormi quantità di dati personali. Le rivelazioni di Edward Snowden, ha aggiunto, hanno avuto anche il merito di far arrivare alla gente comune l’importante messaggio che la governance di internet riguarda tutti.

 

Fra le diverse proposte del rapporto, quella di far evolvere la governance di internet grazie a un trattato internazionale aperto a tutti gli Stati e ratificato online dagli internauti e un’altra relativa alla trasformazione dell’Internet Governance Forum in un ‘Consiglio Mondiale di Internet’. A quest’ultimo organismo l’incarico di verificare la conformità delle decisioni prese nei diversi ambiti di internet.

Il rapporto propone quindi di rifondare l’ICANN – l’ente non profit che si occupa attualmente della gestione di internet – e trasformarlo in un World ICANN (WICANN), che sarebbe responsabile davanti al Consiglio Mondiale di Internet.

 

Anche la Commissione europea, soprattutto dopo l’esplosione del Datagate, si è battuta per una maggiore indipendenza dell’ICANN  dal Governo Usa riuscendo solo nel 2009 e dopo un intenso pressing a ottenere un parziale svincolamento dal Dipartimento del Commercio americano che lo gestiva fin dalla sua nascita, nel 1998, mantenendo comunque il controllo sulle funzioni chiavi di internet. A marzo, quindi, gli Usa hanno annunciato l’intenzione di aprire la gestione dei nomi di dominio internet alla comunità globale, in quello che è stato accolto come un primo, timido, passo verso il rafforzamento del modello multistakeholder della governance di internet.

Quando nacque l’ICANN, l’obiettivo era quello di affidare al settore privato la gestione tecnica di controllo della rete Internet; il Dipartimento Usa del Commercio avrebbe dovuto esercitare una funzione di supervisione sulla base di un Memorandum of Understanding per un periodo di due anni, sino al raggiungimento di prefissati obbiettivi. Uno di questi, era quello di aprire il DNS al mercato. Il che ha precise ragioni storiche: Internet nasce infatti negli Usa e deriva direttamente dalla Internet Assigned Numbers Authority (Iana) – l’ente che si occupa dell’assegnazione degli indirizzi IP – che era ancor più direttamente emanazione del governo Usa.

 

La Ue, a febbraio, ha chiesto formalmente una “transizione verso un modello più globale che consenta allo stesso tempo di proteggere la natura aperta e multi-stakeholder della governance di internet”.

 

Ultimo caso che ha acceso lo scontro tra Ue e Usa sullo strapotere dell’ICANN è quello relativo ai domini .vin e .wine, che ha portato il Commissario Neelie Kroes a ribadire la necessità di  riformare l’attuale modello di governance di internet.

 

Secondo il rapporto del Senato francese, quindi, per cambiare le cose c’è bisogno di una ‘forte volontà politica’, ecco perché Parigi punta ad arruolare nella sua battaglia anche la Germania. Un asse franco-tedesco, insomma, non solo in campo industriale ma anche nel settore della protezione dei dati online, che potrebbe partire dalla realizzazione di un sistema operativo mobile e di un cloud europeo sicuro e aperto.

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