Italia
Il governo entra nel pieno dei lavori per la riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche, dando un colpo d’accelerata alla svolta digitale. Ieri il Consiglio dei Ministri ha approvato in via definitiva, su proposta del premier Matteo Renzi, un disegno di legge contenente le deleghe da esercitare in gran parte nei dodici mesi successivi all’approvazione della legge.
“Abbiamo riesaminato il Ddl delega sulla pubblica amministrazione, in modo tale da poterlo licenziare“, ha dichiarato Renzi al termine del Consiglio dei Ministri.
Le materie del provvedimento sono quelle oggetto della consultazione pubblica, cui hanno partecipato oltre 40 mila persone.
Accelerazione e semplificazione dei servizi online
Al fine di conciliare i tempi di vita, famiglia e lavoro, riducendo la necessità dell’accesso fisico alle sedi degli uffici pubblici, il Governo, informa la nota di Palazzo Chigi, è delegato ad adottare uno o più decreti legislativi aventi a oggetto le modalità di erogazione dei servizi ai cittadini, in modo da assicurare la totale accessibilità online alle informazioni e ai documenti in possesso delle amministrazioni pubbliche, ai pagamenti nei loro confronti, nonché all’erogazione dei servizi, con invio dei documenti al domicilio fisico ove la natura degli stessi non consenta l’invio in modalità telematiche.
I decreti nello specifico si occuperanno di:
- Superamento dell’uso della carta nel normale funzionamento delle amministrazioni, assicurando la trasmissione dei dati e, ove necessario trasmettere documenti, assicurandone la trasmissione in forma telematica;
- Ridefinizione del processo decisionale, anche con riferimento alle forme di partecipazione degli interessati, in relazione all’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e all’applicazione del sistema pubblico dell’identità digitale;
- Previsione dell’aggiornamento continuo, anche previa delegificazione o deregolamentazione, delle modalità di erogazione dei servizi e di svolgimento dei processi decisionali, sulla base delle tecnologie disponibili e del grado di diffusione delle stesse presso gli utenti e di soddisfazione degli stessi;
- Uso di software con standard aperti e non dipendenti da specifiche tecnologie proprietarie;
- Ricorso alla cooperazione applicativa e all’interoperabilità dei sistemi informativi, individuando, per ogni procedimento amministrativo, le forme di interazione dei soggetti interessati con il sistema informativo (Application Program Interfaces – API);
- Obbligo di adeguamento dell’organizzazione di ciascuna amministrazione ai principi di unicità dei punti di contatto con i cittadini e le imprese, con particolare riferimento agli sportelli unici delle attività produttive e agli sportelli unici dell’edilizia, nonché alle previsioni dell’articolo 6 della legge 11 novembre 2011, n. 180;
- Anche al fine di contenere i costi connessi alla proprietà e alla circolazione dei veicoli e realizzare significativi risparmi di spesa per l’utenza, introduzione di unico documento contenente i dati di proprietà e di circolazione dei veicoli a motore e dei loro rimorchi, da perseguire attraverso il collegamento e l’interoperabilità dei dati detenuti dalle diverse strutture, riorganizzando, mediante eventuale accorpamento, le funzioni svolte dagli uffici del pubblico registro automobilistico dell’Automobile Club d’Italia e dal Dipartimento della motorizzazione civile del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
La legge delega riguarda anche la riforma del personale della PA, il riordino dei servizi e la semplificazione.
Marianna Madia: ‘Pin unico entro il 2015’
“Prevediamo un Pin unico nel 2015”. Lo ha detto oggi il ministro della Funzione pubblica, Marianna Madia, illustrando il ddl delega sulla riforma della PA che prevede l’uso di un Pin digitale per accedere alle pratiche amministrative online.
“Per far sì che diventi la modalità con cui rovesciamo il rapporto tra la pubblica amministrazione e il cittadino dobbiamo aspettare la fine della legislatura, la fine dei 1.000 giorni di cui ha parlato il presidente Renzi”, ha aggiunto Madia, aggiungendo che per allora “sarà possibile accedere alle informazioni personali tramite un computer e anche ricevere tali informazioni al proprio domicilio”. (R.N.)