Europa
La Commissione ha chiesto oggi formalmente all’Italia di attuare integralmente nel diritto nazionale la direttiva autorizzazioni per quanto riguarda i diritti amministrativi imposti agli operatori delle telecomunicazioni.
La questione, spiega la Commissione, “verte in particolare sui criteri di applicazione dei diritti amministrativi, che possono ostacolare l’ingresso sul mercato perché pesano eccessivamente sui piccoli operatori di rete”.
La direttiva autorizzazioni consente agli Stati membri di imporre ai fornitori di servizi di comunicazione elettronica diritti amministrativi al fine di finanziare le attività dell’autorità nazionale di regolamentazione competente per la gestione del regime di autorizzazione della fornitura di detti servizi nonché per la concessione dei diritti d’uso dei numeri o delle frequenze radio. Tali diritti sono intesi solo a copertura dei costi effettivi causati dai servizi amministrativi forniti dall’autorità di regolamentazione agli operatori di comunicazione elettronica.
La normativa italiana, secondo la Ue, “non rispetta inoltre l’obbligo di trasparenza che richiede di pubblicare il rendiconto annuo dei diritti amministrativi riscossi e dei costi amministrativi sostenuti dal ministero dello Sviluppo economico”.
La richiesta della Commissione assume la forma di parere motivato (seconda fase della procedura d’infrazione). L’Italia ha ora due mesi di tempo per fornire una risposta soddisfacente, in mancanza della quale, la Commissione potrà citare l’Italia alla Corte di giustizia dell’Ue.