Italia
Riflettori puntati stamani su Mediaset sulla scia dell’accordo, dopo mesi di trattative, con Telefonica per la pay tv spagnola Digital+, e il successivo annuncio dell’ingresso dell’operatore tlc, primo azionista di Telecom Italia, nella tv a pagamento del Biscione, Premium. Stamani il titolo dell’azienda di Cologno Monzese segnava a PIazza Affari un balzo del 3% per poi assestarsi verso la chiusura su -0,76% a 3,672 euro.
Telefonica fa così il suo ingresso in Mediaset Premium con una quota dell’11,11%, mettendo sul piatto 100 milioni di euro.
Facendo i conti, nelle casse di Mediaset sono entrati 365 milioni di euro per la cessione del 22% di Digital+ a Telefonica, da quest’ultima altri 100 milioni di euro per l’ingresso il Premium. Da ricordare poi i 283 milioni incassati per la vendita del 25% di Ei Towers, la società delle torri che fa capo a Mediaset. Un tesoretto da 748 milioni di euro con il quale potrà recuperare in parte gli investimenti per i diritti della Champions League, circa 700 mln di euro per il triennio 2015-2018, e i 373 milioni di euro per la Serie A.
Mercato audiovisivo verso il consolidamento
L’accordo segna un nuovo passaggio sul mercato audiovisivo europeo, in via di forte consolidamento.
Sono numerosi gli esempi sul mercato sia europeo sia internazionale: a parte l’operazione Mediaset-Telefonica, anche la recente operazione di BSkyB per un network paneuropeo con Sky Italia e Sky Deutschland, l’interesse di Al Jazeera per l’Italia al momento presente solo in Francia con la tv a pagamento BeinSport.
Estendendo la nostra analisi oltreoceano, vanno in questa direzione anche la recente operazione di AT&T su DirecTv e la precedente iniziativa di Comcast su Time Warner Cable.
Si registra pure il graduale avvicinamento degli operatori tlc verso l’industria broadcasting. A dare il colpo d’accelerata in questa direzione è stata British Telecom si è aggiudicata i diritti della Champions League, sottraendoli a Sky, pagando più del doppio rispetto al precedente triennio.
Senza tralasciare la forte avanzata delle multinazionali di internet sul mercato della produzione di contenuti, a partire da Netflix, che scombinano gli attuali scenari, mettendo in luce la necessità di nuove leggi, specie europee, che garantiscano al mercato un’equa concorrenza tra tutti i player.
“Abbiamo a che fare con concorrenti globali, ricchi di mezzi, molto aggressivi e spietati”, ha spiegato il vicepresidente di Mediaset Pier Silvio Berlusconi in un’intervista di oggi al Corriere della Sera, “Non ci si può non porre il problema di come essere competitivi oggi e in futuro e se un’azienda italiana senza forti alleanze internazionali può farcela da sola. Mediaset Premium è una piattaforma alla quale molti sono interessati”.
Pier Silvio Berlusconi: ‘Come imprenditore, tifo Renzi’
Mediaset guarda con fiducia a quanto potrà fare il premier Matteo Renzi. “Ha ottime capacità di comunicazione”, ha commentato a riguardo Berlusconi al Corsera, aggiungendo: “Si è impegnato a fare le riforme … è normale che un imprenditore e manager come me faccia il tifo”.
Si tratta di un endorsement? Per il vicepresidente di Mediaset, “E’ il realismo di chi dice che se non si riesce a dare una scossa ai consumi e all’economia entro dicembre, questo Paese non avrà grandi speranze”.
L’ingresso di partner internazionali
L’operatore tlc guidato da Cesar Alierta fa così il suo grande ingresso anche sul mercato televisivo, suggellando la sua partecipazione in Premium, la pay tv di Mediaset, da tempo in forte difficoltà e alla quale sono interessanti altri grossi broadcaster come Al Jazeera e la francese Canala Plus ma, come sostiene il vicepresidente di Mediaset al Corsera, “stiamo parlando con altri partner che ci possono permettere l’accesso al mercato di lingua inglese”.
Mediaset Premium apre, quindi, all’ingresso di soci internazionali e chiude il primo accordo con Telefonica, che acquisirà l’11,11% delle attività di Premium con un investimento di 100 milioni di euro.
La chiusura dell’accordo arriva a pochi giorni dalla cessione al gruppo spagnolo, venerdì scorso, del 22% di Digital+ per 365 milioni di euro.
L’investimento di Telefonica in Premium, spiega Mediaset, “riflette un equity value di 900 milioni della società di nuova costituzione nella quale le attività pay di Mediaset verranno conferite”.
Questa partnership, osserva ancora il gruppo, “segna un’importante alleanza tra Mediaset e Telefonica per prossime collaborazioni nelle rispettive attività pay in termini di tecnologia, know how e contenuti. L’ingresso in Premium di un partner di rilievo come Telefonica – continua l’azienda – avvia il processo di apertura della pay tv italiana a ulteriori partner internazionali in una logica di sviluppo delle attività di produzione e distribuzione di contenuti su tutte le piattaforme a pagamento“.
Una NewCo per i contenuti
Accantonato, quindi, il progetto della NewCo delle pay tv tra Italia e Spagna, annunciato lo scorso 18 dicembre, per un piano di ampio respiro a carattere internazionale che punti sui contenuti.
Con l’ingresso di Telefonica, Mediaset è pronta per ‘staccarsi’ da Mediaset e diventare al massimo entro la fine dell’anno una società autonoma e indipendente, aperta all’ingresso di altri operatori internazionali. In pole position si conferma la tv del Qatar, Al Jazeera, che da tempo ha il dossier alla sua attenzione.
Ma se il network arabo insieme ai francesi di Vivendi è l’operatore internazionale con cui da tempo il confronto è aperto, fonti vicine al dossier non escludono che, incassata l’alleanza con un grande operatore di tlc europeo come Telefonica, la nuova società possa far gola anche ad altri investitori.
Del resto la quota contenuta con cui la società spagnola è entrata nella pay tv di Cologno conferma l’obiettivo di Mediaset di aprire la piattaforma a più operatori.
Sembra ovvio che con l’accordo per la cessione del 22% di Digital+, con i contenuti sportivi del digitale terrestre assicurati, chiarita la fisionomia dell’altro partner della newco, Telefonica appunto, ora sia Al Jazeera che Vivendi che eventuali nuovi interlocutori hanno tutti gli elementi per decidere se concretizzare o meno l’interesse manifestato. L’impressione è che una decisione sull’accordo arriverà a breve, nel giro di qualche settimana, come riferiscono fonti vicine al dossier.
Premium vale 900 mln
Premium ha da tempo forti difficoltà finanziarie. Dopo aver perso 200 milioni tra il 2006 e il 2009, ha sfiorato il pareggio nel 2010 per poi tornare in rosso (68 milioni) nel 2011.
Negli ultimi mesi, però, le valutazioni di Premium sono salite vertiginosamente. Poco tempo fa lo scetticismo degli analisti valutava la società tra i 200 e i 500 milioni. Mediobanca ha adesso alzato l’asticella dopo l’operazione Digital+ a 900 milioni-1,2 miliardi.
E Premium, secondo i calcoli della banca d’affari Bernstein, dovrà adesso far lievitare almeno del 18% le entrate per portarsi al sicuro.
Oggi il gruppo ha 1,9 milioni di abbonati contro il 3,5 milioni della pay tv Sky. Gli analisti, su questo fronte, sono concordi: il netto miglioramento dell’offerta consentirà a Cologno di alzare le tariffe. Gli studi degli analisti calcolano che la revisione del listino potrebbe portare nelle casse del gruppo una cifra intorno a 60 milioni l’anno.