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Oggi il Sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli in audizione in Commissione parlamentare di Vigilanza è tornato a parlare di riforma della Rai, di RaiWay e del ‘pasticcio’ sul canone speciale. Giacomelli ha ribadito ancora una volta la necessità di una riforma della Rai, resa ancora più impellente dalle recenti polemiche nate sulle lettere inviate dall’azienda del servizio pubblico a tutti i possessori di partita IVA per la riscossione di 407,35 euro del canone speciale.
Il ‘pasticcio’ sul canone speciale
“La nostra intenzione – ha promesso Giacomelli – è una riforma radicale del canone per come lo conosciamo“, sottolineando anche la necessità “di un intervento più complesso sulla normativa” che indica come soggetti a canone quegli apparecchi “atti o adattabili” alla ricezione dei programmi tv. Una dicitura da “riformare con più precisione, soprattutto alla luce dell’evoluzione tecnologica, perché consente un’interpretazione non univoca“. Ad ogni modo, per il Sottosegretario, “non è possibile continuare con una tassa che ha un’evasione così alta. E’ nostra intenzione fare in modo che questo sia l’ultimo anno in cui il canone verrà pagato con queste modalità”.
Riguardo alle forti polemiche che hanno accompagnato questo provvedimento della Rai, la Commissione di Vigilanza chiederà anche all’azienda se per la riscossione s’è rivolta a un soggetto esterno e se sì che percentuale ha promesso sui proventi recuperati, Giacomelli ha detto di non aver avuto “la sensazione di uno spavento di massa. Semmai sento l’irritazione profonda dei contribuenti, verso un contributo già avvertito come odioso. Ho letto il testo – ha precisato – e quello che manca nei bollettini inviati è stato invece precisato sul sito rai.it“, ovvero che la tassa è destinata non a tutti i possessori di partita Iva, ma “alle attività commerciali con scopo di lucro” come alberghi, pub ecc.
Secondo il senatore Maurizio Rossi (Gruppo Misto), però, “la Rai deve immediatamente ritirare quello che ha fatto per evitare cause. Solo in Liguria – ha riferito Rossi – sono 70 mila le partire Iva che hanno ricevuto il bollettino. L’azienda deve poi anche chiedere scusa ai cittadini. Valutiamo la possibilità di una Commissione d’inchiesta parlamentare ad hoc”.
Per il Sottosegretario, il ‘pasticcio’ che si è creato rappresenta un ulteriore conferma della necessità di una riforma radicale.
La norma, ha indicato Giacomelli, si riferisce genericamente ad apparecchi atti o adattabili a ricevere il segnale radiotelevisivo. Per questo distinzione si fa riferimento, ha ricordato, a una nota interpretativa del Ministero dello Sviluppo economico del 2012 che precisa l’ambito di applicazione della norma.
Nela nota si chiarisce che si deve pagare il canone nel caso di possesso di pc dotati di sintonizzatore per ricevere il segnale.
“Credo – ha sottolineato Giacomelli – che questa definizione ai tempi di oggi e considerata l’evoluzione tecnologica vada riformulata con più precisione perché genera equivoci”.
Riforma della Rai
Per quanto riguarda la riforma della Rai, attesa per il prossimo autunno, Giacomelli ha ribadito la centralità del Parlamento in questo processo, chiarendo che “il governo intende fare la sua parte, presentando una proposta, ma non intende privare il Parlamento delle sue prerogative“, anzi il Sottosegretario rivendica anche un coinvolgimento del Paese per un argomento così importante quale appunto il servizio pubblico.
Il dibattito è ovviamente caduto anche sul rinnovo del Contratto di servizio 2013-2015 che attende ancora d’essere validato, dopo il passaggio in Commissione di Vigilanza, dal MiSE e dal Governo.
Per il Sottosegretario, che ha riconosciuto l’egregio lavoro fatto dalla Commissione, si pone un problema temporale e questo rinnovo andrebbe rivisto e riconsiderato alla luce della prossima riforma della Rai e dell’avvio, come da più parti richiesto, di un’anticipazione della discussione sul rinnovo della Convenzione Stato-Rai per la concessione del servizio pubblico in scadenza a maggio a 2016.
Giacomelli s’è rimesso alla Commissione perché esprima una valutazione a riguardo, tenendo conto delle prossime scadenze e dell’avvio di una nuova fase del servizio pubblico.
RaiWay, basta immobilismo
Il Sottosegretario è tornato a parlare anche dei tagli da 150 milioni di euro che il governo ha chiesto alla Rai con il DL Irpef. Provvedimento che ha spinto l’azienda ad avviare il piano per la quotazione in Borsa della società delle torri RaiWay. Una decisione che ha sollevato diverse polemiche, sia in ambito politico che aziendale.
Giacomelli ha ricordato che proprio in Vigilanza il direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi, ha chiarito che l’Ipo di una quota di minoranza di RaiWay avrà un saldo positivo già da questo esercizio.
“Mi sento di confermare quanto ha detto Gubitosi – ha osservato il Sottosegretario – escludendo ogni riflesso negativo (di questa operazione) sull’attività della Rai, ribadendo il convincimento che sia un obiettivo di interesse generale”.
“Ribadisco – ha poi aggiunto – che si tratta di togliere la Rai da una posizione di immobilismo che in anni non s’è dimostrata positiva per l’azienda. Altri hanno fatto scelte strategiche diverse (Mediaset ha venduto il 25% Ei Towers incassando 283 mln di euro, ndr) e hanno ottenuto significativi vantaggi di mercato“.
“RaiWay – ha sottolineato – è un valore. Bisogna confermare il controllo pubblico ma non lasciare questo patrimonio in statica contemplazione per l’eternità“.
Il Sottosegretario ha poi osservato che la quotazione di RaiWay rappresenta “il primo passaggio verso una strategia generale per le infrastrutture di telecomunicazione che conferma la nostra visione di controllo pubblico, ma apre a un uso dinamico rispetto agli interessi generali del Paese”.