Italia
Il mercato audiovisivo è in profonda trasformazione. Le prossime sfide saranno il digitale terrestre di seconda generazione con il passaggio allo standard DVB-T2 (Digital Video Broadcasting – Terrestrial2) e l’Ultra Alta Definizione. In tutto questo il satellite gioca un ruolo fondamentale. Ne abbiamo parlato con Luca Balestrieri, presidente di Tivù, azienda che gestisce Tivùsat, la prima piattaforma satellitare gratuita italiana che consente di ricevere la Tv anche nelle zone d’ombra del digitale terrestre e in quelle aree olograficamente non coperte dal segnale.
Key4biz. Come nasce l’idea di Tivùsat?
Luca Balestrieri. Tivùsat è nata come strumento di cooperazione tecnica tra imprese, per creare condizioni di eguale accesso al mercato, di ampliamento della scelta del consumatore e di maggiore concorrenza. Dopo cinque anni di straordinaria crescita, tivùsat è oggi diventata una infrastruttura del sistema-Italia, essenziale nel panorama digitale del paese.
Key4biz. Quante famiglie usano Tivùsat?
Luca Balestrieri. Più di un milione 800 mila famiglie – il 7% delle famiglie italiane – utilizzano tivùsat per accedere alla televisione gratuita; di queste un milione 400 mila hanno tivùsat sul televisore principale e ne fanno uso regolare quale portale di accesso alla programmazione. Le carte attivate sono invece più di 2.170.000.
In tre province (Crotone, Imperia e Agrigento) più di una famiglia su cinque ha acquistato e attivato una carta di tivùsat. In Sicilia, Calabria, Liguria, Basilicata, Molise, Valle d’Aosta questa percentuale è superiore a una famiglia su dieci. È una responsabilità enorme.
Key4biz. Cosa significa esser diventati un’infrastruttura del sistema-Italia?
Luca Balestrieri. Significa che il consolidamento e lo sviluppo di tivùsat non sono più solo una preoccupazione dei soci ma diventano un interesse generale del paese, in un progetto di innovazione e di costruzione dell’economia digitale. E da parte nostra: tivùsat ha sempre sentito una forte responsabilità verso i consumatori, gli utenti; a questa si aggiunge adesso un’inevitabile
responsabilità verso il sistema-paese, responsabilità di contribuire all’innovazione, all’ammodernamento e alla crescita industriale e tecnologica.
Key4biz. E per il futuro?
Luca Balestrieri. Abbiamo all’orizzonte alcuni impegnativi salti tecnologici: il passaggio al DVB-T2 nel digitale terrestre, che – assieme allo standard di compressione HEVC – moltiplicherà il valore delle reti terrestri e consentirà di fare dell’HD “il nuovo normale”; l’avvio della diffusione in ultra HD, che ha come strumento più ovvio il satellite e la banda larga; e la prospettiva delle reti di nuova generazione che ci indica l’agenda digitale. Non stiamo parlando di tecnologia, ma di sviluppo industriale del paese. Occorre una forte progettualità, che eviti un “ingorgo tecnologico”; serve una visione complessiva, di sistema, dello sviluppo del digitale terrestre, del satellite e della banda larga: tre piattaforme tecnologiche che devono essere valorizzate in una visione integrata della distribuzione; tre piattaforme che hanno ciascuna punti di forza e di debolezza complementari e che devono fare gioco di squadra per assicurare al paese innovazione e sviluppo.
Key4biz. In questa mission comune, quali player possono essere coinvolti?
Luca Balestrieri. I produttori di contenuti, i broadcaster in primo luogo ma anche l’industria del cinema, della fiction, dell’audiovisivo in genere; i costruttori di televisori e degli apparati di produzione; gli operatori di rete e quelli satellitari: occorre costruire assieme un progetto e darsi tempi, obiettivi comuni.
Key4biz. Parliamo di Ultra Alta Definizione, quale ruolo potrà avere il satellite?
Luca Balestrieri. Data l’arretratezza delle reti a banda larga, sarà il satellite a portare l’Ultra HD sul mercato: un’occasione da non sprecare, indicando obiettivi di sistema. Penso ad esempio allo straordinario impulso che potrebbe ricevere il cinema italiano (ed europeo) da una vetrina di distribuzione in ultra HD, una tecnologia che può esaltare le emozioni e valorizzare la qualità creativa dell’immagine del nostro cinema. Ricordiamoci, infatti, che la questione su cui si gioca la tenuta dell’industria è la capacità di produrre contenuti, film, fiction, documentari, format, in grado di reggere la concorrenza globale sul nostro mercato e su quelli internazionali.
Key4biz. Per realizzare questo progetto, cosa serve?
Luca Balestrieri. Ripeto: servono un progetto capace di tenere assieme tutti gli aspetti tecnologici, industriali e produttivi (e aggiungerei: culturali), una cabina di regia con una forte visione strategica, il coinvolgimento di tutta la filiera dai produttori di televisori agli operatori satellitari ai broadcaster al settore cinematografico. Tivùsat, come infrastruttura a servizio del paese, è pronta a fare la sua parte. Affrontare queste trasformazioni senza una visione d’insieme sarebbe rischioso. Un esempio: la gestione dell’introduzione dello standard di codifica HEVC. Confindustria Radio Televisioni ha già suggerito una modifica alla legge 44 del 2012, in modo da garantire che l’obbligo del dvb-t2 sia legato all’HEVC, per evitare la commercializzazione di televisori che sarebbero incoerenti con le esigenze di piena valorizzazione delle reti digitali terrestri. Ma lo stesso problema si pone per la diffusione ultra HD da satellite: i televisori 4k devono essere compatibili con l’HEVC, non possiamo rischiare che il mercato italiano sia invaso da televisori 4k Mpeg 4. Sembra un dettaglio, ma è di quei dettagli che possono far fallire un disegno ambizioso.