ICT: tiene l’occupazione in Italia nel 2013. Pesa il gap di competenze digitali

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Le aziende italiane del settore ICT resistono alla crisi e chiudono il 2013 con un bilancio pressoché invariato sul fronte occupazionale. Pesa la carenza di skill digitali.

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In un contesto di crisi economica perdurante, le 122.608 imprese dell’Information & Communication Technology faticano ma resistono, soprattutto sul fronte occupazionale. I dati ufficiali parlano di 539.483 (addetti regolari e atipici) del settore, con un saldo 2013 fra assunzioni e uscite appena negativo sostanzialmente stabile e con retribuzioni che recuperano potere d’acquisto (impiegati +2,7%, quadri +3,1%, unica eccezione i dirigenti con flessione del -0,2%).

 

Questi i dati di partenza che emergono dall’Osservatorio delle competenze digitali 2014, realizzato dall’Agid insieme ad Assinform (Confindustria), Assintel (Confcommercio) e Assinter (società in house della PA) presentato oggi a Milano. Le Competenze Digitali, qui tradotte nel framework europeo e-CF, divengono la piattaforma di partenza su cui costruire il percorso di evoluzione digitale di imprese e professionalità all’interno del Programma Nazionale per la Cultura, la Formazione e le Competenze Digitali.

 

Nel recruitment si lamentano gap di competenze digitali specifiche, sia rispetto al percorso di studio dei neo assunti (48,1% degli intervistati) sia nella disponibilità di specifiche competenze per Manager e Professional (oltre la metà dei casi); nella fase di valorizzazione spesso mancano processi strutturati di valutazione e carriera, soprattutto nelle piccole imprese, e la formazione subisce da anni tagli di budget consistenti.

 

In tutto ciò, la Riforma Fornero è al più valutata come ininfluente (58,5% aziende del campione), se non negativa per l’aumento dei costi nella gestione della flessibilità in entrata.

 

“Lavorare uniti per un obiettivo comune è l’idea forte che emerge da questo progetto – dice Giorgio Rapari, presidente di AssintelSiamo riusciti ad attivare un dialogo fra Pubblico e Privato nell’ICT sul terreno comune della valorizzazione delle competenze digitali, fattore strategico per la vera evoluzione del nostro mercato. Ora occorre cambiare le regole del gioco affinché vengano coinvolte attivamente le PMI diffuse sul territorio, che sono spesso il vivaio delle competenze più innovative”.

 

“E’ in atto una profonda trasformazione dei modi di produrre e fare sistema, basata proprio sulle tecnologie digitali. È un fenomeno inarrestabile. Allineare le competenze digitali disponibili a fabbisogni in continuo divenire è oramai condizione essenziale per fare impresa e creare occupazione”. Lo ha detto Agostino Santoni, Presidente di Assinform che ha anche sottolineato come “Un Osservatorio che permetta di cogliere i trend e la continua trasformazione di profili ICT è uno strumento di job-intelligence oramai indispensabile. Per le aziende dell’ICT, per le imprese di tutti i settori che innovano con il digitale, per chi nelle Istituzioni e nelle imprese, si impegna nella valorizzazione del capitale umano, e per chi ha capito che l’IT oramai pervade tutte le figure professionali chiave”.

 

“E’ necessario partire dalle persone e dalle loro capacità e competenze per rilanciare il futuro del Paese – sostiene la presidente di Assinter Clara Fresca Fantoni – ed il settore ICT deve essere, per vocazione e prospettive, in prima linea nel proporre una visione chiara e supportata da dati di contesto certi. Per questo costituire alleanze inedite e precompetitive, come quella avviata con l’Osservatorio delle Competenze Digitali, crediamo sia la strada giusta per raggiungere quei comuni obiettivi di sistema che stimoleranno il cambiamento, nel mercato, nella pubblica amministrazione e nella nostra società”.

 

Lavoratori ICT, cresce il potere d’acquisto

I segnali positivi sul fronte retributivo, uniti a un’inflazione stabilmente bassa (+1,2%), fanno recuperare potere d’acquisto ai lavoratori delle aziende ICT, in particolare agli Impiegati (+2,7%, 27.333 euro) e ai Quadri (+3,1%, 52.468 euro), mentre la categoria Dirigenti è in flessione del -0,2% (98.803 euro). I tre maggiori incrementi si sono visti nei Responsabili Commerciali (Quadri, +9,3%), nei Key Account Manager (Impiegati, +8,3%) e nei Tecnici ERP (+7,8%).

 

E’ in lieve crescita l’utilizzo della retribuzione variabile: viene erogata al 66,4% dei Dirigenti (incide per il 16,3% della retribuzione fissa), al 52,6% dei Quadri (incide per il 10,6%), al 23% per gli Impiegati (incidenza 23%). Andando più nel dettaglio dei risultati qualitativi della survey, emerge che essa è nella metà dei casi legata al raggiungimento di obiettivi, mentre per un terzo dei casi è discrezionale. Inoltre, le aziende prevedono pacchetti benefit oltre a quanto previsto da contratto, in particolare per Manager (70,8%) e Professional (61,3%), legati soprattutto al fattore “mobilità” (portatili, smartphone, tablet, auto aziendale).

 

Formazione: budget in calo

Un’impresa ICT su due non ha un sistema formale di valutazione delle prestazioni dei propri dipendenti: ciò è tanto più vero quanto più piccola è la sua dimensione, e il dato è preoccupante, visto che il 95% delle aziende ICT ha meno di 9 addetti. La valutazione è centrata sulle competenze trasversali e gestionali per i Manager (57,5%) e su quelle specialistiche per i Professional (56,5%) e i neo assunti (81,1%).

 

La formazione è in continuo calo per problemi di budget (oltre la metà dei casi), oltre che per la difficoltà a trovare corsi in linea con le esigenze aziendali (per un terzo dei casi). E’ utilizzata come leva per trattenere prevalente i neo assunti nel 25,5% dei casi.

L’altra principale leva per trattenere in azienda è l’ambiente di lavoro, prima in assoluto per tutte le seniority.

 

Recruiting: gap di competenze per i neo assunti

Il recruiting dei Manager avviene utilizzando il proprio network professionale/personale (43,4% dei casi), executive search (34%) e linkedin (29,2%). Per i Professional sale l’uso di linkedin (45,3%) accanto al network professionale (49,1%) e al sito aziendale (43,4%). Diversa la situazione di ricerca per i neo: al primo posto il contatto con scuole e università (53,8%) a cui segue il sito aziendale (51,9%) e le auto candidature (35,8%).

Lo scollamento fra le esigenze aziendali e le competenze sviluppate nel percorso di studi è la prima difficoltà di reclutamento di nuovi assunti per la metà delle aziende ICT. La mancanza sul mercato di professionalità specifiche è al primo posto per Manager (55,7%) e Professional (64,2%).

 

Ecco i tre ruoli strategici più richiesti: Account Manager (55,7%), Project Manager (50%), ICT Consultant (34%).

 

I tre ruoli più difficili da reperire: Account Manager (35,8%), Software Developer (22,6%), Business Analyst (21,7%). Difficili da trovare sul mercato anche i Mobile Application Developer per gli Hardware Vendor (60%) e gli ICT Security Manager per le aziende di Digital Solutions (44,4%).

 

Riforma Fornero: ininfluente per il 58,5% delle aziende ICT

A fine 2013 i tempi erano maturi per un bilancio della Riforma Fornero: ininfluente, ecco come è stata valutata dal 58,5% delle aziende campione; o negativa, in quanto ha portato ad un aumento dei costi nella gestione della flessibilità in entrata (22,6% aziende, con punte del 50% per le grandi aziende). E’ inoltre grandemente fallito l’obiettivo di stabilizzare le forme contrattuali flessibili (solo il 10,4% è stato trasformato in contratti a tempo indeterminato). (P.A.)

 

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