Italia
I deputati del Movimento 5 Stelle hanno depositato una mozione che impegna il Governo a provvedere con urgenza al necessario scorporo della rete Telecom Italia, un’infrastruttura che, sottolineano i deputati, “è alla base del nostro sistema di telecomunicazione”.
Una decisione, affermano i deputati motivata dal fatto che “Telecom Italia, depredata in tutti questi anni da speculatori senza scrupoli, è impossibilitata ad innovarsi e a garantire gli investimenti minimi necessari per il raggiungimento degli obiettivi europei dello sviluppo della banda larga”.
“Lo scorporo ovvero la separazione societaria di Telecom Italia riguarderà esclusivamente il perimetro delle attività e delle risorse relative allo sviluppo e alla gestione della rete di accesso, sia in rame sia in fibra. Si dovrà pertanto costituire una società della rete a maggioranza pubblica con un modello di governance che dovrebbe ricalcare quello delle public company, nel quale sia garantita un’adeguata rappresentanza nel CdA di dipendenti e azionisti di minoranza”, si legge nella mozione, a prima firma di Paolo Nicolò Romano.
“Noi riteniamo che solo con tale modello di società è possibile assicurare la presentazione di un piano industriale indirizzato ad un più rapido sviluppo delle reti in fibra di nuova generazione, coerentemente con gli obiettivi posti dall’Agenzia Digitale Europea. Tutto questo, anche attraverso l’integrazione degli assetti in fibra ottica e rame già di proprietà di Enti Locali, Enti Governativi e Partecipate. Il governo inoltre non dovrà trascurare la componente lavoro, sostenendo la piena tutela e valorizzazione dell’occupazione e del patrimonio di conoscenze e competenze di Telecom Italia che sono ancora tra le migliori al mondo. Lo scorporo della rete non dovrà portare alla perdita di nessun posto di lavoro. Puntiamo, anzi, ad accrescere gli attuali livelli occupazionali perché aumenteranno gli investimenti”, concludono i deputati grillini, che hanno anche presentato un’interpellanza urgente prima firma dell’on. Mirella Liuzzi per chiedere cosa intenda fare il governo per l’Agenda digitale quando ormai manca solo una settimana all’assunzione italiana della presidenza Ue.