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Francia, via libera alla legge anti-Amazon

Francia


La Francia adotta la legge anti-Amazon. Il Parlamento ha dato oggi il via libera dopo il voto all’unanimità del Senato alle nuove norme che vietano il cumulo della gratuità nelle spese di spedizione con sconti oltre il 5%.

Misure fortemente volute dal Ministro alla Cultura Aurélie Filippeti, che ha più volte accusato la web company americana di dumping.

La legge intende, infatti, impedire che i grandi rivenditori online come appunto il gigante americano, mettano definitivamente in crisi il settore delle librerie, in crescente difficoltà.

La Filippetti nell’esprimere la propria soddisfazione per il voto unanime ha commentato: “E’ segno del profondo impegno dello Stato verso l’industria del libro e una testimonianza dell’idea che la Francia ha di sè stessa, della sua storia e del suo futuro”.

 

“La consegna gratuita offerta dai grandi attori dell’eCommerce – ha osservato il relatore del provvedimento Bariza Khiariha rappresentato finora un vantaggio competitivo“.

Per la parlamentare Brigitte Gonthier-Maurin (CRC), “E’ necessaria una profonda riforma fiscale: i pure-player, con sede nei paradisi fiscali, non versano IVA e quasi nulla a titolo di imposta sulle società”.

 

Colette Mélot (UMP) ha precisato che questa legge va a integrare quella del 1981 sul prezzo unico del libro.

“A quell’epoca – ha sottolineato la Mélot – il rischio per le librerie veniva dai bestseller venduti nei supermercati e in altri simili contesti ma non era prevedibile lo sviluppo di internet e delle vendite online“. Oggi questo settore è controllato al 70% da Amazon che applica anche regole commerciali molto rigide, vedi il caso Hachette, per assicurarsi alti margini di guadagno.

 

Il testo, per il suo contenuto, prima dell’adozione definitiva doveva essere sottoposto all’attenzione della Ue, secondo quanto prevedono le direttive in materia, perché la Commissione formulasse eventuali osservazioni ed escludesse il rischio di “ingiustificate barriere commerciali tra Stati membri”.

Ma il testo è stato inviato a Bruxelles solo il 16 gennaio scorso, dopo l’approvazione in Senato.

Secondo la giurisprudenza della Corte europea, il mancato rispetto di questo passaggio avrebbe comportato l’inapplicabilità della disposizione.

Per evitare tutto questo, il governo prima del voto dell’Assemblea ha quindi fatto approvare un emendamento che ha modificato leggermente il testo e comportato una seconda lettura in Senato.

Ancora una volta la Francia, per tutelare le proprie industrie dall’avanzata delle web company, ha in qualche modo bypassato la Commissione, com’è stato anche per i provvedimenti a tutela degli eBook

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