‘Peer education, così gli alunni diventano educatori’. Intervista a Alessandra Giraldo (Progetti Educativi)

di Paolo Anastasio |

Portiamo nelle scuole percorsi educativi basati sulle competenze e sulla peer education, la condivisione della conoscenza fra pari, per stimolare percorsi di autoconsapevolezza rivolti a bambini e a ragazzi, con il coinvolgimento attivo degli insegnanti.

Italia


Alessandra Giraldo

Portare nelle scuole percorsi educativi basati sulle competenze e sulla “peer education”, la condivisione della conoscenza fra pari, per stimolare percorsi di autoconsapevolezza rivolti ai bambini e ai ragazzi, con un coinvolgimento attivo degli insegnanti e delle famiglie. E’ questo il modello applicato ormai da qualche anno da Progetti Educativi, un’azienda che elabora i suoi progetti per i bambini e i ragazzi della Provincia di Treviso, collaborando con Enti e Istituzioni per un’azione sinergica nel territorio, definendo obiettivi condivisi e creando nel territorio opportunità di condivisione, crescita, collaborazione e confronto. Dopo un percorso di apprendimento di competenze, gli alunni diventano essi stessi educatori dei loro compagni. Ne abbiamo parlato con Alessandra Giraldo, Responsabile di Progetti Educativi, Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, referente per la Scuola per il Comitato Provinciale Unicef di Treviso e referente Provinciale per Miur e Unicef Italia per il progetto “Verso una scuola amica”.

 

 

KB. In cosa consiste concretamente la peer education?

 

Alessandra Giraldo. La peer education consiste nella condivisione all’interno della scuola di specifiche competenze fra pari, siano essi alunni o insegnanti. Progetti Educativi collabora con Enti territoriali e scuole portando all’interno delle classi percorsi didattici che stimolano la consapevolezza di un determinato comportamento nei bambini o ragazzi che partecipano al progetto. L’obiettivo è cambiare il comportamento e le abitudini quotidiane rispetto al tema proposto, passando da metodi didattici classici a percorsi di consapevolezza concreti che alla fine si trasformano in azioni.

 

 

KB. Può fare un esempio concreto?

 

Alessandra Giraldo. Quest’anno abbiamo realizzato un progetto sull’acqua (Multimedia Acqua), in collaborazione con Civiltà dell’acqua onlus e Alto Trevigiano Servizi. Il progetto ha coinvolto 10 classi, per un totale di 200 bambini nella scuola primaria, nell’ambito del progetto “Ama l’acqua del tuo rubinetto” di ATS e Civiltà dell’Acqua, che in totale ha convolto 1.200 bambini. L’obiettivo del progetto è sensibilizzare i bambini sull’uso dell’acqua, con particolare attenzione agli sprechi. Durante i 3 incontri proposti, e con gli approfondimenti svolti in classe con gli insegnanti, i bambini hanno riflettuto sull’importanza dell’acqua come risorsa preziosa, arrivando a capire quali loro comportamenti concreti sono rilevanti rispetto a questa tematica.

 


KB. Esistono migliaia di Dvd e pubblicazioni che trattano questo argomento.

 

Alessandra Giraldo. E’ vero, ma con un percorso mirato di peer education abbiamo coinvolto i bambini in un percorso di autoconsapevolezza. Con l’ausilio trasversale di tutti gli insegnanti (italiano, matematica, scienze ecc) abbiamo fatto in modo che i bambini misurassero quanta acqua consumano per bere, per lavarsi, per cucinare e di conseguenza quanta acqua si potrebbe risparmiare a scuola e a casa con un suo uso consapevole. Per un certo periodo, i bambini hanno sperimentato cosa significhi avere a disposizione quantità limitate di acqua (esclusa quella da bere) in modo che si rendessero conto di cosa significa poter contare su dosi predefinite.

 

 

KB. Come l’hanno presa i bambini?

 

Alessandra Giraldo. Alla fine del percorso, i bambini di quinta elementare sono diventati i piccoli “gendarmi” dell’acqua a scuola educando i bambini più piccoli ad un uso consapevole, e hanno trasmesso quello che hanno imparato ai loro compagni delle altre classi. Dieci classi diverse hanno prodotto alla fine del percorso risultati diversi: chi un tg specifico, chi un libricino. I bambini hanno portato anche a casa la necessità di cambiare comportamento rispetto all’uso dell’acqua. I partecipanti più piccoli del progetto sono state due sezioni della scuola materna: il progetto per loro è stato strutturato in termini più ludici e giocosi, ma il risultato è stato comunque efficace: nessuno può più sprecare acqua nella loro scuola!

 


KB. Altri percorsi che avete realizzato?

 

Alessandra Giraldo. Ne abbiamo realizzati diversi negli anni, posso ricordarne uno: L’altro Io (Quanto di me devo ancora scorprire). L’obiettivo era stimolare una riflessione sui concetti di dignità della persona, responsabilità e scelta consapevole, diversità come ricchezza e accettazione dell’altro. Lo abbiamo sviluppato in due classi dell’Istituto Duca degli Abruzzi di Treviso: i ragazzi delle superiori hanno insegnato in una scuola elementare per una settimana. E’ stato uno choc salutare per loro passare dallo studio teorico all’insegnamento reale.  Inoltre, abbiamo proposto ai ragazzi di partecipare a dei laboratori di manualità insieme a dei ragazzi disabili. E’ stato un importante momento di riflessione per loro. L’impatto con il progetto è stato così significativo che, quando è stato proposto loro il progetto successivo, Impariamo a imparare, in 30 di loro hanno fatto volontariato tutti i giovedì per due mesi, come tutor a 70 ragazzi delle medie.

 

 

KB. Progetti per il futuro?

 

Alessandra Giraldo. Stiamo strutturando percorsi di educazione digitale, tema quanto mai urgente ed importante che riguarda tutti noi.

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