Italia
Patteggia la pena, un giovane pirata italiano che aveva messo in piedi un sistema che gli consentiva di fare grossi profitti sfruttando i banner pubblicitari sui due siti che gestiva e che offrivano in downloading o streaming musica e film illegalmente.
Un caso che non fa che confermare la validità del principio follow the money (segui il denaro) quando si vuole scovare chi della pirateria ne fa un vero e proprio business.
Ma veniamo ai fatti. Patteggia un anno e 10 mesi il pirata di film e musica di Montechiarugolo, un piccolo centro in provincia di Parma. Undici mesi invece ai suoi genitori accusati di ricettazione. Il giudice Luca Agostini ha concesso la sospensione condizionale della pena.
Il giovane ventitreenne aveva messo in piedi una truffa a scopo di lucro che gli ha permesso di incassare lauti guadagni dai banner pubblicitari posizionati sui siti, scaricolibero.com e filmgratis.net, che offrivano illegalmente film e musica in violazione della legge sul diritto d’autore.
Cliccando sui banner, spesso involontariamente, alcuni dei quali di marchi molto noti come Google e PayPal, crescevano i profitti del giovane.
Gli inquirenti hanno accertato almeno 137 mila euro, tutto denaro proveniente dall’attività illecita messa in piedi dal ragazzo della quale si sarebbero, secondo gli investigatori, avvantaggiati anche i genitori e da qui la condanna per ricettazione. Sul loro conto risulterebbero, infatti, versamenti provenienti dal figlio per circa 48 mila euro.
Le operazioni risalgano al 2012, quando la Guardia di Finanza, su ordine del Tribunale di Parma, ha sequestrato i due siti dediti alla pirateria.
Il caso riporta l’attenzione sull’importanza di portare avanti l’azione contro i brand che fanno pubblicità sulle piattaforme pirata e per la quale nei giorni scorsi IAB, FPM e Fapav hanno siglato un importante Memorandum of Understanding con l’obiettivo di bloccare le inserzioni pubblicitarie sui siti illegali.
Un Memorandum che Francesco Posteraro, Commissario Agcom e relatore del Regolamento sul diritto d’autore online, ha indicato come “un punto di svolta nella lotta alla pirateria digitale“, perché “dare modo agli operatori pubblicitari di non allocare le loro inserzioni sui siti pirata equivale a privare questi ultimi della principale risorsa che alimenta il loro business criminale”.