Italia
La vendita del convertendo da 103 milioni di euro di Telecom Italia da parte di Telefonica è una dimostrazione di “buona fede da parte del gruppo spagnolo” nella gestione di Telecom Italia. Lo ha affermato l’ad di Telecom ItaliaMarco Patuano, sottolineando come la decisione sia da inserire nell’ambito dei rapporti tra Telefonica e le autorità brasiliane, che temono il troppo peso dell’operatore sul mercato mobile brasiliano, dove è presente sia con Vivo (controllato al 100% dopo l’acquisizione della quota di Portugal Telecom) che con Tim Brasil (attraverso Telecom Italia).
Il convertendo è stato ceduto da telefonica per una questione prettamente finanziaria, ha spiegato un portavoce di Telefonica: acquistato per 103 milioni di euro è stato infatti ceduto a 139,6 milioni, con una plusvalenza pari a circa 36% lordo rispetto al prezzo di carico.
“Credo che la decisone debba essere interpretata nell’insieme delle dimostrazioni che Telefonica sta dando alle autorità brasiliane, cioè della propria non influenza nella gestione di Telecom Italia”, ha affermato Patuano spiegando poi di non avere elementi “per dare un’ulteriore lettura della decisione”, in riferimento alla possibilità che la vendita del convertendo possa essere ascritta alla volontà di Telefonica di uscire da Telco, come si apprestano a fare i soci italiani della holding.
Intesa Sanpaolo, Mediobanca e Generali hanno infatti confermato lo scorso 16 giugno l’intenzione di sciogliere il patto Telco e a questo proposito Patuano ha aggiunto che lo scioglimento di Telco è indicativo di come Telecom Italia “…si sta muovendo molto decisamente nella direzione della public company…e i fatti parlano più delle letture tra le righe”.
Stamani, intanto, Telecom Italia ha siglato un accordo con A2A finalizzato all’acquisto di energia elettrica “pulita”, prodotta cioè da sole fonti rinnovabili, per garantire il fabbisogno di energia per tutte le Aziende del Gruppo per i prossimi due anni.
“Il nostro impegno nel risparmio energetico ha due direzioni: consumare meno e promuovere minori consumi”, ha detto Patuano, sottolineando quindi che l’obiettivo di “trend a consuntivo” è di “un aumento del 5% l’anno” dei risparmi in questo ambito.
“Nei prossimi tre anni – ha concluso Patuano – puntiamo col progetto 1 Tera a consumare un 1 Terawattora in meno a pari livelli di crescita”, rispetto ai 2,3 TWh attuali. Il costo dell’energia per il gruppo ammonta a “300 milioni di euro l’anno”.