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Nuove accuse di comportamento anticompetitivo piovono su Google, inoltrate a Bruxelles dalla società portoghese Aptoide. Riguardano, in particolare, la posizione dominante del gruppo di Mountain View nel mercato smartphone, che produrrebbe una discriminazione delle app rivali dallo store Google Play.
Aptoide, con sede a Lisbona e che rivendica sei milioni di utenti unici al mese, denuncia come Google ostacoli sistematicamente l’installazione di app store di terze parti sulla piattaforma Android e blocchi la concorrenza nel Play Store, annunciando di voler unire le forze con altri app store indipendenti per fare fronte comune conbtro Google.
Quella di Aptoide è solo l’ultima di una lunga lista di denunce presentate dai concorrenti sia negli Usa che in Europa (anche se da Bruxelles non è ancora arrivata conferma): lo scorso anno anche Nokia, Microsoft e Oracle, unite nell’associazione Fairsearch, hanno accusato Google di utilizzare Android “come un ‘cavallo di Troia’ per ingannare i partner, monopolizzare il mercato mobile e rafforzare il controllo sui dati degli utenti” facendo leva sul crescente utilizzo delle tecnologie mobili.
Secondo Fairsearch, anche se Android è offerto ‘gratuitamente’ ai produttori di smartphone, in realtà chi vuole includere nei propri dispositivi le app Google più gettonate, come Maps, YouTube o Play, deve precaricare nel dispositivo una suite completa di servizi mobili targati Mountain View e dare loro un posizionamento di primo piano. Questo pone i competitor in condizione di svantaggio e Android nella posizione di controllare i dati della maggioranza degli utenti mobili.
La denuncia di Aptoide è indipendente da questo precedente reclamo e verte sugli ostacoli frapposti all’installazione di app store di terze parti sulla piattaforma Android di Google, che avrebbe progressivamente reso più difficile l’accesso alle offerte concorrenti al Play Store e bloccato l’acceso da Chrome ai siti di Aptoide.
L’obiettivo, secondo la società di Lisbona, sarebbe quello di impedire ai consumatori di scegliere un app store “sulla base della qualità della tecnologia”.
Ricordiamo che Android è in assoluto la piattaforma mobile più usata al mondo, con una quota di mercato globale pari all’81%.
L’antitrust europeo non ha ancora aperto un’indagine su Android, ma il Commissario Joaquin Almunia non ha escluso la possibilità. Per quanto riguarda invece il dossier sullo strapotere di Google nel settore della ricerca online, Francia e Germania hanno fatto fronte comune contro la società americana, proprio mentre sembrava vicino l’accordo con Bruxelles alla luce degli impegni presentati dal motore di ricerca. Secondo il ministro tedesco dell’Economia Sigmar Gabriel Google va fronteggiato come si è fatto con le banche per i loro eccessi: “La politica – ha detto Gabriel – deve intervenire là dove, dopo la crisi finanziaria, mercati disordinati e player senza confini minacciano di provocare gravi danni”.
In ultima ratio, il Ministro ha proposto uno spacchettamento delle attività di Google, così com’è avvenuto per i grandi colossi dell’energia e del gas.