Italia
Il Mercato elettronico della Pubblica Amministrazione (MEPA) gestito da Consip è ormai diventato il principale canale di accesso agli acquisti pubblici sotto la soglia comunitaria e ogni mese che passa batte un record.
Nato nel 2003, si è progressivamente diffuso come strumento efficiente, rapido e trasparente per gli acquisti, con grandi benefici per le pubbliche amministrazioni e per le imprese. Per gli enti pubblici sono determinanti la riduzione dei tempi e dei costi del processo di acquisto grazie all’eliminazione di alcune fasi rispetto alle procedure tradizionali, alla maggiore rapidità nelle indagini di mercato e alla maggiore facilità nella negoziazione coi fornitori grazie anche allo strumento della Richiesta di offerta (RDO), all’offerta di un ampio catalogo di prodotti con elevati standard qualitativi, all’estensione della base dei fornitori potenziali. Per le imprese, è fondamentale l’attivazione di un nuovo canale commerciale con la PA senza costi, l’ampliamento del mercato potenziale e della visibilità della propria offerta, la diminuzione dei costi di intermediazione e di gestione del processo di vendita, oltre – ma non ultima – alla piena valorizzazione dell’offerta locale.
Dopo poco più di dieci anni di attività possiamo tracciare un bilancio molto positivo e dire che ci stiamo avvicinando al massimo potenziale del MEPA. I numeri aggiornati al 31 maggio 2014:
- dal 2004 sono state concluse transazioni per 2,8 miliardi di euro
- 1,12 miliardi di euro è il valore delle transazioni degli ultimi 12 mesi
- 28mila uffici della PA acquistano sul MEPA
- 28mila fornitori sono registrati e attivi
- 4,2 milioni di articoli pubblicati nel catalogo MEPA
- 400mila transazioni negli ultimi 12 mesi, tre su quattro effettuate come Ordini diretti sui cataloghi presentati dai fornitori e il resto tramite Richiesta d’offerta
- 717 milioni di euro, pari al 64% del valore acquistato negli ultimi 12 mesi, è stato realizzato tramite RDO
Il grande valore delle RDO dimostra un utilizzo sempre più frequente di tale modalità di acquisto che consente alle amministrazioni di cogliere i benefici della competizione fra i fornitori e di ottenere le migliori condizioni possibili per le loro forniture.
Ma la vera forza del MEPA è la partecipazione delle imprese. Di queste oltre 17mila hanno concluso contratti con la PA nell’arco degli ultimi 12 mesi. Inoltre l’80% delle aziende che operano sul MEPA sono micro-imprese (con meno di 10 dipendenti) e un altro 17% è costituito da piccole imprese. Si tratta, dunque, di uno strumento essenzialmente pensato per coinvolgere le PMI nel mercato delle forniture pubbliche e i numeri testimoniano l’importante opportunità di business che esso rappresenta.
Consip ha lavorato molto in questi anni per facilitare e incoraggiare la partecipazione delle imprese al MEPA, instaurando una proficua collaborazione e un costante dialogo con le loro rappresentanze associative delle imprese e della cooperazione. Insieme ad esse è stato realizzato il progetto degli Sportelli in rete: si tratta di veri e propri punti informativi e di assistenza collocati presso le sedi territoriali delle associazioni di categoria attraverso i quali le aziende possono ricevere assistenza e supporto per l’utilizzo degli strumenti Consip.
Osserviamo con enorme soddisfazione che anche iniziative innovative, come SOS-MEPA della Porzio & Partners che pubblica periodicamente una propria rubrica su Key4Biz, sono nate per supportare il percorso della digitalizzazione degli acquisti pubblici, così come sempre più annunci di lavoro sono rivolti ad assumere nelle imprese gli esperti di offerta su MEPA.
È proprio dal confronto con le associazioni di categoria e dall’ascolto delle loro esigenze che scaturiscono le novità nelle regole di funzionamento del MEPA che Consip si appresta a rendere ufficiali – partiranno entro giugno – e che renderanno ancora più facile per le aziende, soprattutto le PMI e le startup, vendere beni e servizi alla PA. Sono tre le principali modifiche che verranno introdotte:
- l’eliminazione del requisito di fatturato annuo di 25mila euro richiesto all’impresa per potersi accreditare sul MePA
- l’abolizione dell’obbligo di pubblicare un catalogo dei beni e servizi
- la possibilità di abilitare Reti di impresa e altri soggetti economici associati.
In particolare l’eliminazione del requisito di capacità economico/finanziaria del fatturato minimo intende facilitare l’accesso e la partecipazione delle micro imprese e delle startup che, pur essendo attive sul mercato, difficilmente riescono a raggiungere il requisito necessario nei primi anni di attività. Ad oggi le imprese iscritte al MEPA con data di iscrizione alla Camera di commercio inferiore a 36 mesi rispetto alla data di abilitazione al MEPA, sono 2.486 sul totale delle imprese abilitate (l’11,6% del totale).
L’abolizione dell’obbligo per le imprese che si abilitano di pubblicare on line il catalogo con la descrizione dei beni e servizi offerti intende dar modo alle imprese di implementare più semplicemente e con minori rischi la propria strategia commerciale. Resterà facoltà dell’impresa pubblicare comunque il catalogo anche in un momento successivo all’abilitazione.
Infine, un’ulteriore modifica rende esplicite la possibilità e le modalità di abilitazione per le Reti di impresa, gli aderenti alle associazioni di tipo non ordinistico e quindi, più in generale, per chi svolge attività professionale non organizzata ai sensi della legge n. 4/2013. In tal modo puntiamo a fornire uno strumento per rafforzare l’offerta commerciale delle piccole aziende, che unendo le proprie forze in una rete d’impresa possono aumentare la loro competitività sul mercato delle forniture pubbliche.
Concluderei dicendo che stiamo rendendo il MEPA sempre più vitale, efficiente e aperto all’accesso delle imprese innovative, per fornire qualità, efficienza e risparmi alla PA. Questo vuol dire, più direttamente, sviluppare l’impresa e l’occupazione da un lato e, dall’altro, permettere ai nostri pubblici funzionari di spendere al meglio i soldi delle nostre tasse.