Italia
Si torna a parlare della necessità di una Carta per il web. A rilanciare la proposta è stata stamani il presidente della Camera Laura Boldrini, intervenendo al seminario ‘From e-Parliament to smart-Parliament’, organizzato a Montecitorio dallo European centre for Parliamentary research and documentation.
La Boldrini ha parlato di una vera e propria Costituzione per disciplinare tutte le questioni che pone Internet. Un progetto su cui il Brasile ha giocato d’anticipo approvando nei mesi scorsi a tempo di record una sorta di ‘Costituzione’ del web, che fissa i diritti e i doveri degli utenti, delle imprese e dei governi, occupandosi in maniera approfondita di governance della rete
La Boldrini ha annunciato che la prossima settimana verrà affrontata ” la questione dei diritti nell’era di Internet, visto che la Camera dei deputati ospiterà un seminario dal titolo provocatorio ‘Una Costituzione di Internet?’ L’idea alla base del seminario è che nei prossimi mesi, durante la presidenza italiana, l’Unione europea può e deve svolgere un ruolo importante nella definizione dei diritti fondamentali che dovrebbero essere parte di una ‘Internet Constitution’ e che dovrebbe essere certamente l’oggetto di un dibattito pubblico”.
“Saremo lieti di contributi e idee per capire come mettere le nuove tecnologie al servizio del Parlamento e della democrazia“, ha aggiunto, precisando che, “come sempre cercheremo di migliorare la trasparenza, la partecipazione dei cittadini e la tutela dei diritti individuali”.
In questo senso, il presidente della Camera, ha sottolineato l’importanza che la Camera dei deputati sia sempre più aperta ai cittadini, soprattutto grazie al web e ai social network.
“Il Parlamento deve aprirsi – ha ribadito la Boldrini – e coinvolgere i cittadini, che devono essere sempre più vicine a questa istituzione. Non a caso la nostra agenda di riforme prevede grandi sforzi per modernizzare le procedure e in questo le nuove tecnologie possono giocare un ruolo importante”. L’esempio principale per la Boldrini è quello degli open data, un modo per “rendere disponibile la conoscenza per i cittadini”. Ma servono anche nuove politiche comunicative, come “l’integrazione coi social media o come seguire i lavori parlamentari su YouTube”.
Il problema che si pone, secondo la Boldrini, è però quello della protezione della privacy. “Il giusto bilanciamento tra il diritto all’oblio e il diritto dei cittadini di sapere cosa accade nel Parlamento” non è facile da trovare. Anche di questo si parlerà al seminario “Una costituzione per internet?”.