Consolidamento tlc, Moody’s: ‘La Ue favorisce gli operatori virtuali e non le telco’

di Alessandra Talarico |

I rimedi imposti da Bruxelles per dare il via libera alle fusioni tra operatori vanno nella direzione opposta a quella auspicata dalle telco, che sperano nel consolidamento per risollevare margini e profitti e poter ricominciare a investire.

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Consolidamento

L’agenzia di rating americana Moody’s raffredda gli entusiasmi delle telco europee riguardo i possibili benefici del consolidamento del mercato sui margini e i profitti del settore.

I rimedi imposti dall’antitrust europeo, con riferimento, in particolare, al recente via libera alla fusione tra 3 e O2 in Irlanda, non sembrano andare nella direzione auspicata dagli operatori, i quali confidano che riducendo il numero di società attive sui mercati nazionali si possa frenare la feroce guerra dei prezzi con un conseguente alleggerimento della pressione competitiva.

Per dare il suo via libera alla fusione con la divisione irlandese di Telefonica, infatti, Bruxelles ha imposto ad Hutchison Whampoa di cedere parte della sua capacità di rete agli operatori mobili virtuali, per mantenere inalterato l’equilibrio concorrenziale sul mercato mobile.

A beneficiare della fusione, quindi, non saranno le due società coinvolte nell’operazione ma, appunto, l’operatore virtuale UPC di proprietà dell’americana Liberty Global, che potrà rafforzare la sua offerta di servizi mobili ai consumatori.

 

La decisione della Ue su questa operazione era molto attesa in vista del giudizio su un altro merger in attesa di via libera: quello tra Telefónica Deutschland ed ePlus, divisione tedesca di KPN. Se approvata, la fusione porterebbe da 4 a 3 gli operatori mobili sul mercato tedesco ed è per questo che in ogni caso il via libera arriverà anche questa volta a precise condizioni per preservare la concorrenza ed evitare un aumento dei prezzi a scapito dei consumatori.

“Quello che risulta evidente dal caso irlandese è che l’antitrust europeo vuole mantenere un ambiente competitivo. Il consolidamento, quindi, non ha portato il sollievo previsto dalle telco”, ha affermato l’analista Moody’s Ivan Palacios.

 

Eppure, secondo recenti analisi, il consolidamento del mercato porterà vantaggi ai consumatori che bilancerebbero l’aumento del prezzo, perché in questo modo gli operatori potranno investire di più nelle reti e offrire servizi di migliore qualità.

Secondo gli analisti di HSBC, ad esempio, un aumento in bolletta è il prezzo da pagare per uscire dallo stallo che sta immobilizzando il mercato tlc europeo rendendolo inadeguato a rispondere alla crescente domanda di connettività ubiqua e di buona qualità.  Per dare sostegno alle loro tesi, HSBC porta l’esempio degli Usa dove, se fosse approvata la proposta di fusione tra Sprint e T-Mobile, il numero di grandi operatori a spartirsi un mercato di 300 milioni di persone scenderebbe a 3, contro il centinaio e passa di operatori che in Europa si contendono un mercato di 500 milioni di abitanti.

Guardando oltreoceano, infatti, si capisce come gli americani siano disposti a pagare nettamente di più per i servizi mobili rispetto agli europei (secondo la Gsma l’abbonamento medio mensile Usa costa 69 dollari contro i 38 in Europa) ma bisogna anche tenere d’occhio l’uso dei servizi, che è considerevolmente più alto, in particolare per quel che riguarda i dati. Secondo stime di Cisco, quest’anno i consumatori americani consumeranno il doppio dei dati di quelli europei (810 MB contro 415) e il gap si amplierà col passare del tempo.

 

Il consolidamento così come imposto dalla Ue, insomma, non porterà i benefici sperati dalle telco ma, al contrario, farebbe bene prevalentemente ai MVNO, che beneficerebbero delle rigide misure imposta dall’antitrust per aumentare ancora di più la concorrenza dei prezzi. E non è detto che a vincere sarebbero i consumatori, perché senza reti di nuova generazione difficilmente l’Europa riuscirà a colmare il gap competitivo con le altri grandi potenze digitali come gli Usa, la Corea, il Giappone e, last but not least, la Cina.

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