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La partita più importante per l’assegnazione dei diritti tv calcio della Serie A si giocherà sul Pacchetto D, che rappresenta la più grossa novità di quest’asta perché assicura l’esclusiva di alcune partite, e sul nodo dei diritti internet (Pacchetto E) per i quali non è stata presentata alcuna offerta e che, in base alle linee guida approvate da Agcom, permetterebbe all’advisor Infront di bloccare l’asta e procedere con una trattativa privata. Cosa che potrebbe scombinare le carte in tavola e riservare nuove sorprese. Ma vediamo in dettaglio come stanno le cose.
Giovedì 5 giugno sono state aperte le buste: sono 13 le offerte presentate rispettivamente da Mediaset per i Pacchetti A, B e D, Sky e Fox, per i Pacchetti A, B, C e D e da Eurosport (Discovery Communications) solo per lo slot D.
La base d’asta parte da 800 milioni di euro. L’accordo tra la Lega di Serie A e Infront prevede per i prossimi tre anni un minimo garantito di 980 milioni di euro.
La Lega dovrà adesso decidere a chi assegnare i diritti della Serie A per la stagione 2015-2018 e lo comunicherà per fine mese. Resta però in sospeso sempre il Pacchetto E, per il quale non è stata presentata alcuna offerta: base d’asta 108 milioni (327 milioni in totale) che comprende tre gare per ogni giornata di campionato, per un totale di 114 eventi, esercitabili in piattaforma internet, iptv e telefonia mobile e da trasmettere in modalità OTT. Ricordiamo infatti che la Lega ha la facoltà di ritirare dal mercato i pacchetti, pure in caso di raggiungimento del minimo della base d’asta, se uno solo dei 5 pacchetti rimane invenduto, così come prevedono le linee guida.
I cinque Pacchetti
I cinque pacchetti per i diritti delle stagioni 2015/2016, 2016/2017 e 2017/2018 sono così composti: i primi due sono uguali (A e B), uno per satellite e uno per il digitale terrestre, per 8 squadre (248 partite), tra cui 4 delle prime cinque big, con base d’asta intorno ai 275 milioni l’anno (822 mln per le tre stagioni); uno (C) per diritti accessori dei pacchetti A e B come le integrazioni delle riprese da 66 milioni (207 in tre anni); un quarto (D) prevede un’esclusiva per le partite delle altre squadre (base d’asta intorno a 234 mln l’anno per un totale di 705 milioni); l’ultimo (E) da 108 milioni (327 milioni in totale) comprende tre gare per ogni giornata di campionato, per un totale di 114 eventi, esercitabili in piattaforma internet, iptv e telefonia mobile e da trasmettere in modalità OTT.
La vera partita si gioca sul Pacchetto D
Il Pacchetto D è quello più ambito e anche quello più caro: il 25% del valore complessivo.
L’interesse è, quindi, tutto puntato sul lotto di partite D: cioè per 132 match relativi a 12 squadre e non compresi negli altri pacchetti. Il lotto di fatto comprende una sola delle cinque principali squadre del campionato (Juventus, Milan, Inter, Napoli e Roma) ma ha la caratteristica di essere in esclusiva e multipiattaforma: chi si aggiudicherà questo gruppo di partite avrà dunque una licenza esclusiva per quei match e potrà decidere di trasmetterli sul satellite o sul digitale terrestre. La base d’asta per il lotto D di partite è di 234 milioni per la prima stagione, di 235 milioni per la seconda e di 235 milioni per la terza.
Un prezzo elevato per assicurarsi l’esclusiva e che farà la differenza.
In altre parole, se Mediaset ottenesse i diritti delle partite per il digitale terrestre e Sky quelle per il satellite, chi tra i due dovesse aggiudicarsi il Pacchetto D avrebbe anche quelli delle altre partite in esclusiva, quindi tutte.
Ed è questa la principale novità di questo bando, perché finora nessuno aveva le esclusive, ed è stato predisposto proprio per far aumentare il valore complessivo dell’asta dalla quale solo un broadcaster uscirà vittorioso, anche se a caro prezzo.
Il ruolo del Pacchetto Internet
A scombinare le carte c’è però il Pacchetto E. Se Infront, visto che non sono arrivate offerte per lo slot dei diritti internet, decidesse di passare a trattativa privata per tutti i pacchetti, i prezzi salirebbero e Mediaset per assicurarsi l’esclusiva del Pacchetto D potrebbe forse aver bisogno di una ‘mano’.
In questa fase potrebbe giocare un ruolo decisivo la tv araba Al Jazeera con la quale l’azienda della famiglia Berlusconi è già in trattative per la New Co delle pay Tv tra Italia e Spagna, che potrebbe essere interessata solo a condizione di un investimento ‘grosso’ sui diritti calcio che renda la tv a pagamento di Mediaset più appetibile e pensare poi al mercato spagnolo dove resta ancora aperto il dossier Digital+.
Il Pacchetto E, tra l’altro, risulta troppo caro visto che chi compra i Pacchetti A, B e D ha anche i diritti per la trasmissione via web.
Viene quasi da pensare che possa essere stato inserito nel bando in modo malizioso, proprio per permettere a Infront la clausola della negoziazione privata. Insomma la partita non è affatto chiusa e si potrebbe andare ai rigori.