Italia
Sarà una dura battaglia quella per i diritti tv della Serie A 2014-2018. Oggi a mezzogiorno scadeva il termine per partecipare al bando di gara con una base d’asta che parte da 800 milioni di euro. L’accordo tra la Lega di Serie A e Infront prevede per i prossimi tre anni un minimo garantito di 980 milioni di euro.
Dalle prime indiscrezioni, Mediaset, Sky Italia e Fox Sports (gruppo Murdoch) hanno presentato offerte per quattro pacchetti di diritti su cinque cioè gli slot A-B-C-D. Mentre Eurosport (Discovery Communications) avrebbe presentato un’offerta solo per il lotto D.
Non c’è neanche un’offerta di Al Jazeera, indicata come un possibile concorrente. E pare anche che non sia arrivata nessuna offerta per il pacchetto dedicato a internet.
Se Fox, che appartiene sempre al gruppo di Murdoch come Sky, riuscisse ad accaparrarsi i diritti per la piattaforma digitale e Sky Italia dovesse aggiudicarsi le licenze per la trasmissione via satellite, Mediaset si troverebbe davanti al rischio concreto di perdere un asset essenziale per il rilancio della sua pay tv Premium.
I tre principali contendenti hanno presentato offerte sia per i pacchetti base da 8 squadre per il satellite e il digitale terrestre che per il pacchetto in esclusiva di 12 squadre. Oltre a queste hanno presentato una proposta per i diritti accessori (interviste ecc.) compresi nel pacchetto B.
In giornata saranno comunicate solo le offerte pervenute per i differenti pacchetti senza l’entità delle stesse, anche perché da questa tornata la Lega ha la facoltà di ritirare dal mercato i pacchetti, pure in caso di raggiungimento del minimo della base d’asta, se uno solo dei 5 pacchetti rimane invenduto.
Entro 21 giorni dall’apertura delle buste la Lega Calcio procederà all’assegnazione di ciascun pacchetto a chi ha presentato l’offerta più alta purché superiore al prezzo minimo.
Cinque pacchetti
I cinque pacchetti per i diritti delle stagioni 2015/2016, 2016/2017 e 2017/2018 sono così composti: i primi due sono uguali (A e B), uno per satellite e uno per il digitale terrestre, per 8 squadre (248 partite), tra cui 4 delle prime cinque big, con base d’asta intorno ai 275 milioni l’anno (822 mln per le tre stagioni); uno (C) per diritti accessori dei pacchetti A e B come le integrazioni delle riprese da 66 milioni (207 in tre anni); un quarto (D) prevede un’esclusiva per le partite delle altre squadre (base d’asta intorno a 234 mln l’anno per un totale di 705 milioni); l’ultimo (E) da 108 milioni (327 milioni in totale) comprende tre gare per ogni giornata di campionato, per un totale di 114 eventi, esercitabili in piattaforma internet, iptv e telefonia mobile e da trasmettere in modalità OTT.
La mossa a sorpresa di Eurosport
L’interesse di Eurosport, secondo quanto si apprende, è per il lotto di partite D del bando: cioè per 132 match relativi a 12 squadre e non compresi negli altri pacchetti. Il lotto di fatto comprende una sola delle cinque principali squadre del campionato (Juventus, Milan, Inter, Napoli e Roma) ma ha la caratteristica di essere in esclusiva e multipiattaforma: chi si aggiudicherà questo gruppo di partite avrà dunque una licenza esclusiva per quei match e potrà decidere di trasmetterli sul satellite o sul digitale terrestre. La mossa di Eurosport, segnalano gli osservatori, è quindi interessante dal punto di vista strategico perché, se dovesse prevalere nell’asta, potrebbe abbinare le licenze delle proprie partite sia all’offerta satellitare di Sky sia a quella digitale terrestre di Mediaset o di Fox Sport.
La base d’asta per il lotto D di partite è di 234 milioni per la prima stagione, di 235 milioni per la seconda e di 235 milioni per la terza.
Andrea Zappia (Sky): ‘Diritti tv calcio troppo cari’
I broadcaster stanno giocando una dura partita, consapevoli che dall’assegnazione dei diritti tv calcio dipenderà il futuro della tv a pagamento.
Ieri non sono mancate le lamentele da parte dell’Amministratore delegato di Sky Italia, Andrea Zappia, per gli alti investimenti necessari per garantirsi i diritti sportivi.
“In Italia i diritti tv del calcio sono troppo cari, più cari che in qualunque altro paese. Questo è un limite per la crescita della pay tv che – secondo Zappia- è l’unica, nel mercato televisivo, che può crescere”.
Questo implica, ha aggiunto l’Ad, che “bisogna investire ancora di più in questo settore” anche se occorrono “regole più chiare“.
Serie A, la grande sfida di Mediaset
I diritti di serie A rappresentano un business fondamentale per Mediaset, perché funzionali anche al suo progetto della New Co della pay tv tra Italia e Spagna per il quale è già in trattative con Al Jazeera e la francese CanalPlus.
Il tutto risente ovviamente delle manovre di Telefonica che, secondo le ultime indiscrezioni, avrebbe offerto a Mediaset 350 milioni euro per comprare il 22% che l’azienda italiana possiede nella pay tv spagnola Digital+.
L’operatore tlc ha già offerto a Prisa 750 milioni di euro per la quota di controllo del 56% che insieme al suo 22% gli permetterebbero di salire al 78% di Digital+.
Se Telefonica riuscisse a rilevare anche la quota di Mediaset, per la quale sarebbe disposta a pagare un premio del 19% rispetto al prezzo offerto a Prisa, avrebbe il pieno controllo della pay tv spagnola. Ma perché farlo se Telefonica con il 78% avrebbe già di fatto la maggioranza di Digital+?
Secondo alcuni analisti, dietro la mossa della telco ci sarebbero le pressioni del governo che temono l’avanzata di Mediaset, Al Jazeera e CanalPlus sul mercato spagnolo.
Telefonica ci guadagnerebbe i 580 milioni di crediti fiscali che sono in pancia a Digital+ e la fusione con Movistar, che gli permetterebbe di offrire in un unico pacchetto telefonia, internet e tv.