Unione Europea
Si mettono male le cose per Google in Europa, specie dopo l’asse franco-tedesco che si è delineato negli ultimi tempi con l’obiettivo di arginare lo strapotere del gruppo americano nella ricerca online. E così mentre sembrava ormai vicino l’accordo con l’Antitrust Ue dopo le nuove proposte presentate da Google, adesso il dossier potrebbe essere riaperto arricchito da nuovi elementi e dalla denuncia proveniente da 400 editori europei giunta sul tavolo del Commissario Joaquin Almunia nei giorni scorsi.
I Ministri dell’Economia di Francia e Germania non intendono mollare la presa e ribadiscono che la procedura contro Google deve essere riconsiderata alla luce dei nuovi fatti. In tutto questo non possiamo non considerare anche le ultime elezioni europee che hanno ridisegnato la composizione del Parlamento Ue con un forte ridimensionamento della presenza del PPE che fa capo al presidente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso.
Stando a quanto riferisce il Wall Street Journal, le riunioni a Bruxelles si susseguono e, secondo indiscrezioni, pare che i vertici di Google stiano premendo per raggiungere l’intesa, sostenendo che la formale procedura antitrust potrebbe non essere la via migliore per soddisfare le richieste dei ricorrenti.
Per il Commissario Ue all’Eenergia, Günther Oettinger, chiamato a esprimere un parere prima che l’accordo diventi vincolante, “le proposte di Google non sono inutili, ma non sono ancora abbastanza”.
In tutto questo non bisogna tralasciare che Google è coinvolta anche in altre questioni spinose.
Qualche settimana fa il gruppo ha subito un’altra pesante sconfitta con la sentenza della Corte di Giustizia Ue secondo la quale il motore di ricerca è tenuto, in alcune circostanze, a rispettare il diritto all’oblio degli utenti.
Il Garante tedesco sta valutando di chiedere a Google di rivedere la sua policy sulla privacy mentre la Francia sta per comminare alla società una multa che potrebbe sfiorare il miliardo d’euro per aver eluso le tasse.
Ma Francia e Germania non si fermano qui. Il governo d’Oltralpe sta spingendo per l’approvazione entro fine anno di una disposizione europea che classifichi Google e gli altri giganti della rete come public utilities, costringendoli a garantire l’accesso a tutti i loro servizi alla stregua degli operatori tlc.
Il Ministro tedesco Sigmar Gabriel ha avanzato la proposta di uno spacchettamento di Google che però richiederebbe nuove leggi per essere fattibile.
“Non vogliamo diventare una colonia digitale dei giganti mondiali di internet“, ha ribadito il Ministro francese dell’Economia Arnaud Montebourg, in occasione di un recente incontro a Parigi per la presentazione dell’Open Internet Project.
“E’ necessario, anzi urgente – ha aggiunto – adottare regole che garantiscono parità di condizioni” per le aziende europee.
I detrattori di questa linea parlano di una sorta di xenofobia digitale che potrebbe precludere gli investimenti esteri sui mercati della Ue.
Cosa succederà? Il mandato degli attuali Commissari scadrà il prossimo autunno e potrebbero esserci delle grosse novità sul fronte Google che scombinerebbero l’attuale situazione e il dossier per sospetto abuso di posizione dominante sul mercato della web search.