Italia
L’Italia ha l’obbligo di eliminare entro fine anno il problema delle interferenze che le nostre emittenti locali provocano nei paesi confinanti. Non ci sono altre vie d’uscita, per tornare nel consesso internazionale in tema di frequenze. Il Governo Renzi punta sul ripristino della legalità nella gestione dello spettro e, pur garantendo il suo appoggio in tandem con l’Agcom che sta predisponendo il piano delle frequenze da liberare, non concederà sconti alle emittenti locali che provocano disturbi ai paesi confinanti. E’ questo in sintesi il messaggio emerso al Radio Tv Forum organizzato da Aeranti-Corallo, al quale hanno preso parte Marco Rossignoli, coordinatore di Aeranti-Corallo, Luigi Bardelli, componente esecutivo di Aeranti Corallo e presidente di Corallo, Antonio Preto, commissario Agcom, Filippo Lucci, presidente del Coordinamento nazionale dei Corecom e Franco Siddi, segretario generale della Fnsi.
Basta interferenze, coordinamento internazionale stella polare
Eliminare in tempi strettissimi il problema delle interferenze provocate dalle nostre emittenti locali sul segnale televisivo dei paesi confinanti, in particolare Croazia e Slovenia. Il coordinamento internazionale delle frequenze (mai fatto dall’Italia finora) dovrà essere garantito dalle emittenti e accettato pienamente. “Bisogna riportare l’Italia nel consesso internazionale, in tema di frequenze, “mettendo fine all’ambiguità e all’incertezza”, ha detto il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli, che da troppo tempo pesano sul settore dell’emittenza locale a causa del mancato coordinamento internazionale delle frequenze da parte dei governi precedenti, e per il quale “l’Italia a livello di Itu è osservata speciale – aggiunge Giacomelli – e questo è fonte di imbarazzo per il Governo”.
Il sottosegretario chiede l’impegno delle emittenti locali in questa fase delicata e assicura che il Mise “predisporrà sul campo strumenti tecnici per ridurre al minimo il problema a delle interferenze – dice – e si muoverà in sinergia con l’Agcom, senza scaricabarili, per superare l’ambiguità normativa che pesa sul settore radiotelevisivo. La priorità è superare le controversie internazionali”.
L’obiettivo di Giacomelli, che a luglio parteciperà agli stati generali del settore con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Editoria Luca Lotti, è quindi quello di arrivare all’iscrizione di tutti i multiplex usati in Italia al registro di Ginevra entro fine anno. “Arriviamoci nel modo più indolore – ha aggiunto – ma il finale è questo. Tanto più che il valore di frequenze che non sono coordinate a livello internazionale è molto inferiore e l’unico potenziale acquirente resta lo Stato”.
Per quanto riguarda la prossima liberazione della banda 700 Mhz, Giacomelli auspica che si possa realizzare “una liberazione sincronizzata con il passaggio al Dvbt2 – dice – in modo da ridurre i problemi di questo delicato passaggio”.
I problemi dell’emittenza locale
“La mancanza di un progetto governativo strutturale per l’emittenza locale e il continuo cambiamento delle regole ha generato una situazione di incertezza permanente – ha detto Marco Rossignoli, coordinatore di Aeranti-Corallo – che ha impedito, e sta impendendo, qualsiasi programmazione aziendale da parte delle imprese”.
Un quadro, legato per di più alla crisi della pubblicità, che crea incertezza occupazionale in un settore che dà lavoro a 10 mila dipendenti e altrettanti collaboratori. “E’ necessario che il Governo dia vita a un serio progetto politico – aggiunge Rossignoli – che riaffermi il ruolo dell’emittenza locale. Occorre, infine, favorire e incentivare forme di sinergia tra le imprese televisive locali, per l’esercizio delle reti di trasmissione, nell’imminenza dell’avvio del passaggio al Dvb-t2, che consentirà un raddoppio del numero dei programmi che potranno essere diffusi attraverso ogni mux”.
I problemi principali delle locali sono, in sintesi, la compatibilità interferenziale con gli Stati confinanti; la regolamentazione relativa all’ordinamento automatico dei canali della televisione digitale terrestre (Lcn); la destinazione della banda 700 Mhz (canali dal 41 al 60, che dal 2015 dovranno essere aperti all’uso coprimario delle telco); la modalità di determinazione dei contributi per i diritti d’uso delle frequenze e dei diritti amministrativi per lo svolgimento dell’attività di operatore di rete.
L’esclusione delle frequenze che creano interferenze dalla pianificazione italiana mette a rischio decine di emittenti (fino a cento quelle a rischio sfratto, in particolare sul versante Adriatico ndr). Aearanti-Corallo chede al Governo di escludere soltanto le frequenze che provocano interferenze non eliminabili e di adottare la compatibilizzazione degli impianti. Infine, l’associazione delle emittenti chiede di destinare alle tv locali le frequenze che non dovessero essere assegnate in sede di ex beauty contest.
“C’è bisogno di stringere i denti per non perdere un patrimonio editoriale forte, qual è quello dell’emittenza locale – ha detto Franco Siddi, segretario generale della Fnsi – Bisogna avere una visione d’insieme e di sistema, le battute choc di Renzi sulla Rai serviranno se otterranno lo scopo di cambiare il sistema a tutto tondo. Sul problema delle interferenze, va risolto subito: è interesse di tutti che il sistema si riprenda”.
Tabula rasa sulle frequenze?
“No al bulldozer e alla tabula rasa sulle frequenze, il Governo riconosca il ruolo sociale dell’emittenza locale e porti le nostre istanze in Europa – ha aggiunto Luigi Bardelli, componente esecutivo di Aeranti Corallo e presidente di Corallo – il criterio non può essere soltanto il business ad ogni costo, ma una sorta di servizio pubblico delle locali”.
Sulla stessa linea Filippo Lucci, presidente del Coordinamento nazionale Corecom: “Ad ogni cambio di governo bisogna ricominciare daccapo, tutti prendono impegni con le emittienti ma poi vanno a casa prima di riuscire a metterli in atto – ha detto – E’ necessario un quadro stabile per il settore, che ha un ruolo importante a livello locale. Oggi sono positivo perché il sottosegretario Giacomelli ha anticipato le priorità del settore, che coincidono con quelle del Corecom. Un interlocutore che parla di legalità e che vuole chiarezza”.
Compatibilizzazione degli impianti
“Lo spettro va usato in modo efficiente – ha detto Antonio Preto, commissario Agcom – le frequenze sono un bene scarso e comunque il digitale terrestre è una realtà universale che va tutelata. In tema di interferenze, l’Agcom sta effettuando un’indagine (un fine tuning, ndr) e ha messo a consultazione uno schema (previsto il taglio di 74 frequenze, ndr) che non è definitivo. Il Consiglio dell’Agcom si esprimerà in dialogo con il Mise, tenendo conto delle tv locali, ma ci sono poche alternative: le frequenze che provocano interferenze vanno escluse dalla pianificazione. Di certo esploreremo tutte le strade per compatibilizzare gli impianti, l’obiettivo non è certo chiudere le emittenti. Ma le interferenze non possono diventare un caso ‘quote latte bis’ per l’Italia.”.
Sulla rivendicazione di parte delle frequenze dell’ex beauty contest da parte delle locali, Preto dice che “bisogna tener conto del refarming della banda a 700 Mhz e comunque un terzo dello spettro andranno alle locali”.