Google: pianificate acquisizioni estere per 20-30 mld di dollari

di Alessandra Talarico |

Se, in alternativa, la società decidesse di rimpatriare quei soldi dovrebbe versare una congrua somma al fisco…meglio, quindi, continuare a usare una parte consistente dei guadagni offshore per nuove acquisizioni.

Stati Uniti


Google

Google ha pianificato di spendere tra 20 e 30 miliardi di dollari dei suoi profitti internazionali per finanziare acquisizioni di aziende e diritti al di fuori degli Stati Uniti, lo rende noto l’azienda in un documento presentato alla Sec e reso pubblico ieri. L’autorità di Borsa ha infatti chiesto all’azienda di spiegare in maniera dettagliata in che modo intende reinvestire i profitti non distribuiti agli azionisti.

 

Nel 2012, Google ha generato circa la metà del suo fatturato fuori dagli Usa e, da quanto rende noto alla Sec, continuerà a usare una parte significativa dei profitti per acquisire aziende estere.

Se, in alternativa, la società decidesse di rimpatriare quei soldi dovrebbe versare una congrua somma al fisco…meglio, quindi, continuare a usare una parte consistente dei guadagni offshore per nuove acquisizioni dal momento che – sottolinea Google – “il nostro business a livello globale si è esteso in a prodotti come i dispositivi mobili in cui i nostri concorrenti e partner commerciali non sono più prevalentemente multinazionali con sede negli Usa”.

 

Negli ultimi anni, Google ha completato significative acquisizioni dal valore individuale sempre più importante: nel 2013 la società ha concluso più di 20 acquisizioni per complessivi 1,4 miliardi di dollari (solo per l’israeliana Waze ha speso 1 miliardo di dollari) mentre l’anno precedente ne aveva spesi 13,6 miliardi (12,4 dei quali per Motorola Mobility, venduta a febbraio di quest’anno a Lenovo per 2,9 miliardi)

 

Anche il 2014 si è aperto con una serie di acquisizioni londinesi: a gennaio DeepMind per 400 milioni di dollari, a febbraio Spider.io e all’inizio di questo mese la start-up Rangespan. Nel paniere ha messo anche la californiana Nest, acquisita a gennaio per 3,2 miliardi.

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