Italia
Si anima sempre di più il confronto nazionale, dopo che il governo con il Dl Irpef ha chiesto alla Rai di tagliare 150 milioni di euro.
Un provvedimento che non è andato giù ai sindacati, specie a Usigrai che sta valutando l’impugnazione del decreto e ha già indetto insieme alle altre sigle lo sciopero.
Oggi il Sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, ha invitato Usigrai a fornire informazioni dettagliate quando fa il confronto tra la Rai e le altre tv pubbliche europee.
I toni del confronto si sono ulteriormente accesi dopo che il premier Matteo Renzi, intervenendo alla trasmissione Ballarò, ha invitato la Tv pubblica ‘a fare sacrifici‘ com’è stato chiesto a tutti gli italiani per fronteggiare la crisi economica.
E forse proprio per soddisfare questa richiesta, ieri il presidente Rai, Anna Maria Tarantola, ha annunciato il taglio del proprio compenso.
Nella giornata odierna Giacomelli ha rilanciato: “Sono certo che i colleghi dell’Usigrai siano molto più professionali nel loro lavoro quotidiano che nei comunicati sindacali. Ricordare, per fare un esempio, che nei maggiori paesi europei il canone è più basso che in Italia senza dire che la britannica Bbc e la spagnola Tve vivono senza pubblicità e che France Télévisions e le tedesche Ard e Zdf non hanno spot nelle ore di massimo ascolto è un po’ ‘stravagante'”.
Il Sottosegretario ha anche inviato Usigrai a evitare il confronto con la tv pubblica britannica.
“Non vedo – ha sottolineato – come sia contestabile il dato che Rai da sola abbia molti più dipendenti di Mediaset, Sky e La7 tutte insieme. E’ vero che la Rai ha 13 mila dipendenti contro i 21mila della Bbc, ma la tv britannica ha un giro d’affari più che doppio rispetto alla tv pubblica italiana. In generale sconsiglierei all’Usigrai un confronto con la Bbc”.
Passaggio di Giacomelli anche sulle sedi regionali Rai che dovrebbero subire un ridimensionamento in vista della spending review richiesta all’azienda.
“Conosco la delicatezza e l’importanza del tema”, ha osservato Giacomelli, evidenziando però che “affrontarlo solo in termini di numeri porta fuori strada. Non credo, ad esempio, che le succursali di Sassari (1100 metri quadrati per 5 giornalisti e 3 tecnici) o Catania (dove sono previsti oltre 2 milioni di euro per ristrutturare i 1000 metri quadrati di sede) siano pensate ‘per le minoranze linguistiche'”.
Per quanto riguarda l’evasione del canone il Sottosegretario, che nei giorni scorsi ha annunciato che a partire dal prossimo anno sarà legato alla capacità di spesa delle famiglie per permettere a tutti gli italiani d’essere in condizione di pagarlo, oggi ha indicato: “Sono contento che si segnali l’evasione intollerabile del canone. E’ un problema che noi abbiamo trovato e che non intendiamo riconsegnare intatto a chi verrà dopo. Al contrario abbiamo l’ambizione di essere il governo che mette mano a una riforma profonda”.
“Ripeto a Usigrai quanto ho già detto“, ha ribadito infine Giacomelli, precisando: “Il governo vuole riformare l’azienda e ridare al servizio pubblico la centralità perduta. Non c’è nessun intento punitivo; pensiamo anzi che serva un piano ambizioso e innovativo che affronti in termini editoriali e industriali la necessità del cambiamento. Se si parte da questo punto e dal lavoro già iniziato dai vertici Rai ci si può confrontare positivamente. Se, invece, Usigrai intende solo difendere l’esistente è libera di farlo, ma sposa una linea difficilmente sostenibile, contraria all’interesse stesso dell’azienda e del servizio pubblico“.