Germania
L’Europa sta perdendo la sua indipendenza digitale e la sua industria di settore continua a perdere terreno nei confronti dei competitor americani e asiatici.
È l’allarme lanciato dal Ceo di Deutsche Telekom, Tim Höttges che ha sottolineato stamani come l’Europa abbia “diritto all’auto-determinazione digitale” e abbia, quindi, bisogno di dotarsi di “una normativa sulla protezione dei dati che imponga alle web company gli stessi termini e le stesse condizioni applicati alle compagnie telefoniche”.
Per Höttges, il predominio delle aziende asiatiche e americane in settori quali i semiconduttori, i dispositivi e i servizi internet “sembra inattaccabile” e “desta preoccupazione” il confronto tra lo stato dell’industria europea delle telecomunicazioni e quello di altre regioni: “con il traffico dati che cresce in tutto il mondo, i ricavi associati crescono sensibilmente in Asia e negli Usa, ma calano in Europa, e di pari passo va la rispettiva capacità d’investire”, ha detto ancora Tim Höttges, lanciando l’allarme sulla possibilità che “i servizi di comunicazione cruciali e i dati personali potranno in futuro essere completamente fuori dal controllo europeo”.
Per questo è essenziale innanzitutto che l’Europa si doti di norme coerenti sulla protezione dei dati e che, quindi, queste norme vengano applicate anche ai provider non europei, se vogliono offrire i loro servizi in Europa.
Gli over the top come Google e Facebook, ha detto ancora, “hanno accesso ai dati degli personali utenti. Questi dati vengono venduti nell’ambito di una proficua attività pubblicitaria e noi non dovremmo permettere che questo accada“, ha detto Höttges, per poi aggiungere: “Mi chiedo davvero: perché Google & Co non sono regolamentati allo stesso modo delle telco? E qual è il contributo di queste aziende alla realizzazione delle infrastrutture?”.
Ecco perché, secondo Hottges, la regolamentazione del mercato dovrebbe puntare a rafforzare i provider europei, non a indebolirli, e dovrebbe incoraggiare gli investimenti evitando di sbilanciarsi esclusivamente sui prezzi al consumo. L’assegnazione dello spettro, ha aggiunto, dovrebbe essere uniformato in tutta la Ue, mentre il roaming dovrebbe essere abolito ma solo una volta realizzato il mercato unico e dopo un periodo di transizione.
In cambio, le autorità antitrust dovrebbero smetterla di guardare a “piccoli mercati individuali e cominciare a vedere l’Europa come un mercato comune”, ha detto ancora, in quello che sembra quasi un botta e risposta con quanto dichiarato dal Commissario antitrust Joaquin Almunia secondo cui sono gli Stati membri a opporsi al mercato unico.