Italia
Sale sempre di più la tensione a Viale Mazzini. Atmosfera ancora più calda dopo lo scontro tra il premier Renzi e il conduttore di Ballarò Giovanni Floris che nella puntata andata in onda ieri sera hanno avuto un battibecco sui tagli per 150 milioni di euro che il governo ha chiesto alla Rai.
Per rispondere alla richiesta di spending review dell’esecutivo, la Rai ha deciso di quotare la società delle torri RaiWay. Provvedimento che non è piaciuto ai sindacati che hanno già proclamato lo stato di sciopero mentre Usigrai sta vagliando l’impugnazione del Dl Irpef.
Tra Renzi e il giornalista Rai sono volate parole grosse, tant’è che poco dopo mezzanotte Renzi ha scritto su Twitter: “Niente paura. Il futuro arriverà anche alla Rai. Senza ordini dei partiti. #cambiaverso #italiariparte”.
Stamani il presidente del Consiglio in un’intervista a ‘Il Mattino’ ha commentato: “La Rai non è dei conduttori tv né dell’Usigrai. La Rai appartiene ai cittadini” che la finanziano con il canone e il fisco, aggiungendo: “Se chiediamo sacrifici ai cittadini, alle banche, è giusto che li faccia anche la Rai”.
Slc Cgil: ‘Il Cda Rai valuti le dimissioni in blocco’
Le parole del premier non sono piaciute ai sindacati. “Impressiona la leggerezza con la quale Renzi, nell’intervista a Ballarò di ieri sera, ha prospettato la vendita della rete Rai”, ha dichiarato Massimo Cestaro, segretario generale Slc Cgil, a proposito di RaiWay, precisando che “di fronte a una manovra condotta con una superficialità grottesca con la quale si sottrae alla Rai il suo asset più importante, favorendo platealmente il principale concorrente”, il Cda di viale Mazzini dovrebbe “valutare seriamente” di dimettersi in blocco.
Per Cestaro, si tratta di un colpo mortale all’assetto industriale della principale azienda di informazione e di produzione culturale del Paese.
Intanto Slc Cgil – Fistel Cisl – Uilcom – Ugl – Snater – Libersind e il sindacato dei giornalisti Usigrai hanno dato mandato alle Segreterie Nazionali di indire una giornata di sciopero con una manifestazione pubblica contro le decisioni assunte dal Governo.
Maurizio Gasparri (Fi): ‘Intervento di Renzi sulla Rai incostituzionale’
“Renzi si prende 150 milioni di euro della Rai per alimentare altre spese pubbliche, non per dare un beneficio ai cittadini”. E’ quanto afferma il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, commentando del dichiarazioni del premier.
“Lo sfidiamo – ha aggiunto Gasparri -. Tagli il canone Rai, cosa che evidentemente non vuole fare. Si devono rivedere tante logiche ma con una legge sistematica. Anche sulle sedi regionali si interviene in maniera rozza. Alcune possono essere riviste o ridimensionate ma non possono essere soppresse. (…) Renzi invece adotta un intervento sbagliato, demagogico, illegale, incostituzionale. Si appropria per altre destinazioni dei fondi di una tassa di scopo”.
Lorenzo Cesa (Udc): ‘Renzi non dimentichi l’emergenza lavoro’
“La volontà di Renzi di allontanare la politica dalla Rai – ha commentato il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa – non precluda la ‘concertazione’ del governo su temi ben più importanti e al momento prioritari come l’emergenza lavoro. Gli 80 euro in busta paga, ad esempio, sono un primo passo ma se non verranno integrati con provvedimenti ad hoc nei riguardi dei lavoratori autonomi e degli incapienti rischiano di trasformarsi in un palliativo”.
Matteo Renzi: ‘Caro Floris, tocca anche a voi’
Ma veniamo ai fatti. Nella puntata di ieri di Ballarò, Floris ha chiesto a Renzi un commento sui tagli che il governo ha domandato alla tv pubblica, spiegando che si rischia di favorire Mediaset ma Renzi ha risposto secco: “Caro Floris, tocca anche a voi“. Un battibecco che lo stesso Renzi, incontrando il giornalista Maurizio Belpietro mentre usciva dagli studi Rai, ha definito così: “Con Floris abbiamo avuto uno scontro violento sulla Rai, una discussione un tantinello accesa”.
Tutto inizia con Floris che chiede perché la Rai debba tagliare 150 milioni e Mediaset no. “La Rai – ha ribattuto Renzi – è partecipata dallo Stato. Lo so che fa confusione dopo dieci anni di Berlusconi, ma le comunico che Mediaset appartiene a Berlusconi, la Rai allo Stato italiano”.
Il giornalista ha però insistito, rilanciando: “Non teme di avvantaggiare Mediaset?”. Ed è partito l’applauso. Immediata la replica del premier, sarcastico: “Il signore che ha applaudito è della Rai…”. Da qui uno scambio di battute, Floris ha detto: “Ora quel signore verrà cacciato dal presidente del Consiglio…”. E Renzi: “No, il presidente del Consiglio che cacciava quelli della Rai l’abbiamo già avuto, qui c’è un presidente del Consiglio che non ha mai incontrato il presidente della Rai o l’amministratore delegato della Rai”.
Il premier poi ha ribadito: “Io penso che la Rai appartiene a tutti i cittadini, non ai partiti. Per questo ho scelto a differenza di miei predecessori di non mettere mai bocca su palinsesti, conduttori, direttori e trasmissioni. Quando stavo dall’altra parte e non ero al governo dicevo che i partiti devono essere fuori dalla Rai. Significa che la Rai deve far funzionare le cose. Si può vendere RaiWay, nel 2000 era stato fatto poi Gasparri bloccò tutto, ci sono 20 sedi regionali, sicuro che non ci siano anche sprechi clamorosi?”.
E ancora: “Abbiamo iniziato a ridurre i costi dei politici, i dirigenti pubblici hanno un tetto agli stipendi, le sembra normale che la Rai sia l’unica realtà che debba far finta che non sia successo niente? Anche la Rai deve partecipare alle spese. Chiedere alla Rai di dare una mano nel momento in cui ci rimbocchiamo tutti le maniche… Caro Floris, mi dispiace ma tocca anche a voi”.