Italia
Una trimestrale “in linea con i nostri piani e i nostri target, che vedono una progressiva accelerazione della ripresa anno su anno”. Così l’amministratore delegato Marco Patuano ha commentato i risultati del primo trimestre 2014 di Telecom Italia, su cui hanno pesato la debolezza del mercato italiano, la guerra dei prezzi nel settore mobile e la concorrenza dei servizi di messaggistica online.
Marco Patuano, vede comunque la ripresa, trainata dall’accelerazione degli investimenti nella copertura ultrabroadband fissa e mobile. Investimenti che consentono di puntare al primato della qualità dei servizi senza tuttavia perdere di vista la disciplina finanziaria, rafforzata attraverso “importanti programmi di efficienza sia sui costi sia sui Capex tradizionali”.
I risultati:
Il primo trimestre si è chiuso con ricavi per 5,1 miliardi di euro (-6,2% rispetto al primo trimestre 2013 in termini organici) e un utile netto di 222 milioni di euro, rispetto a 364 milioni di euro del primo trimestre 2013.
L’Ebitda si è attestato a 2,2 miliardi di euro, in calo del 5,7% rispetto al primo trimestre 2013 in termini organici mentre l’Ebit, a 1,1 miliardi, è cresciuto del 2,7%.
Andamento positivo, invece, per l’indebitamento finanziario netto che è stato ridotto di 1,2 miliardi di euro e si attesta a 27,52 miliardi di euro. La liquidità, a 11,7 miliardi di euro, “permette una copertura delle scadenze oltre i prossimi 24 mesi”, ha comunicato la società in una nota.
Mercato domestico:
In Italia, dove Telecom genera il 72% dei ricavi totali, si è registrata una flessione del 9,5% per quanto attiene ai ricavi ‘core’ che si sono attestati a 3,46 miliardi di euro.
In particolare, nel segmento consumer, i ricavi sono stati pari a 1,74 miliardi (-11,7%) e la diminuzione è principalmente attribuibile ai ricavi da servizi Mobile (-16,9%) su cui ha pesato il calo registrato dai ricavi legati ai servizi tradizionali voce e messaging, solo in parte compensato dalla crescita di internet mobile (+11,4%).
Il calo dei ricavi – sottolinea la società – è attribuibile a un contesto di mercato che ancora risente della discesa dei prezzi derivante dall’accesa competizione che ha caratterizzato l’anno precedente ed è pressoché in linea con l’ultimo trimestre del 2013 (-8,1%) e in recupero rispetto all’intero esercizio 2013 (-9,5%).
“La contrazione dei ricavi sui servizi tradizionali – sottolinea ancora Telecom Italia – solo marginalmente viene recuperata dallo sviluppo di servizi innovativi, in particolare su Broadband Fisso, ICT e Mobile Internet”.
Una tendenza che continuerà a impattare sul mercato domestico, dove l’effetto combinato della flessione dei ricavi dei servizi tradizionali (accesso e voce) con l’incremento dei servizi innovativi (broadband e servizi broadband enabled) determinerà un’ulteriore flessione, “comunque più contenuta rispetto a quella osservata nel 2013, ed una crescita del mercato Brasile”.
La strategia:
“La nostra offerta – ha spiegato Marco Patuano – sta uscendo dalle logiche di una concorrenza basata sui prezzi per rilanciare una competizione basata su qualità e innovazione. Grazie a ciò potremo far leva sulle nostre infrastrutture distintive che stiamo costruendo, mettendo a frutto un vantaggio competitivo di lungo termine“.
Si inserisce in questo contesto l’accordo con Sky sui contenuti che, pur entrando a pieno regime progressivamente, “ci permette di offrire da subito ai nostri clienti offerte premium, a partire dalla trasmissione della Coppa del Mondo di calcio sul mobile”.
L’accordo con Sky, ha detto Patuano nel corso della conference call, potrebbe coinvolgere almeno 1,5 milioni di clienti.
Come annunciato nel Piano 2014 – 2016, quindi, Telecom Italia continuerà a investire nello sviluppo delle infrastrutture, accelerando, in particolare, gli investimenti sull’Ultrabroadband, “per sostenere i ricavi da servizi tradizionali e promuovere la crescita dei ricavi da servizi innovativi, nel rispetto delle proprie politiche finanziarie”.
Sul versante della fibra ottica, ha sottolineato Marco Patuano, “abbiamo un accordo con Vodafone per l’affitto di quantità specifiche”, sulla base di un modello in linea con quello tedesco. Il progetto, ha aggiunto, “è aperto ad altri Olo che devono valutare se è vantaggioso per loro o vogliono usare la propria fibra”.
Quanto alla trasformazione e all’efficientamento dei processi industriali, il cui obiettivo è quello di arrivare a una riduzione strutturale dei costi esercizio, l processo, ha spiegato ancora l’ad, proseguirà “anche attraverso il delayering e la semplificazione delle piattaforme”.
Previsioni:
Per l’esercizio in corso, sul mercato domestico si prevede un progressivo recupero della performance operativa anche grazie ai piani e alle azioni di riduzione e contenimento di costi. Sul lungo periodo, si può prevedere una maggiore stabilizzazione della spesa e del churn, come conseguenza della maggiore diluizione dell’ARPU sui servizi tradizionali, sia sul Mobile che sul Fisso riscontrata nei primi mesi di quest’anno.
Confermati, quindi, gli obiettivi al 2016: un andamento stabile dei ricavi e dell’Ebitda a livello di gruppo, un volume di investimenti superiore a 14 miliardi di euro e un rapporto debito-Ebitda pari a 2,1.
Quanto al debito, si registrerà un andamento in linea con quello dello scorso anno, anche considerando la riduzione dell’Ebitda. “Del resto – ha spiegato durante la conference call il direttore finanziario Piergiorgio Peluso – anche nel primo trimestre l’evoluzione è comparabile con quella del primo trimestre 2013, con un impatto significativo del circolante netto”.
Brasile:
In merito all’andamento in Brasile, Marco Patuano ha sottolineato che “il nostro focus si mantiene sulla qualità e sugli investimenti. I nostri risultati devono essere interpretati considerando anche la revisione delle tariffe di terminazione mobile, fenomeno che ben conosciamo per averlo affrontato in Italia. Al netto di questo effetto regolatorio, il fatturato dei servizi mobili cresce di quasi 5 punti percentuali in un mercato altamente competitivo. Un risultato certamente considerevole”.
Entro la fine di questo mese, inoltre, arriveranno le offerte non vincolanti per le torri in Brasile, dove il gruppo detiene 6,500 impianti di cui il 40% localizzato in città con oltre mezzo milione di abitanti.
“Il progetto è confermato, stiamo definendo alcune voci prima di lanciarlo sul mercato, non siamo ancora nella fase di marketing”, ha detto il direttore finanziario Piergiorgio Peluso, sottolineando che l’interesse per le torri di Tim Brasil da parte degli investitori è ‘elevato’.