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Pay tv e consolidamento: Mediaset, a rischio i diritti della Champions?

Italia


Mediaset sotto i riflettori stamani sulla scia della notizia che il magnate dei media Rupert Murdoch sarebbe in trattative per creare un network paneuropeo delle pay tv con avamposti in Gran Bretagna, Germania e Italia. Il titolo di Mediaset, che avrebbe aperto la data-room ad Al Jazeera e CanalPlus per l’operazione Premium, nel pomeriggio saliva dello 0,21% a 3,80 euro.

 

Un’operazione quella di Murdoch che, dopo quella di Telefonica sulla spagnola Digital+, mette ulteriormente in fermento il mercato Ue delle tv a pagamento specie per quanto riguarda i diritti tv per gli eventi sportivi, in particolare quelli della Champions League.

Il gruppo di Cologno Monzese è adesso costretto a fare le sue mosse anche se oggi il presidente Fedele Confalonieri ha fatto sapere che non sarà una decisione che verrà presa nel Cda di domani.

“Non credo – ha dichiarato – all’ipotesi che il tema sia all’ordine del giorno nel Cda che domani approverà la trimestrale. Abbiamo quindici giorni di tempo da quando ci arriva la notifica” dell’offerta di Telefonica per esercitare il diritto di prelazione o di veto di cui gode Mediaset.

 

In Italia, la manovra di Murdoch potrebbe avere serie ripercussioni proprio sui diritti sportivi. Tra poco si aprirà la grande asta per i diritti di Serie A ma in ballo ci sono anche i diritti della Champions League acquistati da Mediaset per circa 700 milioni di euro.

Secondo il parere degli analisti di Equita Sim, il progetto di integrazione di Murdoch è potenzialmente un rischio per Mediaset perché “le maggiori dimensioni di Sky la renderebbero più aggressiva nei bidding sui diritti e secondo la stampa potrebbero aprirsi anche la possibilità per Sky Italia di ritrasmettere la Champions League di cui Sky Deutschland ha i diritti in Germania”.

 

Una possibilità che però, sottolineano gli analisti di Equita Sim, potrà essere decisa solo dalla Ue, visto che al momento non è possibile effettuare la trasmissione in altri Paesi e Almunia lo scorso gennaio ha aperto un’indagine a riguardo.

 

Secondo Mediobanca Securities, l’annuncio di Murdoch incide poco sul titolo di Mediaset perché la creazione di un network paneuropeo sembrerebbe ‘complicata’ dal fatto che il gruppo del magnate possiede “solo il 39% di BSkyB” – la pay tv britannica a capo dell’operazione su Sky Deutschland e Sky Italia – senza considerare gli eventuali risvolti sotto il profilo antitrust.

Per gli esperti, “la notizia indirettamente conferma la crescente pressione sui costi dei diritti premium. Una super-Sky rappresenterebbe un problema per Mediaset, che sta discutendo con altri player internazionali per una partnership. Restiamo cauti, in quanto queste operazioni hanno bisogno di molto tempo per essere realizzate, mentre nel breve inizierà una difficile asta per i diritti tv sulla Serie A”.

 

Mediaset avrebbe, infatti, aperto la data-room di Mediaset Premium – stimata in 300-700 milioni euro – per l’ingresso di altri partner che potrebbero essere la tv araba Al Jazeera e la francese CanalPlus.

Mossa immediatamente frenata dall’offerta di Telefonica per il 56% della pay tv spagnola Digital+ in mano a Prisa, di cui Mediaset possiede il 22%.

Il progetto del gruppo di Berlusconi era, infatti, quello di creare una New Co delle pay Tv tra Italia e Spagna, ma l’operazione dell’operatore tlc iberico ha fatto saltare questi piani.

Mediaset è apparsa molto tranquilla e per voce del vicepresidente Pier Silvio Berlusconi ha manifestato l’intenzione di collaborare con Telefonica in Digital+.

Confalonieri è però apparso oggi molto restio a commentare l’eventualità di Mediaset a presentare un’offerta per salire al 50% della pay Tv spagnola. “Non dico nulla“, ha commentato ai giornalisti. 

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