Italia
Continua a restare alta la tensione a Viale Mazzini dopo la richiesta del governo alla Rai di risparmi per 150 milioni di euro.
Stamani Usigrai ha indetto un’assemblea interna alla quale hanno partecipato i rappresentanti di tutti i Cdr delle sedi Rai e delle testate regionali, obiettivo: discutere il da farsi alla luce degli ultimi accadimenti, la lettera inviata dai vertici della Tv pubblica al Tesoro, e procedere con l’impugnazione del decreto Irpef, già ventilata dal consigliere Guglielmo Rositani, con il quale l’esecutivo di Matteo Renzi ha deciso i tagli.
Il segretario di Usigrai Vittorio Di Trapani ha dichiarato a Key4biz: “Riteniamo che il decreto contenga elementi d’illegittimità, per questo abbiamo chiesto il parere a un professore di massima esperienza per poi eventualmente procedere sulla strada del ricorso”.
Di Trapani ha aggiunto a Key4biz che “Non esistono precedenti in Europa, a parte la Grecia, di un governo che mette le mani nel bilancio dell’azienda di servizio pubblico. Un atto del genere incide sull’indipendenza economica che insieme alla nomina dei vertici rappresentano gli elementi cardine dell’indipendenza dei servizi pubblici”.
Per il segretario dell’Usigrai, il provvedimento del governo rappresenta un atto di “estrema gravità che crea un pericoloso precedente perché nei fatti mette l’azienda di servizio pubblico nelle mani del governo”.
“D’accordo con i Cdr – ha poi detto Di Trapani – abbiamo deciso che il ricorso rappresenta la prima iniziativa ma non escludiamo nessuna forma di mobilitazione, sciopero compreso, sempre d’intesa con tutte le sigle sindacali perché in questo momento c’è bisogno di un’azione unitaria”.
All’inizio della prossima settimana ci saranno assemblee contemporanee in tutte le sedi regionali italiane, un altro passaggio della mobilitazione sindacale in atto.
Il segretario Usigrai ha anche indicato che all’incontro di ieri hanno partecipato diversi esponenti politici di tutti i partiti che hanno preso impegni specie per quanto riguarda la ventilata chiusura delle sedi regionali.
“Anche questo – ha commentato – è un elemento di grave preoccupazione perché indebolisce la presenza della Rai sul territorio, mettendo in discussione un altro dei punti cardine del servizio pubblico”.
Ieri i vertici della Rai hanno scritto una lettera al ministero del Tesoro, azionista unico dell’azienda televisiva, e al Ministero dello Sviluppo economico per denunciare che il taglio di 150 milioni di euro deciso dal governo avrà per effetto un buco di bilancio da 160 milioni nel 2014.
Sempre ieri il Coordinamento Nazionale dei sindacati Slc Cgil, Fistel CISL, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni,Snater e Libersind-ConfSal si è riunito per discutere della cosa e organizzare uno sciopero generale di tutti i lavoratori della Rai contro il dl 66/2014.
Il segretario della Cgil Susanna Camusso ha dato il suo appoggio ai dipendenti alla mobilitazione contro quelli che definisce “tagli lineari”.
Di Trapani ha anche proposto di “anticipare dal 2016 al 2014 il rinnovo della concessione Rai. Non possiamo attendere due anni”.
Tra due anni scadrà, infatti, la concessione del servizio pubblico alla Rai. In vista dell’imminente scadenza, il governo aveva già annunciato attraverso l’allora viceministro Antonio Catricalà che si sarebbe provveduto a un’ampia consultazione per valutare al meglio se la Rai avesse ancora le carte in regola per garantirsi il rinnovo dell’accordo.
Condizione che ovviamente peserebbe anche sulle trattive per la cessione del 40% di RaiWay, decisa dal Cda Rai proprio in rispondenza della spending review chiesta da Renzi.